La Regione Lazio approva la legge per la ripubblicizzazione del servizio idrico
Recepiita finalmente la schiacciante vittoria referendaria del 2011. La nuova legge ridefinisce le risorse idriche un patrimonio comune su cui non è possibile lucrare
17 March, 2014
Entusiaste le reazione delle associazioni ambientaliste e dei comitati. Primo fra tutti il Coordinamento l'Regionale Acqua Pubblica che ha perfino indetto una conferenza stampa 18 marzo, alle ore 11.30, presso la sede del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, in via S.Ambrogio, 4 a Roma.
È stata infatti approvata all'unanimità la proposta di Legge popolare n°31, che individua nell'acqua un bene su cui non è possibile lucrare e che deve essere posta sotto la tutela delle istituzioni e non dei privati. La Regione Lazio ha quindi finalmente recepito i risultati del Referendum del 2011 in cui i due quesiti abrogativi a favore della gestione pubblica delle risorse idriche, ottennero rispettivamente il 95,35 % ed il 95,80 % di risposte positive.
Entusiasti anche i commenti di Legambiente. “L'approvazione in Consiglio Regionale della legge sull'acqua pubblica è innanzitutto una vittoria per i cittadini a seguito dell'esito referendario – dichiara Roberto Scacchi, direttore di Legambiente Lazio-. Con questa legge il Lazio diventa la prima regione d'Italia che sancisce in maniera inequivocabile che l'acqua è un bene pubblico inalienabile la cui gestione deve essere ri-pubblicizzata. È arrivata finalmente una risposta chiara nel Lazio nel rispetto della volontà dei 37.000 cittadini e i 40 comuni che hanno firmato la legge di iniziativa popolare presentata dal movimento per l'acqua pubblica. Una gestione pubblica del servizio idrico integrato e l'abolizione della remunerazione del capitale investito nella tariffa garantiscono un diritto fondamentale per tutti i cittadini, la tutela di un bene comune indispensabile. La buona qualità del servizio è imprescindibile per una risorsa primaria senza la quale è impossibile vivere. Un successo totale a due anni dalla volontà espressa in maniera così netta anche da 2.485.334 cittadini laziali nel referendum. Fondamentale è stato il lavoro del comitato regionale per l'acqua pubblica formato da tante realtà associative e territoriali compresa Legambiente e tanti comuni piccoli e grandi, capaci insieme di far realizzare un sogno che sembrava irraggiungibile; il nostro apprezzamento va a quanti in consiglio regionale hanno lavorato e si sono battuti per questo enorme risultato, dall'assessore all'ambiente Fabio Refrigeri alla consigliera regionale Cristiana Avenali che da sembra si batte per l'acqua bene comune."
La legge indica chiaramente che nel Lazio l'acqua è un bene inalienabile e per l'associazione ambientalista, questa vittoria di tutti i cittadini deve produrre il blocco immediato dei distacchi dell'erogazione per morosità e la risoluzione rapida di ogni problematica legata alla qualità, per i tanti cittadini con i rubinetti chiusi a causa del scarsità della risorsa o della presenza di arsenico.