Incentivi alle rinnovabili, le novità previste dal decreto Fare bis
La bozza del provvedimento prevede novità in materia di ritiro dedicato e prezzo minimo garantito, che sarebbe abolito. Cambiamenti che non piacciono all'associazione Assorinnovabili
01 October, 2013
Non piace molto, all'associazione Assorinnovabili, la bozza del cosiddetto Decreto Fare bis che circola da qualche giorno e che, al netto della crisi di Governo in atto, dovrebbe introdurre delle modifiche al sistema di incentivi per le rinnovabili. Prima di tutto, la bozza (vedi allegato) prevede l’eliminazione del prezzo minimo garantito, pagato al produttore nel momento in cui immette l’energia elettrica nella rete. Questo, infatti, dovrebbe essere sostituito con il prezzo di mercato, spesso inferiore.
Novità anche in materia di ritiro dedicato, che al momento prevede che, su richiesta del produttore, l’energia rinnovabile prodotta venga ritirata dal Gse (Gestore dei servizi energetici) a un prezzo fissato dall’Aeeg (Autorità per l’energia elettrica e il gas). Attualmente, inoltre, per produzioni relative a impianti di potenza non superiore a 1 MW e fino a un limite di produzione di 2000 MWh annui, il prezzo di ritiro è superiore ai prezzi di mercato. Secondo lo schema di Decreto del Fare bis, invece, per gli impianti a fonti rinnovabili incentivati con questo meccanismo il prezzo di ritiro dovrebbe essere pari al prezzo zonale orario, con una riduzione stimata degli oneri in bolletta di circa 170 milioni di euro all’anno.
Secondo Assorinnovabili (leggi il comunicato) le misure previste penalizzerebbero i “pionieri della generazione distribuita”, colpendo in modo retroattivo oltre 10.000 piccoli impianti a fonti rinnovabili. Le novità in cantiere, tra l'altro, non finiscono qui: la bozza di decreto prevede infatti una diversificazione di durata e percentuale degli incentivi per il fotovoltaico, allo scopo di ridurre il loro peso sulla bolletta elettrica. I produttori potranno decidere se continuare a godere degli incentivi già previsti, oppure optare per una diminuzione del sussidio, che durerebbe però sette anni in più.
Sempre per limitare l'impatto delle rinnovabili sulla bolletta elettrica degli italiani, infine, la bozza di provvedimento propone di immettere sul mercato delle obbligazioni di durata anche trentennale. L'obiettivo è quello di ottenere in questo modo finanziamenti tali da ridurre del 15-20% il peso degli incentivi sulle tariffe elettriche.