Milioni di metri cubi su Roma: il nuovo piano casa ed il dossier di Legambiente
Scompaiono i servizi ed i quartieri diventano sempre più dormitori. Il nuovo testo del Piano casa porta molti cambiamenti a quello della Giunta Polverini, ma l’impatto su Roma rimane enorme
20 February, 2014
L’ultimo piano casa per la Regione Lazio risale al 2009 con la Legge regionale dell’11 agosto. Con questa, la giunta Polverini/Ciocchetti, rendeva edificabili milioni e milioni di metri cubi di suolo e consentiva il cambio di destinazione d’uso dei territori destinati ai servizi.
Con le proposte di legge n.75 e 76 della Regione Lazio il problema è stato quantomeno arginato. Nel dettaglio:
- scompare la norma che avrebbe consentito di chiedere il cambio di destinazione d’uso a residenziale per le aree destinate al verde pubblico e servizi standard
- è stata cancellata la possibilità di applicare il Piano Casa sugli immobili ricadenti nelle aree agricole
- eliminata la norma che prevedeva l’applicazione del Piano Casa sugli immobili ricadenti nelle Aree 4/Aree di sviluppo economico e sociale dei Parchi Regionali dotati di Piano d’Assetto
- è stata eliminata la norma che consentiva l’applicazione del Piano Casa sugli immobili ricadenti in aree con vincoli paesistici
- è stata cassata la norma che prevedeva, ai fini dell’accesso al Piano Casa, la possibilità dell’autocertificazione degli immobili tuttora privi di concessione edilizia in sanatoria, che avrebbe costituito un gigantesco “perdono edilizio”
Per quanto fondamentali, queste modifiche non sono decisive per segnare davvero un salto rispetto al precedente piano. Secondo le stime del dossier di Legambiente infatti, l’attuale piano, consentirebbe la costruzione di un numero di metri cubi compreso tra 2.745.600 e 4.529.894 che si spalmerebbero su una superficie che potrebbe raggiungere 1.415.591 mq. Tutti metri cubi occupati esclusivamente da abitazioni che trasformerebbero i quartieri interessati in enormi dormitori privi di servizi, peggiorando la qualità della vita degli abitanti e mettendo a rischio l’integrità del suolo.
Legambiente chiede in prima battuta che sia data la possibilità ai comuni di decidere autonomamente se applicare o meno la legge del piano casa. In secundis, è fondamentale intraprendere opere soprattutto di riqualificazione dell’esistente poiché “portare altre case in quartieri con rilevanti problemi idrogeologici”, ha detto Roberto Scacchi direttore di Legambiente Lazio, “sarebbe una scelta sciagurata”. E dello stesso avviso è anche Cristiana Avenali che ritiene necessari altri tipi di intervento per quartieri come Prima Porta e l’Infernetto dove “applicare l’attuale piano casa potrebbe portare ad esiti drammatici”.
Il Dossier completo è consultabile al seguente link