Verso la "democrazia energetica". Intervista a Pietro Colucci
Intervista a Pietro Colucci, pioniere della Green Economy, tra i promotori della Fondazione Sviluppo Sostenibile. Colucci guida un Gruppo attivo nelle energie rinnovabili e nei servizi ambientali. Con lui parliamo di teleriscaldamento, teleraffrescamento, reti infoenergetiche e ... "democrazia energetica"
13 December, 2013
Intervistiamo Pietro Colucci, pioniere in Italia del binomio "energia da fonti rinnovabili - servizi ambientali", membro del Comitato di Presidenza di Fondazione Sviluppo Sostenibile, presidente di Sostenya, Gruppo attivo nel mercato delle energie rinnovabili e in quello della gestione dei rifiuti speciali, e coautore del libro “Vento a favore", scritto insieme ad Edo Ronchi. Sostenya è una Holding di Partecipazioni che si pone come obbiettivo di declinare le attività ambientali e quelle sulle energie rinnovabili in maniera integrata, secondo criteri di responsabilità, qualità ed efficienza. Con Colucci affrontiamo subito il tema del teleriscaldamento, una tecnologia di cui abbiamo recentemente parlato più volte, su ECO.
Dott. Colucci, che prospettive di risparmio e sostenibilità offre il teleriscaldamento? Il cittadino dello stabile allacciato ha davvero anche un risparmio economico?
Il teleriscaldamento permette di eliminare una pluralità di punti di combustione ed emissione (le singole caldaie degli stabili) con un unico punto di generazione industriale (che normalmente è presente oltre alle caldaie e riserva una sezione di cogenerazione ad alto rendimento) per sfruttare economie di scala, ottimizzazioni dei processi di gestione e monitoraggio delle emissioni, che vengono registrate in continuo e mantenute a disposizione degli enti di controllo. In questo modo, le emissioni vengono ridotte radicalmente. Il cittadino allacciato gode però anche di un risparmio sulla gestione termica in termini di manutenzioni ed investimenti per le sostituzioni periodiche (in media 10/12 anni) delle caldaie, delle canne fumarie, dei quadri elettrici (lo scambiatore di calore è invece a carico della società del teleriscaldamento che ne cura per tutto il contratto le manutenzioni sia ordinarie che straordinarie), sulle verifiche fumi, ecc. (oneri stimabili nel 15% dei costi del servizio riscaldamento).C'è poi la riduzione dell’IVA dal 22 al 10%, concessa per uso civile: alle scuole e alle case di cura, ad esempio.
Ma quanta "flessibilità" lascia il teleriscaldamento agli utenti, in termini di regolazione della temperatura? Qui a Milano si sono avute lamentele a metà ottobre, con riscaldamento già acceso e temperature esterne ancora miti.
Il teleriscaldamento è stato negli anni passati un servizio reso a impianti centralizzati. Negli ultimi anni si sono diffuse sia forme di distribuzione al singolo cliente, tramite moduli di distribuzione ai singoli alloggi (si tratta di stabili di recente costruzione), sia forme di gestione autonoma dei singoli sistemi di termoregolazione. La regolazione del servizio è sempre in capo al cliente o alla società di gestione dell’impianto. E’ evidente che ogni impianto centralizzato, servendo un complesso di alloggi con diversi fabbisogni di calore, può presentare esigenze di calore diverse e sensazioni diverse a livello dei singoli alloggi.
Come si stanno muovendo, secondo lei, Milano e Torino sul teleriscaldamento, con le rispettive Utilities A2A e IREN?
Le due società hanno realizzato importanti progetti sulle città di rispettiva competenza: in particolare su Torino il piano di espansione del servizio negli ultimi anni è stato importante ed ha raggiunto i 56 milioni di metri cubi serviti, quasi metà degli stabili della città di Torino.
Kinexia, una delle due società del Gruppo Sostenya, utilizza questa tecnologia anche per il teleraffrescamento. Un tema molto interessante, visto che si pone in sostituzione ai condizionatori d'aria, apparecchi super energivori. Come funziona e dove troviamo un sistema di questo tipo?
