L'amarezza dei ciclisti per Pisapia. L'intervista di RadioBici a Eugenio Galli (Ciclobby)
RadioBici ha intervistato con l'inizio dell'anno Eugenio Galli, presidente di Fiab-Ciclobby Milano, per un bilancio sulla prima metà mandato, della Giunta Pisapia, in tema di mobilità sostenibile - da RadioBici del 10.01.2014
12 January, 2014
Intervista di RadioBici
I bilanci si fanno alla fine ma non possiamo più nascondere amarezza e delusione. Il presidente di Fiab Ciclobby, Eugenio Galli, è allarmato davanti alla prospettiva che i grandi progetti che dovrebbero dare un volto nuovo alla città vengano messi in un cassetto. La prima preoccupazione riguarda l’allargamento dell’AreaC che in pochi considerano ora una possibilità concreta: “Non possiamo continuare ad attendere: c’è bisogno di cambiamenti visibili”. Fiab Ciclobby, la “sezione” milanese della federazione degli amici della bicicletta, alza la voce con Giuliano Pisapia. In realtà da almeno due mesi i rapporti sono cambiati. Il primo segnale è arrivato quando anche il presidente di Ciclobby ha firmato una lettera che i Genitori Antismog hanno inviato al sindaco Pisapia. Sabato a Palazzo Marino la maggioranza ha iniziato un confronto sulla road map per la seconda parte della consiliatura.
Partiamo dalla lettera del consigliere radicale Cappato: il tema è l’allargamento dell’Area C. Se l’amministrazione non la metterà a bilancio entro i prossimi due mesi questa misura salta ad un’eventuale prossima consiliatura. Pensi andrà a finire in questo modo?
Io non so se andrà a finire così, se davvero questa amministrazione dovesse puntare a tatticismi, dilazioni e ulteriori rinvii su questi temi, saremmo di fronte a un fallimento politico dalle conseguenze non prevedibili. Se non si vuole allargare l’area soggetta a congestion charge, lo si dica apertamente, se ne spieghino i motivi ai cittadini che hanno votato a larga maggioranza il referendum consultivo e si chiarisca quali azioni si intendono perseguire da qui a fine mandato, per raggiungere obiettivi concreti e misurabili: questo è il senso di una politica responsabile.
A Palazzo Marino tra i consiglieri di maggioranza sono in molti a pensare che l’allargamento di areaC sarebbe un autogol dal punto di vista elettorale.
Credo che sbaglino. Io penso che l’autogol c’è se manca una visione chiara e se non si è capaci di comunicarla e di condividerla con la città, assumendosene la responsabilità e favorendo una partecipazione attiva, reale e non solo di facciata, che possa costruire un senso di appartenenza civica (da non confondere con l’appartenenza partitica).
Benché io non ritenga che le intere sorti dell’amministrazione dipendano solo da AreaC, ai consiglieri di maggioranza (ma non solo a loro) ricordo che il tempo del cambiamento è ora, non domani. Anche perché potrebbe non esserci una prova d’appello.
Anche la versione attuale di Area C è costata comunque scontri e ricorsi al Tar.
Le decisioni in tema di ambiente, traffico e mobilità non sono politicamente neutre. E’ chiaro che sono da mettere in conto critiche, difficoltà, anche scontri. Ma se la visione è nitida e la linea tracciata è chiara e coerente, se c’è un gioco di squadra che funziona, se c’è una relazione di fiducia, i cittadini sono disposti a sostenere l’impegno di un cambiamento che tocca pure consolidate abitudini individuali, a fronte di benefici collettivi percepibili.
