Piove, polveri sottili abbattute a Milano? Intervista ad ARPA Lombardia
La solita "danza della pioggia" che Milano si trova costretta a fare quando le polveri sottili la soffocano per troppi giorni di seguito, questa volta è stata esaudita. Ma basterà un giovedì intero di pioggia ad abbattere i PM 10 che proprio mercoledì 18 a Milano hanno toccato il livello più alto (156 mcg/m3)? Lo abbiamo chiesto ad ARPA Lombardia
19 December, 2013
E alla fine arrivò la pioggia.
Dopo un inizio settimana di aria sempre più inquinata a Milano e provincia, le polemiche politiche e il contrasto Comune-Provincia sul Protocollo d'intesa antismog, da applicare o meno, si è arrivati a 12 giorni consecutivi di PM 10 oltre la soglia consentita dei 50 mg/m3, e con un record negativo di emissioni proprio il 12° giorno, mercoledì 18 (vedi dati allegati), ma la pioggia, auspicata dalla Provincia di Milano e già pronosticata da ARPA, è arrivata davvero.
Abbiamo chiesto ad ARPA Lombardia di spiegarci meglio in che tempi l'effetto benefico della precipitazione in corso potrà abbattere le polveri sottili e come queste misurazioni vengono effettuate. ARPA Lombardia, con le parole del suo presidente Bruno Simini, ha voluto tuttavia fare questa precisazione come premessa:
"C’è un dato da chiarire. Il Bacino Padano è una realtà virtuosa dal punto di vista delle emissioni pro capite e pro Pil: emettiamo infatti meno della media europea e in linea con i migliori Paesi, come Francia, Germania, Gran Bretagna. Il problema è che tutto ciò che si emette, rimane e fa fatica a disperdersi. Il nostro territorio è paragonabile a una stanza senza finestre, senza aerazione. Ciò è dovuto alla particolare conformazione dell’area: un bacino circondato da monti. Va da sé che il fattore meteoclimatico diventa determinante. In un contesto simile però in 10 anni stiamo ottenendo risultati importanti. Stando ai giorni di superamento (la soglia fissata dall’Europa è di 35 giorni), oggi siamo a 78 a Milano, nel 2012 alla fine dell’anno eravamo a 107. Quindi va meglio rispetto all’anno scorso. In più dal 2002 a oggi il valore si è più che dimezzato perché allora si registravano più di 160 giorni, ovvero per sei mesi circa all’anno eravamo oltre il limite. Questi sono traguardi importanti, raggiunti grazie anche a interventi regionali, che hanno contribuito al rinnovo del parco veicoli. Sicuramente resta molto da fare, ma il lavoro di Regione Lombardia fondato su azioni strutturali, come quelle stabilite dal Piano Aria, prosegue in questa direzione".
Intervista a Guido Lanzani, responsabile U.O. Qualità dell’Aria- Arpa Lombardia
Come previsto da ARPA, oggi 19 dicembre il meteo è favorevole alla dispersione degli inquinanti: in quanto tempo, con una pioggia moderata come l'attuale, le polveri sottili scendono dai 100 mg/mq a valori più bassi? Si prevede che già in giornata le centraline scenderanno sotto i 50 mg/mc?
La velocità con cui le concentrazioni diminuiscono è influenzata da diversi fattori, quali la quantità di pioggia effettivamente caduta, la presenza contemporanea del vento, il ricambio della massa d’aria conseguente all’arrivo del fronte. Va poi rilevato che per il PM10 ARPA, secondo quanto previsto dalla normativa, comunica la media giornaliera, che considera le concentrazioni presenti da mezzanotte a mezzanotte. Con una pioggia moderata come quella attesa nel pomeriggio (di giovedì 19 dicembre, NdR), i livelli di inquinamento presenti nell’aria alla fine della giornata saranno probabilmente inferiori a 50 ug/m3 ma non è facile prevedere se la concentrazione (media giornaliera) relativa alla giornata di oggi sarà complessivamente superiore o inferiore a tale limite.
Perché i dati sulle concentrazioni si riescono ad avere solo a tarda mattinata del giorno dopo? Sono riducibili tecnicamente questi tempi di attesa?
I dati delle concentrazioni richiedono la raccolta delle polveri in aria per tutta la giornata precedente. Dalla mezzanotte gli strumenti iniziano ad analizzare i filtri su cui le polveri sono state raccolte. La misura richiede però dei tempi tecnici non abbreviabili (tempi di condizionamento, di analisi, di verifica strumentale etc). I dati, che sono quindi disponibili ai tecnici ARPA in mattinata, devono essere validati. Successivamente sono disponibili al pubblico. Tali i tempi non sono quindi riducibili.
Dati Arpa, dati Provincia, dati AMAT: come funziona il passaggio dei dati tra questi organismi?
ARPA gestisce le stazioni e valida i dati. ARPA trasmette tali dati ad AMAT e alla Provincia, che li utilizzano per i propri fini istituzionali.
Dai dati ARPA si nota in questi giorni anche un'altissima concentrazione di PM 2,5 a Milano e dintorni, intorno agli 80/100 mg/m3. Perché se ne parla poco? Quanto sono più pericolosi, a parità di presenza nell'aria, rispetto ai PM 10? La pioggia li abbatterà in giornata negli stessi tempi dei PM 10?
Il PM2.5 NON è “altro” rispetto al PM10 ma è “UNA PARTE” del PM10. Il PM2.5 è infatti l’insieme di tutte le particelle con un diametro inferiore ai 2.5 micron, il PM10 di quelle inferiori a 10 micron (e quindi anche di 2.5 micron, comprendendo quindi anche il PM2.5). Il PM2.5 in pianura padana in inverno rappresenta una proporzione del PM10 variabile circa tra il 70% e l’80%, come si può vedere anche dalle misure quotidianamente pubblicare sul sito di ARPA . Essendo la frazione più fine del PM10 è quella che può penetrare più facilmente nelle vie respiratorie. Peraltro, essendo come detto il PM2.5 parte del PM10, in generale le azioni di contenimento del PM10 riducono (per il fatto stesso di ridurre il PM10) anche il PM2.5. Allo stesso modo, la pioggia ha in generale gli stessi effetti su PM10 e PM2.5.
di Stefano D'Adda