Il teleriscaldamento ad uso raffrescamento è una tecnologia già in uso e che abbisogna da un lato di impianti per la produzione centralizzata del freddo (presenti tipicamente in centri uffici, mentre gli stabili residenziali di norma non ne sono dotati), dall’altra di tecnologie efficienti, che ne rendano economica la trasformazione, da acqua calda del teleriscaldamento al freddo, con assorbitori. Ad oggi il costo di trasformazione è quello che non ha permesso una diffusione importante del servizio di raffrescamento tramite teleriscaldamento.
Parliamo di Smart Grid. Dal punto di vista dei singoli cittadini, quali vantaggi possiamo davvero aspettarci nel futuro?
Un vantaggio economico innanzitutto. La smart grid, per definizione, è un sistema di distribuzione e produzione dell’energia più efficiente e più sostenibile di quello attuale. Ciò si traduce nella razionalizzazione dei consumi energetici e nel conseguente risparmio di denaro per gli utenti. Inoltre ci aspettiamo che l’ampliamento della quota di energia da generazione distribuita si traduca in una gestione meno onerosa della rete. Ciò comporterà nel medio termine ricadute positive per famiglie e imprese. L’aspetto più entusiasmante è però un altro: le reti intelligenti segnano l’avvio di un processo di democrazia energetica nel senso più ampio del termine. L’utente non è più un mero consumatore, ma diviene membro attivo di una comunità di produttori-consumatori. Una comunità che prende coscienza dei propri comportamenti energetici e che ne trae vantaggio. Oggi attraverso la costituzione di gruppi di acquisto al fine di ottenere forniture energetiche più vantaggiose; domani costituendo un sistema tendente all’autonomia. Gli scenari di sviluppo sono tanti e tali da essere persino difficilmente immaginabili, ma una cosa è certa: indietro non si torna.
Al di là delle esperienze pilota (penso ad esempio ai "lampioni intelligenti" che varie città hanno installato), realisticamente, quali sono le prospettive di crescita delle Smart Grid?
Pensare alle Smart Grid come a una delle opzioni per il futuro è un errore. Le Smart Grid sono una soluzione obbligata. Lo sono da qualsiasi punto di vista, economico, tecnologico, ambientale e sociale. Il processo di diffusione di queste tecnologie è già in atto. La generazione distribuita, lo sviluppo di tecnologie a basso impatto ambientale, la necessità di fare efficienza: sono tutti concetti che prenderanno sempre più piede. In Sostenya abbiamo sviluppato il "Progetto Smart", un efficientamento energetico che parte dall’informatizzazione e da un migliore utilizzo delle infrastrutture di rete, grazie ad un software che - tramite algoritmi particolari - consente di monitorare al 100% la produzione e il consumo di energia della casa o del palazzo e di incrociare questi dati con informazioni che arrivano tramite web (p.e. previsioni del tempo), in modo da identificare dove e come l’energia viene prodotta e come può essere veicolata, da un punto all’altro, senza sprechi.
"Una sorta di “Facebook” della generazione distribuita dell’energia da fonti rinnovabili…
In effetti sembra futurista, ma le reti infoenergetiche sono al centro di diversi progetti pilota in tutto il mondo, specie in Europa e negli Stati Uniti. Anche in Italia sono in corso importanti sperimentazioni condotte da player di primissimo piano. In tutti i casi si tratta di iniziative ancora calate dall’alto, focalizzate più sull’aspetto tecnologico che sui risvolti sociali. Innovatec, il progetto di Sostenya, ha un’idea diversa, prendendo come punto di partenza il consumatore e le interazioni tra consumatori/utenti. Siamo convinti che il cambiamento debba essere culturale oltre che tecnologico! Per noi, e siamo i primi a farlo, il concetto di Smart Grid non può non andare di pari passo a quello dei social network.