Sergio Ferraris: "La percezione del calore e la sensazione di comfort termico sono molto soggettive, ma dipendono sostanzialmente dalla temperatura e, ancora di più, dall'umidità"
"Portare fino in fondo il ragionamento sul code-dressing ovvero tipo di vestiario". Temperatura e costume
09 August, 2013
In attesa di pubblicare il documento olandese..
Giorni di mezza estate, giorni di canicola. Le ondate di calore fanno boccheggiare gli italiani, piegati da temperature proibitive e da tassi di umidità particolarmente elevati. Ma è davvero l'umidità a rendere le nostre città così invivibili nelle settimane più calde? L'aria condizionata rappresenta l'unico rimedio? E come la mettiamo col portafogli? Eco dalle Città lo ha chiesto a Sergio Ferraris, esperto di temi energetici e direttore responsabile di QualEnergia.
È possibile misurare empiricamente il "disagio" causato dall'afa negli ambienti chiusi? Se sì, attraverso quali parametri?
La percezione del calore e la sensazione di comfort termico sono molto soggettive, ma dipendono sostanzialmente dalla temperatura e, ancora di più, dall'umidità. Chiunque sia stato nel deserto può confermare che si può stare a 50 gradi Centigradi senza soffrire troppo, a patto che l'aria sia molto secca. Quello che è importante tener presente, comunque, è che questi parametri, temperatura e umidità, andrebbero misurati ad un'altezza di circa un metro e sessanta, perché è lì, ad altezza della testa, che si percepisce maggiormente il disagio in caso di caldo (o freddo) eccessivo. Detto questo, il corpo umano è in grado di adattarsi: se fuori ci sono 32 gradi, è possibile riposare bene anche in un ambiente condizionato a 29gradi, purché sia attiva la funzione di deumidifcazione.
Il tasso di umidità, dunque, è decisivo...
Esatto. Soprattutto negli ambienti urbani, dove l'assenza di vegetazione, la presenza di ampie superfici asfaltate, il traffico e il calore rilasciato dagli elettrodomestici – e paradossalmente anche dagli stessi condizionatori – danno luogo alle cosiddette “bolle di calore”, con condizioni particolarmente difficili.
Che ruolo gioca la ventilazione? Può essere sufficiente a garantire un certo comfort?
Se l'aria è molto calda e soprattutto molto umida, la ventilazione da sola, naturale o artificiale che sia, può non bastare. Il getto diretto del ventilatore assicura un certo sollievo perché fa evaporare il sudore e quindi sottrae calore al corpo, ma da solo non è in grado di rinfrescare l'ambiente, né tantomeno di deumidificarlo. Anche con la ventilazione naturale, il rischio paradossale è di introdurre aria calda in un ambiente che magari è climatizzato. Solo sistemi sofisticati di ventilazione controllata possono dare qualche beneficio.
Se si ricorre al condizionatore, come si possono tenere a bada i controlli? Esistono dei dispositivi che siano davvero a risparmio energetico?
Le nuove etichettature consentono davvero di avere un'idea delle prestazioni dei condizionatori, grazie alla classe di efficienza energetica e agli altri parametri indicati in etichetta. Anche la tecnologia inverter è un ottimo sistema di ottimizzazione dell'efficienza, che modula la potenza del compressore presente nel dispositivo a seconda delle esigenze. In questo caso, però, i vantaggi si ottengono solo su lunghi utilizzi, evitando di accendere il condizionatore per periodi brevissimi. Al di là dell'efficienza del dispositivo, poi, è fondamentale anche il posizionamento del condizionatore.
In che senso?
A volte si pensa di piazzare il condizionatore in corridoio per rinfrescare contemporaneamente tutti gli ambienti: niente di più sbagliato. Il risultato sarà insoddisfacente, per cui si tenderà ad abbassare la temperatura aumentando in questo modo i consumi elettrici. Inoltre, si rischia il doppio colpo di calore ogni volta che si passa da una stanza all'altra. Sbaglia anche chi sistema l'apparecchio al di sopra di una finestra: l'aria fredda, che è più pesante, scende verso il basso e, passando davanti alla superficie calda della finestra finisce con il riscaldarsi di almeno un paio di gradi.
Ma se si volesse fare a meno dell'aria condizionata, ci sono nuove tecnologie di raffrescamento più efficienti?
Chi ne ha la possibilità dovrebbe pensare a un impianto a pompa di calore: farebbe un gran bene all'ambiente e al suo portafogli. Il problema è che si tratta di installazioni complicate, soprattutto nei condomini. Potendo ricorrervi, comunque, è un sistema ottimo, anche perché, essendo invertibile, può essere usato anche per il riscaldamento invernale.
Leggi anche: Ondate di calore, Ferrara: «Per difendersi dall'afa non sempre basta la ventilazione»