Smog: da Madrid, un autovelox che fotografa emissioni e velocità assieme
Si può immaginare una città in cui oltre ai limiti di velocità esistano limiti di emissione per le auto in circolo? In un futuro nemmeno troppo lontano, potrebbe diventare realtà. Il primo passo è un autovelox speciale, progettato dall'Università di Madrid, in grado di fotografare le emissioni reali di ogni auto che passa
30 September, 2013
Nelle città del futuro, oltre ai limiti di velocità ci saranno anche quelli emissivi? Non parliamo di Low Emission Zone e Aree C, che si basano sulle categorie emissive standard: gli euro 5 possono circolare, gli Euro 3 no, e così via. Ma di emissioni reali, su strada. Perché, al di là delle categorie, il modo in cui si guida influisce notevolmente sulle emissioni prodotte. Conta la velocità, ma più ancora la fluidità nella guida, come abbiamo ricordato più volte nel dibattito scatenato dalla Campagna per i 30 all'ora di #Salavaciclisti. "La guida ai 30 km/h è più fluida, senza accelerazioni brusche e brusche frenate; in questo modo si riduce l’inquinamento prodotto dall’attrito pneumatici-asfalto e calano i consumi di carburante - ci aveva spiegato Alberto Fiorillo, di Legambiente - E meno carburante si consuma meno PM10 ci ritroviamo in atmosfera. Una cosa è passare da 180 km/h a 60, una cosa è scendere da 50 a 30, andando a contare quanto Pm10 abbiamo risparmiato. (A chi interessasse, vi rimandiamo al dibattito Ai trenta all’ora in città si inquina più o meno che ai cinquanta? già affrontato su queste pagine).
Dunque, anche senza dubitare della buona fede delle case automobilistiche, una cosa sono le emissioni dichiarate dalla categoria Euro di appartenenza, un'altra quelle reali su strada. Ed è proprio di qui che sono partiti i ricercatori dell'Università Carlo III di Madrid per progettare il primo autovelox in grado di fotografare, oltre alla velocità, le emissioni reali di ogni veicolo in transito.
Fantascienza? No. Infrarossi. "Tutti i gas tossici emessi dalle automobili sono tracciabili usando i raggi infrarossi" spiega Fernando Lopez, uno degli studiosi che firmano il progetto, che lavora nell'Infrared Lab dell'Università. E grazie agli strumenti messi a disposizione dal laboratorio è stato possibile dotare l'autovelox di un dispositivo in grado di rilevare la frequenza dei raggi e di qui misurare la quantità di inquinanti che ogni singolo veicolo intercettato dalle telecamere emette in atmosfera al suo passaggio.
Per ora l'autovelox è un prototipo, e ne esiste un esemplare unico. Ma le prospettive che apre questo nuovo strumento sono estremamente interessanti: "Il 4% dei veicoli circolanti è responsabile di oltre il 90% dei gas inquinanti emessi nell'ambiente" sostiene Lopez. Individuare quel 4% non migliorerà di per sé la qualità dell'aria, ma se venisse adottato su larga scala potrebbe rivoluzionare davvero il mondo dei provvedimenti anti smog.