Smog “ufficialmente cancerogeno”. Risarcimenti per i lavoratori?
L’ufficializzazione dell’OMS sulla cancerogenità dell’inquinamento atmosferico comincia a portare le prime conseguenze: ad Hong Kong, dove lo smog raggiunge spesso livelli di altissimo rischio, i lavoratori out door si organizzano: denunce in arrivo per i datori di lavoro
21 October, 2013
A volte, ci sono relazioni che vanno ufficializzate, anche se sotto gli occhi di tutti: dopo anni – decenni - di studi sul legame fra inquinamento atmosferico e cancro, finalmente lo Iarc ha potuto riconoscere che ci sono sufficienti evidenze scientifiche per considerare lo smog un fattore cancerogeno, come l’amianto e il benzene. L’inserimento dell’inquinamento atmosferico nel Gruppo 1 – che nella classificazione internazionale corrisponde a “sostanze note per gli effetti cancerogeni sull’uomo”, non è soltanto un passo avanti per il mondo accademico: è uno strumento che potrebbe rivelarsi decisivo per i lavoratori che hanno contratto forme tumorali lavorando all’aperto.
E non sono pochi, soprattutto nelle aree più inquinate del mondo, come la Cina: secondo Greenpeace alle centrali elettriche a carbone nella Cina del Sud potrebbero essere attribuite almeno 3.600 morti solo nel 2011. Numeri spaventosi, ma purtroppo tutt'altro che inverosimili. Uno dei problemi più grossi nell’accertamento delle responsabilità era, fino ad oggi, la mancanza di un’ufficializzazione del rapporto causa – effetto tra smog e patologie tumorali. Ma ora la situazione potrebbe cambiare. Ci vorrà molta cautela, certo, e molta pazienza: le cause del tumore sono molteplici, come spiega da anni l’Airc, l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro: “Non esiste comunque quasi mai, tranne in alcune rare forme ereditarie, un'unica causa che possa spiegare l'insorgenza di un tumore. Al suo sviluppo concorrono diversi fattori, alcuni dei quali non sono modificabili, come i geni ereditati dai propri genitori o l'età, mentre su altri abbiamo la possibilità di intervenire per ridurre il rischio di andare incontro alla malattia”.
Non solo: alla formazione dell’inquinamento atmosferico contribuiscono fonti diverse, e alcune nemmeno riconducibili ad un unico “colpevole”: si pensi al traffico stradale, per esempio. Ma ad Hong Kong, uno dei luoghi più inquinati della Terra, dove i picchi di polveri sono talmente alti da limitare la visibilità stessa, gli uffici legali si mobilitano. Secondo gli esperti intervistati dal Morning Post, le possibilità di ottenere un risarcimento per i lavoratori outdoor che hanno contratto qualche forma tumorale sono ora molto probabili.
“Le dichiarazioni ufficiali dell’OMS daranno un grande contributo nel consolidare la consapevolezza dei cittadini sulla relazione fra smog e cancro - hanno dichiarato i due legali intervistati, Albert Luk Wai-hung e Vitus Leung Wing-hang- Sempre più persone prenderanno seriamente in considerazione la possibilità di ricorrere ad azioni legali, ora che è venuto meno il freno principale. Fino ad oggi era difficile ottenere il riconoscimento della responsabilità dei datori di lavoro, nei casi in cui i lavoratori outdoor contraevano il tumore, e questo proprio per la mancanza di prove mediche effettive. Ma ora questa obiezione è stata fatta saltare”.
Secondo gli esperti legali, è ragionevole aspettarsi che in un futuro non troppo lontano i rischi per la salute derivanti dalla cattiva qualità dell’aria saranno riconosciuti come malattia professionale a tutti gli effetti, e come tali indennizzabili ai sensi delle leggi a tutela del lavoro. L’ammontare dell’indennizzo sarebbe valutato caso per caso, tenendo in considerazione l’età, le condizioni lavorative e la gravità della patologia contratta. Quanto tempo ci vorrà, è difficile dirlo. Ma la strada è stata aperta e non si torna indietro.
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