Genitori anti-smog, il primato negativo per la qualità dell'aria va all'Italia
L’Associazione Genitori Antismog lancia il suo grido d’allarme: ogni anno in Italia si spendono tra i 50 e i 151 miliardi di Euro in spesa sanitaria legata all’inquinamento dell’aria
15 October, 2013
L’Italia viola i limiti di quasi tutti gli inquinanti atmosferici previsti dalla normativa Europea. Questo il grido d’allarme dell’Associazione Genitori Antismog, attiva da oltre 10 anni nella difesa della qualità dell’aria, a fronte dei dati del Rapporto 2013 sulla Qualità dell’Aria in Europa pubblicato oggi dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA). “I dati del Rapporto EEA sono preoccupanti” commenta Anna Gerometta, Presidente di Genitori Antismog. “L’Italia è in cima alla classifica dei paesi in cui il limite del PM10 è superato più frequentemente, oltre ad essere tra i paesi nei quali nel 2011 è stato superato anche il valore-obiettivo per il PM 2.5.”
Ma non è questo l’unico primato italiano: il nostro Paese ha registrato il valore più alto d’Europa per l’ozono, pari a tre volte il valore-obiettivo fissato. A livello europeo, secondo l’EEA, l’ozono ha un impatto sulla produzione agricola pari ad una perdita di 27 milioni di tonnellate di grano. La situazione italiana, dunque, dove si registrano violazioni per il monossido di carbonio, il biossido di azoto, il nichel, il Benzene e il Benzo[a]pirene, è così grave da dover richiamare l’attenzione di chi governa affinché il tema dell’aria venga posto come prioritario.
“Il Rapporto dell’EEA ricorda che nuove evidenze scientifiche[1] dimostrano la gravità dell’impatto sanitario a livelli anche molto inferiori a quelli normativamente previsti e traccia una classifica sconsolante per l’Italia che si ritrova sempre fanalino di coda” continua Anna Gerometta. “A questi dati si aggiungono quelli che indicano che in Italia il solo costo sanitario legato all’inquinamento dell’aria si attesta fra 50 e 151 miliardi di Euro annui[2]. Tale inquinamento causa 65.000 morti premature [3]”. “I dati del Rapporto EEA” aggiunge Anna Gerometta “sono purtroppo confermati da quelli più recenti che vedono le popolazioni che risiedono nelle aree urbane italiane, in particolare quelle della Pianura Padana, esposte ad inaccettabili livelli di inquinanti dell’aria.”
Basti l’esempio dell’agglomerato di Milano, nel quale vivono oltre 3.500.000 di persone e in cui nel 2012[4] – secondo i dati AMAT - le centraline del PM10 hanno superato il limite di 50 µg/m³ per un numero di giorni pari a oltre 3 volte il numero consentito (117 giorni all’anno rispetto ai 35 consentiti). Lo stesso vale per le centraline che misurano il biossido di azoto – inquinante fra i più pericolosi per la salute – che hanno registrato il superamento del valore limite 99 volte, ovvero oltre 5 volte il numero ammesso dalla normativa vigente (18 giorni) con una media annua (55 mg/m3) che supera addirittura del 38% il limite normativo stabilito (40 mg/m3). Stesso discorso vale per quelle dell’ozono, con un valore superato oltre 60 volte, ovvero più del doppio rispetto a quello stabilito.
Milano non è l’unica città a guadagnarsi una medaglia per l’inquinamento. L’Associazione sottolinea come i dati del 2012, depositati pochi giorni fa dalle Regioni, confermino gravi superamenti dei limiti degli inquinanti nelle principali regioni italiane. Fra queste, per citarne solo alcune, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Liguria, Toscana , Campania, Puglia. Un’ampia porzione della popolazione italiana è esposta, non solo nei centri urbani, a un letale “areosol” che interferisce con lo sviluppo del feto[5], riduce lo sviluppo dei polmoni dei bambini[6], causa l’insorgenza di tumori al polmone[7] e aumenta l’incidenza di morte cardiovascolare e respiratoria. Genitori Antismog sottolinea come gli studi più recenti indichino un impatto per la popolazione esposta grave e ancora non del tutto quantificabile anche a livello cognitivo, con conseguente possibile perdita di potenziale delle nuove generazioni, che in tale “areosol” vengono alla luce e crescono.
“Noi di Genitori Antismog denunciamo la gravissima situazione italiana che emerge dal Rapporto dell’EEA” conclude Anna Gerometta “Situazione che ricopre di vergogna un paese che, da oltre 15 anni, avrebbe potuto e dovuto intervenire per ridurre le emissioni inquinanti e che invece è ancora incapace di proteggere la salute dei propri cittadini. L’Italia pur ritrovandosi alla soglia di una nuova procedura di infrazione per violazione delle norme sull’aria, preferisce investire le proprie risorse in infrastrutture per la mobilità privata che servono a pochi e in grandi eventi che poco o nulla lasciano alla popolazione. Inoltre, a titolo esemplificativo, il nostro Paese ostacola in sede Europea l’adozione di nuove norme sulle caldaie che comporterebbero un miglioramento dell’aria in Pianura Padana.”
Genitori Antismog - che a giugno 2013 ha presentato una petizione al Parlamento Europeo per ottenere che l’Italia venga richiamata al rispetto delle norme europee in tema di qualità dell’aria e alla protezione della salute della popolazione - invita i parlamentari europei italiani a supportare politiche sempre più incisive in materia di riduzione degli inquinanti e le Istituzioni Governative italiane ad una urgente rivalutazione delle politiche infrastrutturali nazionali affinché le risorse esistenti vengano destinate con priorità ad interventi specificatamente destinati alla mobilità sostenibile, oltre che a politiche energetiche e industriali che non siano in conflitto con il diritto dei cittadini di oggi e di domani a respirare aria pulita. Tutto questo, supportando i governatori delle Regioni e i sindaci dei centri urbani in modo che si votino concretamente alla riorganizzazione della mobilità.
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