Greenpeace a Roma: solidarietà per 30 attivisti trattenuti in Russia.
Dal 19 settembre 28 attivisti e 2 giornalisti freelance sono trattenuti dalle autorità russe, accusati del reato di pirateria: erano a bordo dell'Arctic Sunrise per protestare pacificamente contro le trivellazioni petrolifere della piattaforma di Gazprom.
05 October, 2013
La mattina del 5 ottobre, in piazza Vittorio Emanuele, i volontari di Greenpeace hanno organizzato un'iniziativa di solidarietà per chiedere la liberazione dei 28 attivisti e dei due giornalisti freelance accusati del reato di pirateria dalle autorità russe. Tra di loro c’è anche l’italiano Cristian D’Alessandro, di Napoli. I volontari hanno srotolato due striscioni con il messaggio "Liberate i nostri attivisti" e "#FreeTheArctic30", mostrando i ritratti di alcuni degli attivisti e giornalisti coinvolti.
I 30 uomini e donne erano a bordo dell'Arctic Sunrise fino allo scorso 19 settembre, quando la Guardia Costiera russa ha abbordato illegalmente e sequestrato la nave rompighiaccio di Greenpeace in acque internazionali, in seguito a una protesta pacifica della nave contro le trivellazioni petrolifere della piattaforma di Gazprom.
Tre i giorni di mobilitazione promossi da Greenpeace Italia, che vedono oggi proteste e manifestazioni di solidarietà in diverse città d'Italia e del mondo. Oggi e nei prossimi giorni i volontari del Gruppo Locale di Roma saranno in alcune piazze della capitale per raccogliere firme a sostegno della liberazione dei 28 attivitisti e dei due giornalisti freelance.
“A causa dei cambiamenti climatici, i ghiacci artici si stanno sciogliendo rapidamente ma piuttosto che agire responsabilmente, le compagnie petrolifere sono pronte a rischiare nuove catastrofi, pur di accedere alle risorse artiche. La colpa degli attivisti è aver deciso di dire no a coloro che minacciano questo fragile ecosistema, per il bene del pianeta e di tutti noi” afferma Cristiana De Lia, responsabile campagna mare di Greenpeace Italia.
L’accusa di “pirateria” rivolta ai 28 attivisti di Greenpeace e ai due giornalisti freelance, ritenuta ingiustificata da diversi esperti di diritto internazionale, potrebbe costare loro 15 anni di prigione. Dal 24 settembre gli attivisti sono trattenuti in strutture di detenzione preventiva intorno alla città di Murmansk. Greenpeace chiede al governo italiano di sostenere l'azione del governo olandese presso il Tribunale Internazionale previsto dalla Convenzione ONU sul diritto del mare. Per chiedere la liberazione dei 30 detenuti in Russia si stanno mobilitando Premi Nobel, Ong come Amnesty International e Human Rights Watch e artisti.