Vorrei ricordare a tutti che Fiab Ciclobby, insieme alle altre associazioni ambientaliste milanesi (GAS, Italia Nostra, Legambiente, WWF e FAI) ha sostenuto anche in giudizio il Comune di Milano in tutti i ricorsi contro AreaC che erano stati presentati al TAR e al Consiglio di Stato da cittadini e aziende: non era scontato che lo facessimo, e ci siamo anche assunti il rischio di conseguenze per noi difficilmente sopportabili, nel caso di esito negativo con l’eventuale condanna alle spese a nostro carico. Non era scontato, dunque, ma lo abbiamo fatto convintamente, credendoci, e ritenendo necessario uno scatto di coraggio anche da parte della cosiddetta società civile per sostenere con forza un cambiamento che riteniamo necessario e non rinviabile. Non possiamo accettare passi indietro.
Qualche giorno fa la vicesindaco De Cesaris ha detto che questa amministrazione sarà ricordata come la giunta delle persone per bene che lavorano per l’interesse della città, che possono anche sbagliare ma in buona fede e mai per interessi personali. Quali sono gli errori dei primi due anni e mezzo di governo? Che errori temi possano commettere?
Ho molta stima per Lucia De Cesaris, ma il problema, come spesso accade, più che per le singole persone o i singoli casi, riguarda la visione sottesa alle scelte stesse. La cancellazione delle DomenicheAspasso è, ad esempio, in questo senso altamente significativa, e ha spinto tutte le associazioni ambientaliste milanesi a una dichiarazione congiunta molto dura nei mesi scorsi.
Le difficoltà nelle quali si muove l’amministrazione di Milano, tra una crisi economica devastante e il taglio dei trasferimenti statali agli enti locali, sono note a tutti. Sappiamo che risalire la china è impegnativo e difficile, che l’arretrato di Milano è, sui nostri temi, spaventoso. Ma anche per questo motivo sono necessarie scelte coraggiose sostenute da visioni chiare. Per stimolare le energie migliori, che nella città ancora esistono.
Ecco, l’errore peggiore sarebbe quello di pensare di vivacchiare, di limitarsi a gestire l’ordinario, di rinunciare a sognare una città sorridente, amichevole, vivibile e a misura di persona. Sarebbe l’ennesima miopia di Milano, ma decisamente più insopportabile delle precedenti.
Può bastare Area C come misura per dare il bollino verde dal punto di vista delle misure per la mobilità sostenibile a questa amministrazione?
No. AreaC è certo un tassello importante, con risultati significativi che andrebbero meglio comunicati e fatti conoscere in modo diffuso e non solo agli addetti ai lavori. Ma non dimentichiamoci che AreaC è la trasformazione (da pollution a congestion charge) di Ecopass, nata con il sindaco Moratti e fortemente voluta dall’allora assessore Croci. Non voglio con questo banalizzare un provvedimento importante, quale è AreaC, tuttavia qualcuno ritiene che, se non fossero esistiti Ecopass e il referendum del 2011, le resistenze avrebbero avuto certamente partita vinta, contro ogni misura di limitazione del traffico. Ma la storia non si fa con i se…
Per altro verso, in tema di mobilità ciclistica, a parte una discreta diffusione di rastrelliere in città, prima totalmente mancanti, e qualche estensione di BikeMi (anch’esso, progetto non originale di questa amministrazione…) manca un Piano della Mobilità Ciclistica: non sono stati fatti grandi passi avanti in termini di servizi, segnaletica, infrastrutture, manutenzione e sicurezza stradale di cui il ciclista ha invece un bisogno vitale. Tutto si dipana fra difficoltà normative e lentezze burocratiche, con una regia politica debole. E questo, nonostante il sindaco abbia persino deciso di dotare la macchina amministrativa di una direzione specifica dedicata al progetto ciclabilità, tenendo conto che la bici tocca ambiti trasversali alle competenze di diversi assessorati. Ma non possiamo continuare ad attendere: c’è bisogno anche qui di cambiamenti visibili non solo nei tempi lunghi che, come diceva un noto economista, sono quelli in cui saremo tutti morti.
L’assessore alla sicurezza Granelli da un anno non risponde alla vostra richiesta di report mensili sulle contravvenzioni. Come valutate questo silenzio?
