Tariffe dell'acqua e polemiche d'agosto
Cittadinanzattiva: "In Italia in sei anni aumenti del 33% delle bollette idriche". D'Angelis: "L'associazione dei consumatori fa male i conti". Federutility: "Non si possono paragone mele e pere". Ecco la sintesi di una disputa estiva che tra qualche tempo riprenderà ancora più vivace
02 September, 2013
Il mese di agosto appena trascorso ha visto un fiorire di polemiche sul tema delle tariffe dell'acqua. Tutto è partito dalla presentazione del dossier dell'associazione Cittadinanzattiva dedicato proprio al tema delle bollette del servizio idrico nazionale. Nello studio si parlava infatti di aumenti consistenti in tutte le città italiane. A questa denuncia seguivano le dichiarazioni del direttore generale di Federutility e quella del sottosegretario alle Infrastrutture, Erasmo d'Angelis. Vediamo di riprendere le uscite delle scorse settimane e fare il punto di una situazione che di certo caratterizzerà la stagione che sta per riprendere.
Il dossier Acqua prodotto da Cittadinanzattiva (www.cittadinanzattiva.it) presenta, in sintesi, questi dati: negli ultimi sei anni l'aumento delle tariffe ammonta al 33%, mentre in 40 città oggetto di indagine si registrano aumenti superiori al 40%. Vediamo i dati relativi ad alcune città e regioni.
Dal 2007 le tariffe sono raddoppiate o quasi a Viterbo (+92,7%), Carrara (+93,4%), Benevento (+100%) e più che raddoppiate a Lecco (+126%) e Reggio Calabria (+164,5%). In altre 35 città gli incrementi hanno superato il 40%. In generale, il caro bollette viaggia più spedito al Centro (+47,1% rispetto al 2007, +9% rispetto al 2011). Seguono le regioni del Nord (+32,1% rispetto al 2007, +5,2% rispetto al 2011) e del Sud (+23,8% rispetto al 2007, +8,5% rispetto al 2011).
L’indagine è stata realizzata in tutti i capoluoghi di provincia, con dati al 2012. L’attenzione si è focalizzata sul servizio idrico integrato per uso domestico: acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione, quota fissa (o ex nolo contatori). I dati sono riferiti ad una famiglia tipo di tre persone, con un consumo annuo di 192 metri cubi di acqua, e sono comprensivi di Iva al 10%.
“È evidente l’urgenza di omogeneizzare le tariffe sul territorio nazionale, prendendo in considerazione le eventuali specificità territoriali - afferma Tina Napoli, responsabile delle politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva. Serve però realizzare un quadro unitario in tema di fasce di consumo e costi in bolletta: questo per superare le immotivate differenziazioni di costo che anche quest’anno restano così evidenti per le tasche dei cittadini. È importante, per la tutela delle fasce deboli, introdurre il bonus sociale o altre misure per sostenere le persone con reddito basso e le fasce svantaggiate della popolazione. Altrettanto intollerabile sono le inefficienze e i ritardi del servizio idrico, che continuano ad essere pagate dai cittadini, senza nessun investimento nel miglioramento del servizio, come mostrano i dati sulla dispersione idrica, in ulteriore aumento negli ultimi anni”.
In un anno una famiglia sostiene in media una spesa di 310 euro per il servizio idrico integrato. Mediamente, le regioni centrali si contraddistinguono per le più elevate tariffe applicate al servizio idrico integrato. La Toscana, con ben 8 città tra le prime 10 più care, si conferma la regione con le tariffe in media più alte (470 €). Costi più elevati della media nazionale si riscontrano anche in Marche (403), Umbria (392), Emilia Romagna (388) e Puglia (366). Elevate differenze esistono anche all’interno delle stesse regioni. Ad esempio, in Calabria, tra Reggio Calabria e Cosenza, intercorre una differenza di 286 €. Altri esempi di simile portata si riscontrano in Sicilia, Liguria, Veneto, Marche, Toscana, Friuli, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna.
Il giorno della pubblicazione del dossier, il sottosegretario alle Infrastrutture, Erasmo D'Angelis, che ha una lunga esperienza nel settore idrico pubblico, fa sentire la sua voce per affermare che in Italia non vi è stata alcuna escalation di aumenti delle tariffe dell'acqua.
''In tema di tariffe non si registrano escalation di aumenti e la media italiana resta la più bassa d'Europa e di gran parte del mondo - dice perentorio D'Angelis - Con tutto il rispetto che si deve ad associazioni come Cittadinanzattiva, l'indagine sulle tariffe idriche è solo un gioco estivo virtuale e l'ennesima dimostrazione dell'urgenza di portare chiarezza e verità in un settore che sconta molti equivoci e almeno 20 anni di ritardo negli investimenti rispetto a quasi tutti i Paesi europei. Purtroppo, si persevera nell'errore clamoroso di presentare graduatorie dei consumi idrici e delle tariffe puramente teoriche, sparando cifre totalmente fuori dal mondo e utilizzando parametri arbitrari che raddoppiano costi e consumi. Tra questi il volume di acqua consumata, stimato di solito in 200 mc. anno a famiglia, a fronte di un consumo medio italiano intorno ai 110-120 mc".
Nella scia dell'esponente del Governo ha preso parola anche Federutility. ''Occhio al qualunquismo delle percentuali - ha dichiarato a caldo Adolfo Spaziani, coordinatore della federazione delle utilities pubbliche e private del settore - Le percentuali non dicono che in Italia investiamo 26 euro all'anno per abitante, mentre in Ue se ne investono 80. Abbiamo le tariffe più basse del mondo e pagheremo 700 milioni al giorno di per ritardi nella depurazione. Speriamo che con il controllo affidato dell'Autorità dell'energia ci sia un'unica fonte di dati. Le associazioni dei consumatori, le associazioni degli imprenditori, le fondazioni e i numerosi centri di ricerca, fanno un lavoro pregevole e importante. Tuttavia, bisogna considerare che i dati sull'acqua sono pochi e dispersi. Mancano alla fonte. Esistono metodi tariffari differenti, che rendono imparagonabili le situazioni, con il paradosso che i più virtuosi, che hanno tariffe più alte perché hanno investito per raggiungere gli standard di servizio e applicano regole aggiornate, vengono confrontati con coloro che non fanno nulla da anni''.
''È anche per questo - conclude Spaziani - che confidiamo nel complesso lavoro dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas. Aldilà di come ciascuno potrà valutare il nuovo metodo tariffario al quale l'Aegg sta lavorando, avremo finalmente un unica fonte di dati, statisticamente affidabile, che renderà comparabili le diverse realtà e che segnerà un punto di partenza per ragionare su tutto il resto''.
Ed è proprio sull'iniziativa dell'Autorità in materia di tariffe che nelle prossime settimane si concentreranno polemiche e critiche.