La proposta: i rapaci per liberare l’aeroporto di Linate dagli uccelli
L'intervento di Paolo Hutter su Repubblica, riguardo il tema dell'infestazione di volatili delle piste degli aeroporti. A Milano stanno usando le cannonate di gas butano, ma a Torino da anni falchi pellegrini, poiane ed avvoltoi svolgono egregiamente lo stesso lavoro - da Repubblica del 15.07.2013
15 July, 2013
di Paolo Hutter
I nuovi vertici della Sea hanno la possibilità, oggi a Linate e domani a Malpensa, di realizzare una piccola grande svolta in senso ecologico. Come tener libera la pista dagli uccelli che fanno rischiare continuamente incidenti (a se stessi anzitutto, ma anche ai passeggeri degli aerei)? «Per anni, e fino a 3-4 mesi fa, Sea ha affrontato il problema dei volatili nello spazio aeroportuale utilizzando laser, macchine agli ultrasuoni, richiami imitativi di predatori – racconta Stefano Moro, portavoce degli abitanti più vicini – Poi, improvvisamente, ha deciso che queste soluzioni non erano più sufficienti e ha iniziato con le cannonate, operate dai cannoni a butano. Che ci cominciano a svegliare prima delle 6 di mattino. Tuttavia un rapporto dell’Enac afferma chiaramente che questa soluzione alla lunga diventa inefficace, perché gli uccelli si abituano al rumore nel giro di qualche settimana ».
In giro per il mondo, negli ultimi decenni, ha preso piede la soluzione di usare i rapaci. Ovviamente non si sta pensando di piazzare nidi di aquile sui tetti di Linate e sperare che funzioni. Si tratta di animali opportunamente addestrati, per lo più falchi, e gestiti dalla presenza diretta di falconieri. Non è che questi rapaci da aeroporto massacrino stormi e storni. Semplicemente li spaventano, li tengono a bada, li allontanano.
A Linate la vicenda ha un precedente lontanissimo, del 1984, quando un esperimento con 4 falconi non andò in porto. Se n’è riparlato 20 anni dopo, nel 2003, dopo un incidente causato da piccioni. Il falconiere Aldo Miconi — che ha addestrato i falchi per l’aeroporto Kennedy di New York — disse che l’esperimento dell’84 era stato circondato dall’ostilità degli animalisti più radicali. Oggi un altro falconiere, Giovanni Paone, che coordina personalmente le operazioni coi rapaci all’aeroporto di Torino Caselle, dice che forse è venuto il momento di Linate. «Rispettiamo chi lavora seriamente con le macchine, gli ultrasuoni, i cannoni ma diciamo anche che non crediamo alla soluzione tecnologica in questo campo. È facile che dopo un po’ gli uccelli si abituino a tutto e si debba ricorrere a sistemi sempre più costosi o rumorosi. Ci sono stati anche episodi di uccelli che in quei cannoni han fatto il nido. Ai falchi invece non si abitueranno mai».
I falconieri sono innamorati dei loro animali e di questa nuova applicazione dell’arte antica della falconeria. Ovviamente sottolineano che è una soluzione pulita, naturale, priva di consumi energetici. Gli uccelli che tendono a invadere le piste non vengono falcidiati e massacrati, ma fatti scappare. Il punto chiave, quello che potrebbe orientare la svolta di Sea, è l’efficienza economica del sistema. Il falconiere Paone non fa cifre («Bisogna discuterne attorno a un tavolo »), ma nega che la necessità di ripagare l’addestramento e la
presenza dei falconieri porti a spese più alte rispetto a quelle di laser e cannoni. «No, è la soluzione con le macchine che costa di più, tra costi di investimento, personale e manutenzioni. Con i rapaci la Sea non avrebbe più il problema di abitanti che si lamentano di essere svegliati da cannonate a salve. E porterebbe agli aeroporti una piccola aggiunta spettacolare»