Area Thyssen, per Legambiente deve diventare un ecoquartiere all’avanguardia
Le proposte di Legambiente per la riqualificazione dell’ex sito industriale: “Partire dalle bonifiche e dare risposte ai bisogni della collettività con una visione che tenga assieme aspetti urbanistici, sociali, ambientali e di innovazione”
24 March, 2014
Restituire alla città di Torino l’area Thyssen, partendo dall’analisi e dalla completa bonifica dei terreni su cui insiste l’ex sito industriale, trasformando quella che fu una tragedia per la collettività in un grande esperimento di Ecoquartiere. Una soluzione innovativa, smart, ma soprattutto funzionale al suo recupero per l’intera cittadinanza.
È la proposta che Legambiente lancia dal Treno Verde, la storica campagna realizzata in collaborazione con Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane che sta facendo tappa al binario 1 della stazione Porta Nuova di Torino. Il tema del recupero della Thyssen sarà affrontato oggi martedì 25 marzo ore 17:30, a bordo della quarta carrozza del Treno Verde, in sosta al binario 1 della stazione Porta Nuova, nel corso dell’incontro “Ecoquartieri, studio di un caso: Area Thyssen”. Intervengono: Andrea Poggio, vice direttore nazionale Legambiente; Flavia Bianchi, responsabile Urbanistica Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta; Domenico Chiesa, presidente Forum per la Scuola e l’Educazione del Piemonte; Silvana Fagnani; presidente Circolo Legambiente l'Aquilone. Si tratta di una delle più importanti aree di futura trasformazione di Torino: l’Area Thyssen - llva - Castello di Lucento. Sita all’ingresso nord-ovest della città, in un luogo dove ci sono: un castello storico, due parchi, il fiume Dora Riparia, un’area industriale ormai dismessa, tragicamente nota per essere stata protagonista di un terribile incidente sul lavoro, un carcere, una centrale turbo gas di notevoli dimensioni, una discarica di rifiuti industriali tra le più grandi d’Italia, la Barricalla, un nuovo insediamento residenziale di 2500 famiglie, la E27/E29 da altri denominata Borgata Frassati.
“L’area Thyssen –dichiara Silvana Fagnani, presidente Circolo Legambiente l'Aquilone - deve diventare un luogo nuovo ma non senza memoria. Quindi proponiamo che una parte dell’area debba diventare un Centro di studi e di ricerca sul tema della Sicurezza sul Lavoro, aperto alle imprese, alle scuole, all’artigianato, ai cittadini. E’ il modo migliore per ricordare i sette i operai bruciati vivi nella notte del 6 dicembre 2007, nella “Fabbrica Maledetta”. Ma per fare questo è necessario innanzitutto che il Comune di Torino tenga conto dei reali bisogni degli abitanti del quartiere e della sostenibilità sociale e ambientale, prima ancora di qualsiasi ipotesi edificatoria. Soprattutto, però, ci chiediamo chi farà le bonifiche e quando finalmente saranno avviate sia le analisi dei terrenti che insistono nell’area e sia lo studio sui rischi di esondabilità della zona. Una cosa deve essere chiara da subito: ad essere tutelati devono essere gli interessi della collettività e non esclusivamente quelli della proprietà come purtroppo sospettiamo stia per accadere”.
Un Ecoquartiere-Thyssen che sia capace anche di generare nuove opportunità lavorative, attività e impieghi locali, di ospitare comunità creative e svilupparsi secondo moderni principi di governo (solidarietà, partecipazione, partenariato); dalle prime fasi di progettazione degli interventi, bisogna, quindi, saper cogliere le potenzialità economiche esistenti e di contesto; tener conto di criteri della sostenibilità in ambito edilizio ed urbanistico, immaginare un piano di edilizia sociale che venga incontro alle esigenze dei nuclei familiari e di chi vorrà viverci. “Abbiamo di fronte una grande opportunità: affrontare i problemi delle periferia torinese, così come quelle italiane, con una visione che tenga assieme aspetti edilizi e urbanistici, ambientali e di innovazione, che sia capace di stare dentro le politiche europee e le risorse previste per l'energia e il clima – dichiara Andrea Poggio, vice direttore nazionale di Legambiente – Un ecoquartiere in quest’area può rappresentare una proposta di identità per il quartiere e di partecipazione dei cittadini, nella progettazione e nella gestione, attivando i necessari processi bottom up che, in Europa, hanno dimostrato di garantire un alta percentuale di successo in fase attuativa. Attraverso gli ecoquartieri proponiamo una procedura innovativa di intervento per la riqualificazione urbanistica. Perché riqualificare interi quartieri deve servire spesso ad interconnetterli con il resto della città, addensando attorno ai poli, ai nodi di trasporto pubblico, per proporre una mobilità nuova e restituire a verde parte della superficie oggi asfaltata e cementificata. Torino ha l’occasione di avviare questo processo proprio a partire dall’area Thyssen”.