Granelli con il suo silenzio sta a nostro parere commettendo un errore grave, da molti punti di vista, rendendosi intrinsecamente complice di una situazione che ha responsabilità diverse. Lo abbiamo fatto presente con estrema chiarezza, sia a lui personalmente sia, pubblicamente, al Tavolo della ciclabilità, perché ognuno deve poi assumersi fino in fondo le responsabilità delle conseguenze che derivano dalle proprie azioni, come dalle omissioni.
Il car sharing viene letto come una misura che favorirà la mobilità sostenibile. Pensi che ci saranno meno auto grazie a questo servizio?
In linea teorica, sì: un buon servizio di car sharing può aiutare a superare abitudini consolidate e pigrizie dissimulate dietro l’alibi di “non poter fare a meno dell’auto”. Dopodiché molto dipende da come il servizio viene gestito. Occorre, a tal proposito, che l’amministrazione sappia governare il fenomeno aumentando finalmente i controlli (usare l’auto condivisa non significa potersi muovere senza regole e parcheggiare dove capita), modulando costi e agevolazioni, cioè usando in modo appropriato le leve di incentivo e disincentivo, e facendo in modo che allo stesso tempo si rinforzino tutte le forme di mobilità sostenibile: trasporto pubblico, ciclabilità e pedonalità.
Un anno e mezzo di tavolo di ciclabilità a quali risultati ha portato?
Non moltissimi, purtroppo, nonostante la fatica e l’impegno che quegli incontri hanno comportato per chi vi ha partecipato (ricordo fra l’altro che noi siamo tutti volontari). E tenendo presente che da giugno dello scorso anno non si sono più tenute riunioni. Nell’ultimo numero del 2013 di Ciclobby Notizie abbiamo fatto il punto su questo tema con un editoriale dal titolo inequivoco: “Pestando l’acqua nel mortaio”. Invito tutti a leggerlo e meditarlo. Noi siamo disposti a continuare nell’impegno, ma non a qualunque costo. L’impegno è sempre faticoso, ma non conosciamo altri modi per cercare di ottenere dei risultati: per questo è bene che esso non appaia uno sforzo inutile.
Poiché non tutte le responsabilità sono della Giunta, spero poi che anche da parte dei consiglieri ci possa essere una iniziativa più forte e visibile su questi temi, con un'attenzione che, proprio sulla ciclabilità, dovrebbe essere bipartisan.
Qual è il tuo messaggio per il sindaco Pisapia?
Che si renda più visibile alla città. Sui temi dell’ambiente, del traffico e della mobilità sostenibile, gli piaccia o no, Giuliano gioca la sua partita di credibilità e verrà giudicato. L’investitura ricevuta su questi temi era forte e chiara. Le difficoltà erano note in anticipo. Occorrono risposte all’altezza della sfida. Ogni elusione sarà vista come una fuga dalla responsabilità di un cambiamento promesso ed atteso. Una occasione irrimediabilmente perduta.
Le critiche non vanno respinte con fastidio, né accantonate con indifferenza. Vanno ascoltate per quello di vero e di sincero che contengono, quando non sono frutto di pregiudizio ostile ma di amore verso Milano e anche di affetto nei confronti di quelle persone per bene che hanno scelto di prendersi cura della città in un momento così difficile.
Pensi che sia possibile o utile tornare in strada per un’altra volata per chiedere l’applicazione dei referendum ambientali?
Premesso che Fiab Ciclobby non era tra gli aderenti al comitato referendario, anche se molti di noi avevano firmato per la consultazione, e pur avendo criticato i quesiti che, per ampiezza, rendevano difficile una risposta ristretta ad un sì o ad un no, e costituivano semmai un programma di governo di una intera legislatura, vorrei dire che la volata, a questo punto, me la aspetto da chi amministra la città, per dimostrare la concretezza della volontà politica, non dagli amministrati. In questi anni, noi non abbiamo mai smesso di pedalare.