Alluminio, il principe dei materiali. Intervista al Consorzio CiAL
Intervista di fine anno al direttore Gino Schiona del Consorzio CiAL sul recupero dell'alluminio in Italia. Una raccolta differenziata di pregio che alimenta una delle prime 3 industrie mondiali (insieme alla Germania) del riciclo di questo metallo. Dalle semplici lattine, alle ultime bottiglie "fusion", i tanti imballaggi in alluminio che ci circondano. E un discorso a parte sulle capsule del caffè ...
20 December, 2013
Alluminio: "Elemento chimico di numero atomico 13, il cui simbolo è Al. Si tratta di un metallo duttile color argento, elemento comune che costituisce l’8% della crosta terrestre e si presenta in natura sotto forma di minerale: la bauxite".
Da anni l'Italia è il terzo Paese al Mondo, insieme alla Germania, dopo Stati Uniti e Giappone, nell’industria del riciclo dell’alluminio. Circa il 90% dell’alluminio prodotto nel nostro Paese proviene dal riciclo e non differisce da quello ottenuto dal minerale originale, poiché le caratteristiche fondamentali rimangono invariate. Nell’ultimo anno sono state riciclate in Italia circa 41.000 tonnellate di imballaggi in alluminio, pari al 61,6% dell’immesso sul mercato, grazie alla raccolta differenziata avviata da 5.500 Comuni italiani (circa il 70% del totale), con il coinvolgimento di oltre 45 milioni di abitanti (il 75% della popolazione italiana). Il recupero totale degli imballaggi in alluminio in Italia (quota di riciclo + quota di imballaggi avviati a recupero energetico) sale al 64,5% dell’immesso nel mercato.
Direttore, partiamo dal materiale; come si distingue nella raccolta differenziata l'alluminio dall'acciaio?
Sono ambedue "imballaggi metallici", ma la differenza è nel settore applicativo, che oggi vede l'acciaio circoscritto soprattutto alle bombolette spray e alle scatole delle conserve alimentari, perlomeno negli imballaggi primari della raccolta differenziata. Tutto il resto è in alluminio. Le differenze come materiale sono che l'acciaio ha il ferro, che si fa attrarre, l'alluminio invece è amagnetico. Ma la vera chiave è il peso specifico: 2,7 per l'alluminio, 9 per l'acciaio. Quindi a parità di volume l'alluminio pesa 1/3 dell'acciaio, questa è un'importante caratteristica come filiera, con l'alluminio trasporto il 66% in meno di peso, a parità di volume. Altra differenza è la temperatura di fusione, 700 gradi per l'alluminio e 1000 per l'acciaio; quindi per rifonderlo ci metto molta meno energia e questo contribuisce all'energy saving del riciclo.
L'alluminio è il principe dei materiali da imballaggio, quali sono gli altri suoi pregi?
Ha una grande capacità di assorbire energia, un collassamento della struttura controllato, ecco perché è molto usato nell'automotive. La sua duttilità ne amplia le possibilità di lavorazione: quella classica è il fuso, lo fondo e gli dò la forma necessaria, ma l'Al si lavora anche "per estrusione", come fai con la macchina della pasta; poi si ottengono i laminati, grazie ai rulli di laminazione, e si può arrivare a spessori di pochi mm, a freddo anche di pochi micron (6,5 micron, che è 1/10 dello spessore di un capello), ad esempio per le applicazioni nell'alimentare, come poli-accoppiato, come l'interno dei cartoni del latte. Insomma: poca massa, un effetto barriera che ferma luce, batteri, ossigeno, impermeabilità. L'alluminio è il massimo della protezione e prevenzione nell'alimentare.
Poi c'è l'infinita possibilità di riciclo, col recupero di un materiale che non perde nulla dall'originario. Lo sapevate che, grazie alla sua riciclabilità continua, il 70% dell'alluminio prodotto negli ultimi 100 anni è ancora tra noi, in qualche imballaggio o carrozzeria di treno o automobile?
Gli imballaggi appunto. Si è partiti con le lattine, ma ora si vedono contenitori, tappi e pellicole di ogni genere in alluminio.
Siamo partiti come filiera alla fine degli anni '70 con le lattine per bevande, perché il primo decreto 475/1988 dava importanza soprattutto al "beverage". Poi con la nascita del sistema CONAI la raccolta si è allargata ai tanti altri imballaggi in Al: le scatolette di pesce e carne, i tappi e le capsule, le vaschette, il foglio d'alluminio (quello che chiamiamo Domopack, che è un marchio), il rivestimento del cioccolato, i tubetti alimentari, quelli dei dentifrici, le bombolette aerosol e quelle dei profumi. Infine si è rivoluzionato il mondo delle lattine, da anni l'Al ha permesso di passare dalla lattina alla bottiglietta modello "fusion", con la possibilità di richiuderla, ma sempre in alluminio. Inoltre vanno considerati i poliaccoppiati plastica/alluminio (sacchetti del caffè, surgelati, involucri dei cioccolatini, cartoni per bevande).
