Ecco il piano del governo sui rifiuti: diminuiscano ancora, anche gli sprechi
I tre capisaldi del decreto varato dal ministero dell'Ambiente per evitare di rincorrere le emergenze e cominciare a pianificare una corretta gestione dei rifiuti che, come vuole l'Europa, vede al primo posto nella scala delle priorità la riduzione. La sfida è riuscirci mentre il pil cresce - da La Repubblica del 10.10.2013
10 October, 2013
di Antonio Cianciullo
Diminuire i rifiuti mentre il Pil cresce. Arrestare l'emorragia degli sprechi alimentari. Assicurare vantaggi economici a chi gestisce in modo corretto gli scarti della casa o dell'industria. Sono i tre capisaldi del decreto varato dal ministero dell'Ambiente per evitare di rincorrere le emergenze e cominciare a pianificare una corretta gestione dei rifiuti che, come vuole l'Europa, vede al primo posto nella scala delle priorità la riduzione (seguono riuso, recupero, riciclo; infine la combustione con recupero di energia e, solo per il residuale, la discarica).
"Per una volta non ci troviamo a rincorrere le scadenze ma pianifichiamo con anticipo", ha spiegato il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando. "L'obbligo europeo è adottare un piano di azione per la prevenzione della produzione di rifiuti entro dicembre. Noi abbiamo varato a ottobre queste linee guida e le Regioni hanno ora un mese di tempo per recepirle o adattarle alle loro specifiche esigenze, coerentemente con lo spirito della normativa comunitaria".
Il punto centrale del programma è la spinta tecnologica che sollecita. Ridurre i rifiuti aumentando la produzione vuol dire migliorare l'efficienza degli impianti, cioè investire per ridurre i costi e diventare più competitivi. In altre parole creare le premesse per accelerare l'uscita dalla crisi. E il piano prevede una riduzione della produzione di rifiuti per unità di Pil del 5% per gli urbani e per gli speciali, del 10% per i pericolosi.
Il secondo pilastro della strategia di soluzione del problema rifiuti è la lotta contro gli sprechi. Per elaborare una strategia di intervento verrà creata una squadra coordinata da Andrea Segrè, il fondatore di Last Minute Market, l'associazione che ha lanciato la campagna a livello europeo e che proprio ieri ha dato la misura degli sprechi alimentari domestici: valgono lo 05% del Pil, 8,5 miliardi di euro.
Il terzo punto è l'applicazione del principio chi inquina paga. Il passaggio dalla tassa alla tariffa per i rifiuti prevede un meccanismo di dissuasione economica nei confronti di chi scarica sulla collettività i costi ambientali non facendo una corretta raccolta differenziata. Mentre continuare a pagare i rifiuti in base ai metri quadrati della casa è un evidente non senso ecologico ed economico. Così come sarebbe controproducente l'inclusione della voce rifiuti in una service tax che abbia parametri diversi dall'efficienza del sistema produttivo (e dunque del recupero delle materie incorporate nei beni).
Tra le misure da adottare ci sono la riduzione della posta indesiderata (tra i 10 e i 16 chili di materiale pubblicitario che finisce in ogni cassetta delle lettere); il passaggio alle bollette via mail; la riduzione del consumo di carta negli uffici pubblici. E, per premiare le aziende più attente alla gestione ambientale, l'applicazione del green public procurement, la quota di acquisti verdi da parte della pubblica amministrazione già prevista dall'Unione europea.