Caldo anche in casa: consigli e nuove tecnologie per mitigare il disagio
Si può misurare il disagio che deriva dal caldo eccessivo? E quali sono le ultime novità tecnologiche sul mercato, per raffrescare le abitazioni senza consumare troppo? Ne parliamo con Lorenzo Pagliano, ricercatore ed esperto in comfort climatico del Politecnico di Milano.
07 August, 2013
Si può misurare il disagio che deriva dal caldo eccessivo?
Sì, ci sono molti indici di comfort; i due piu diffusi sono l’indice di Fanger, o Predicted Mean Vote (PMV), e quello Adattivo (Adaptive Comfort Model) dovuto ad Humphrey eNicol, suggerito in particolare per edifici ventilati naturalmente. Più in generale, le principali variabili che governano la sensazione di comfort sono queste: la temperatura operativa, che dipende della temperatura dell'aria e dalla temperatura delle superfici della stanza (ad esempio, la presenza di una finestra i cui vetri esposti al sole si riscaldano, è fonte di discomfort, di disagio); la velocità dell'aria; il vestiario, ma anche il materiale della sedia o della poltrona con cui veniamo a contatto. Per questo è importante scegliere vestiti leggeri, e che si asciughino rapidamente, e per la seduta, sedie a rete anziché imbottite, che permettono maggior comfort a temperature più alte; il livello di attività metabolica; infine, l'umidità relativa.
Quindi non è l’umidità il fattore più impattante sulla percezione del comfort?
L’umidità influisce sul comfort, ma molto meno della temperatura, come è documentato in diversi modelli di studio: lo standard internazionale sul comfort ISO 7730 per esempio afferma che “tipicamente un aumento dell'umidità relativa del 10% è avvertita come un aumento di 0,3 gradi Celsius (in base al modello di Fanger)”. Inoltre, nel modello adattivo presentato nello standard Europeo EN15251 e Nord Americano ASHRAE 55, gli unici parametri sono la temperatura operativa e la velocità dell'aria. Una velocità di 0,8 metri/secondo (ottenibile con un normale ventilatore, mobile o fissato a soffitto e con grandi pale) migliora la sensazione di comfort di circa 3 gradi, dunque un ambiente che a velocità 0,2 m/s sarebbe confortevole a 26 gradi, diventa confortevole a 29 gradi se la velocità dell'aria viene portata a 0,8 m/s.
In che direzione si muove la ricerca per il raffrescamento degli interni? Quali sono le ultime novità tecnologiche?
Ce ne sono diverse. I vetri selettivi per esempio, che lasciano entrare la luce ma non la radiazione infrarossa; oppure le protezioni solari per l’esterno, comandabili a mano o a distanza con semplici sistemi di controllo quando si è assenti; le finestre con la parte superiore apribile a mano o con un telecomando a distanza per ottenere una ventilazione notturna in grado di rinfrescare la massa dell'edificio durante la notte, riducendo di conseguenza la temperatura il giorno successivo. I vetri prismatici capaci di dirigere la luce naturale molto in profondità nell'edificio. Ancora, gli scambiatori interrati (a profondità da 1 m a 3 m) attraverso cui l'aria viene fatta circolare per raffrescarsi prima di essere introdotta nell'edificio, che hanno un'efficienza di raffrescamento (effetto ottenuto per unità di energia elettrica consumata) molto più alta dei condizionatori. Alcuni degli edifici zero energia più recenti sfruttano e integrano al meglio queste tecnologie, come la casa realizzata con il supporto di analisi e ottimizzazione del Gruppo di Ricerca sull'Efficienza negli Usi Finali dell'Energia in provincia di Catania (vedi qui) , certificata Passivhaus, e che garantisce ottimo comfort estivo e invernale con consumi di energia inferiori di circa dell'80% rispetto a un edificio convenzionale e forniti da energia rinnovabile (solare termico e e fotovoltaico sul tetto). Avendo ridotto molto i consumi grazie a murature e tetto molto isolati, vetri capaci di proteggere dal clima esterno sia in inverno che in estate, protezioni solari esterne, ventilazione notturna estiva, il fabbisogno di energia per riscaldare e raffrescare è molto piccolo (minire di 20 kWh termici/m2 anno) e dunque la dimensione (e costi) dell'impianto solare sono limitati e non si corre il rischio di fornire energia, benchè rinnovabile, che poi viene sprecata da un edificio inefficiente. L'edificio verrà monitorato per due anni nell'ambito del progetto europeo PassReg. Queste tecniche sono utilizzabili, con adattamenti, anche alla ristrutturazione di edifici esistenti.