Stefano Caserini, Politecnico: case ecologiche, meno diesel e più bici. "Dobbiamo cambiare abitudini
L´esperto: in Lombardia siamo penalizzati dal clima, ma questo non può essere un alibi per non combattere lo smog - da Repubblica del 22.09.2005
22 September, 2005
<b>I caloriferi Si vive bene a 20 gradi e alzare la temperatura a 25 significa rubare risorse ai nostri figli
Oriana Liso</b>
«Traffico, riscaldamento, condizioni climatiche: tre spiegazioni valide del perché i valori del Pm10 continuano a salire. Ma nessuna di queste può essere un alibi per evitare di cambiare la situazione».
Professor Stefano Caserini, lei insegna i fenomeni dell´inquinamento al Politecnico. Come giudica i dati sullo smog presentati dall´assessore Zampaglione?
«Negli anni Ottanta la situazione era, se possibile, peggiore; ma c´erano misurazioni diverse. Sulle polveri fini siamo diventati più esigenti, le normative sono diventate più restrittive».
Il Comune ha presentato proposte e suggerimenti: tra i nemici ci sono i motori diesel.
«Certo, un problema reale è quello dei veicoli diesel, soprattutto se di grandi dimensioni. Parlo del trasporto merci, ma anche dei Suv che ormai circolano nelle nostre città».
Cerchiamo anche noi di stilare un decalogo delle cose da fare per rientrare negli standard europei.
«Bisogna cambiare il modo di costruire le città e investire sulla ricerca: dagli stili di vita personali alle politiche del governo, ognuno deve fare la sua parte, con interventi coordinati. Dobbiamo imparare a consumare meno risorse: quasi tutte le politiche di contrasto del Pm10 servono anche per ridurre le emissioni di gas serra».
Proviamo: settore mobilità, un impegno per i cittadini e uno per chi governa.
«La mobilità, in alcuni casi, incide al 50 per cento sullo smog. Esistono i mezzi pubblici - vanno incentivati, ma spesso quelli che ci sono restano ingolfati nel traffico privato -; le auto in condivisione; le bici per i piccoli spostamenti. Servono anche politiche di gestione della mobilità: ridurre le auto private, soprattutto diesel, e realizzare vere reti ciclabili».
E le domeniche a piedi, i blocchi del traffico?
«Mi rendo conto che a lungo termine questi provvedimenti non servono, ma a gennaio, nell´emergenza, non si può stare a guardare, e anche un giorno di blocco dà sollievo. Le domeniche ecologiche servono soprattutto a vivere le città in modo diverso, anche se sono interventi difficili e dolorosi».
Secondo settore, il riscaldamento.
«Serve costruire case che consumino meno energia, cioè case più calde con meno combustibile. E nei piccoli paesi bisogna incentivare l´uso della legna. I cittadini però devono limitare la temperatura nelle case: si vive bene a 20 gradi, alzare il termostato a 25 vuol dire non pensare che così rubiamo risorse alle generazioni future».
«La Pianura Padana è un bacino e non ci si può far niente» dice Zampaglione: è una giustificazione che regge?
«È vero, siamo in una zona svantaggiata. Ma questo non deve essere un alibi. Non abbiamo il vento che c´è a Copenaghen: ma lì si sono comunque impegnati a costruire reti ciclabili che possiamo solo invidiare».