Smog: inquinamento industriale, la Commissione richiama l'Italia: "Direttive non recepite"
La Commissione europea esorta Italia, Cipro, Slovenia e Romania a precisare le modalità di attuazione della normativa dell’UE sulle emissioni industriali nell’ordinamento giuridico nazionale. La nuova direttiva avrebbe dovuto essere recepita già a gennaio
03 October, 2013
La Commissione europea esorta Italia, Cipro, Slovenia e Romania a precisare le modalità di attuazione della normativa dell’UE sulle emissioni industriali nell’ordinamento giuridico nazionale. La nuova direttiva sulle emissioni industriali, che sostituisce ed aggiorna la normativa precedente con l’obiettivo di prevenire, ridurre e, per quanto possibile, eliminare l’inquinamento dovuto alle attività industriali, sarebbe dovuta essere recepita nell’ordinamento giuridico nazionale entro il 7 gennaio 2013. Poiché gli Stati membri menzionati non hanno rispettato il termine fissato, il 21 marzo 2013 la Commissione ha notificato loro una costituzione in mora e trasmette ora un parere motivato. Se i quattro Stati membri non adotteranno i provvedimenti necessari entro due mesi, i loro casi potranno essere deferiti alla Corte di giustizia dell’Unione europea, che può imporre sanzioni pecuniarie.
Quanto influiscono le emissioni industriali sulla qualità dell'aria in Italia?
Per quanto la fonte principale dell'inquinamento atmosferico in Italia sia ancor il traffico - e in particolare quello dei mezzi pesanti - anche i fumi industriali fanno la loro parte. Prendiamo l'esempio della Lombardia, la regione più industrializzata del Paese.
Diossido di zolfo (SO2): Gas incolore, fortemente irritante per gli occhi e il tratto respiratorio. Per inalazione può causare edema polmonare ed una prolungata esposizione può portare alla morte. Le emissioni industriali contribuiscono per il 55% alla sua presenza in atmosfera.
Composti Organici Volatili (COV): contribuiscono alla formazione di ozono nella bassa atmosfera. Questo ozono in grandi quantità può essere molto dannoso per gli esseri umani, per la vegetazione, per le foreste e per le coltivazioni. Sui soggetti più sensibili, può causare irritazione alla gola e agli occhi e difficoltà respiratorie. L'ozono troposferico è anche un gas a effetto serra. Le combustioni industriali e l'uso di solventi chimici nei processi di lavorazione contribuiscono per circa il 60% delle emissioni.
CO2: anche qui i contributi principali sono le combustioni industriali e non industriali (40%), il trasporto su strada (33%) e la produzione di energia e la trasformazione di combustibili (23%).
(Dati Arpa Lombardia)