Come funziona l'industria del riciclo in Italia?
Gli imballaggi arrivano ai centri di selezione dove vengono separati e pressati, poi arrivano alle fonderie, dove avviene la fusione vera e propria del prodotto, liquefatto a 700 gradi circa. Il risultato sono dei lingotti in alluminio che vengono venduti al mercato e daranno vita a nuovi imballaggi o oggetti.
L'Italia è la terza industria al mondo, insieme alla Germania, come capacità di rigenerare alluminio. Per fare questo siamo anche dei grandi importatori di rottami, circa il 50% arriva dall'estero, ma più la raccolta differenziata interna viene alimentata, meno dobbiamo importare rottami da altri.
Si può dire che dopo la chiusura di ALCOA (colosso mondiale nella produzione di alluminio), oggi l'Italia produce quasi solo alluminio da riciclo, con un enorme risparmio energetico, circa il 95% in meno rispetto alla lavorazione dal minerale originario, la bauxite. Si può dire che tra gli imballaggi è il materiale che da i maggiori vantaggi economici ed ambientali, ad essere riciclato.
Anche se incide poco come peso, leggendo i dati Anci CONAI si vede che la raccolta differenziata dell'Al è aumentata del 10%. Lo tratta tutto CiAL l'alluminio in Italia?
Il mercato è libero e ci sono anche altri soggetti privati, CiAL ha sempre tenuto conto di questa realtà, tant'è che l'ultima indagine Antitrust fatta nel settore ha escluso presenze di monopoli o cartelli. CiAL è il soggetto previsto dalla legge, senza fini lucro e che lavora con un protocollo di 5 anni. Il nostro pregio è di garantire un valore economico certo al materiale, altri soggetti che lo comprano non riescono a farlo. Noi abbiamo sempre garantito un corrispettivo stabile, anche nel 2009 quando il valore sul mercato era bassissimo e non si sapeva dove conferire l'alluminio. Chi conferisce al Consorzio, fa anche una scelta di legalità.
Metodo di raccolta: consigliate sempre ai Comuni quello "plastica-alluminio"? Perchè?
Sì, va ricordato che è comunque il Comune che decide il proprio sistema di raccolta. Noi consigliamo il multimateriale leggero (plastica e metalli), per più ragioni: alluminio e plastica hanno il massimo di compatibilità in fase di raccolta, essendo ambedue imballaggi leggeri; quando li differenziamo, inoltre, è meglio non esagerare come pressatura, non schiacciarli troppo, perché se troppo schiacciati, poi fatichi a separarli. Anche la raccolta "alluminio-vetro" è valida, del resto esiste dagli anni '80, ma meno compatibile, perché se dei frammenti di vetro entrano nelle lattine, può essere molto difficile separarli nel processo di selezione.
Comunque abbiamo anche delle convenzioni che contemplano il recupero dell'alluminio dall'indifferenziato, perché un'altro pregio di quest'imballaggio è che può essere sempre selezionato con successo, anche se si è mischiato a scarti alimentari. Quindi possiamo recuperarlo anche da impianti meccanico-biologici di trattamento rifiuti, abbiamo un accordo del genere con l'impianto di Parma, il nuovo inceneritore, che ha un ottimo impianto di separazione dei metalli dalle scorie, che permette di recuperare anche tutte le ceneri pesanti (da metalli), che rimangono dopo la termovalorizzazione. Naturalmente però la raccolta differenziata resta sempre la soluzione che più incentiviamo.
Mi parlava anche un progetto ad hoc per le capsule del caffè?
Le capsule del caffè al momento per legge non sono ancora dichiarate imballaggio, il tema è discusso a livello europeo, perché non restano vuote dopo l'uso. Ma tre anni fa in Italia ci ha contattato NESPRESSO, che desiderava comunque avviare un processo di recupero con CiAl. Oggi con NESPRESSO abbiamo avviato una collaborazione nei loro 35 punti vendita italiani, che permette al cliente, privato o esercizio commerciale, di riportare le capsule usate, che vengono avviate ad un centro di trattamento che separa l'alluminio dai fondi di caffè, avviando il primo alle fonderie e il secondo alla raccolta umido per il compostaggio. Si chiama Ecolaboration, il primo circuito di recupero del genere in Italia.
di Stefano D'Adda