LED, l'esperto Diego Bonata: «Inquinanti e inefficienti a medio e lungo termine»
I LED permettono davvero di ridurre dei costi e i consumi per l'illuminazione pubblica? E cosa comportano in termini di comfort e di inquinamento luminoso? Eco dalle Città lo ha chiesto a Diego Bonata, ingegnere aerospaziale esperto in materia di inquinamento luminoso
04 April, 2014
Sono sempre più numerose le città, a cominciare da Torino e Milano, che progettano di sostituire i vecchi lampioni stradali (in parte o completamente) con lampade al LED, che sembrano offrire molti vantaggi in termini di riduzione dei costi e risparmio energetico, ma è davvero così? E cosa comportano in termini di comfort e di inquinamento luminoso? Eco dalle Città lo ha chiesto a Diego Bonata, ingegnere aerospaziale, considerato uno dei massimi esperti italiani in materia di inquinamento luminoso e progettazione di impianti di illuminazione pubblica.
Efficienti e, alla lunga, convenienti: così vengono di solito descritti i LED, presentati in qualche caso come la strada ideale per ridurre i costi esagerati dell'illuminazione pubblica. È d'accordo?
Non direi, anzi. Questa mi sembra una descrizione molto parziale. Oserei dire che forse è proprio vero il contrario: i LED sono efficienti e a breve termine convenienti.
Davvero?
Sto estremizzando, ma la sostanza è che al momento i LED rappresentano già la migliore soluzione possibile in alcuni ambienti particolari, come gallerie, pedonali, ciclabili, parchi, monumenti, residenziale, insegne, illuminazione decorativa. In questi casi specifici, l'affermazione "alla lunga convenienti" è sicuramente corretta. Ma se si fanno i conti sull'illuminazione stradale pura, sulla vera vita di un impianto (25 anni) tenendo conto di tutti i diversi aspetto, allora l'illuminazione a LED è sempre perdente.
Perché, allora, la popolarità dei diodi anche per l'illuminazione stradale è così in aumento?
Secondo me la scelta di questa soluzione rimane puramente "politica" e di immagine. Questo non vuol dire, per carità, che rispetto a soli 2 anni fa non si riescano ad ottenere risultati buoni anche con i LED nell'illuminazione stradale, ma i costi restano tuttora maggiori a medio e lungo termine.
E dal punto di vista del comfort, quale colore dovrebbero avere i LED? In particolare, sarebbero da preferire le lampade gialle o quelle bianche?
Per essere confortevole, la luce artificiale notturna deve essere il più possibile calda. Le sorgenti a LED più calde, con temperatura di colore da 3000K, sono il migliore compromesso oggi fra il sodio alta pressione (2000K) ed i LED più efficienti e più "bianchi", ma in alcuni ambiti anche questa soluzione risulta ancora troppo fredda. Anche se che rispetto al sodio migliorano la percezione del colore, i LED tendono ad essere ancora troppo abbaglianti rispetto alle lampade tradizionali.
Quali benefici economici potrebbero essere ottenuto con altri tipi di interventi, come l'installazione di regolatori di flusso o l'abbassamento dell'intensità luminosa?
Non esiste una soluzione specifica e migliore rispetto alle altre. Oggi esistono 14 leggi regionali per il contenimento dell'inquinamento luminoso e per il risparmio energetico che dicono come devono essere fatti obbligatoriamente gli impianti d'illuminazione. Il loro rispetto è presupposto di efficacia nel risparmio energetico.
E cosa dicono queste norme?
In estrema sintesi, gli impianti di illuminazione pubblica devono rispettare 5 requisiti: non emettere luce verso l'alto; illuminare quanto serve, come stabilito dalle norme; usare sorgenti efficienti come il sodio o i LED; puntare sull'efficienza, ovvero sul minor numero di punti luce e minore potenza a parità di luce a terra; regolare la luce, attraverso appositi dispositivi, in funzione alle condizioni ambientali e al traffico. L'uso di sorgenti efficienti come i LED è importante almeno quanto gli altri provvedimenti, ma non più degli altri. Anche i regolatori sono necessari e prescritti dalle leggi regionali, ma prima ancora di regolare i lampioni è importante che gli impianti siano progettati in modo efficiente.
Può fare un esempio pratico?
Sarebbe paradossale risparmiare con la regolazione il 25% dell'energia su un impianto con lampade da 250W quando lo stesso poteva essere realizzato con lampade da 100W.
Quindi, in definitiva, usare i LED non riduce automaticamente l'inquinamento luminoso?
È l'uso che si fa della sorgente luminosa che la rende inquinante oppure no. In particolare, da un punto di vista dell'inquinamento luminoso, anche rispettando tutti i 5 punti previsti dalle 14 norme regionali i LED inquinano lo "spettro elettromagnetico" molto più del sodio. A parità di condizioni, quindi, direi che i LED sono sempre più inquinanti delle lampade al sodio.
E quale sarebbe, invece, la migliore alternativa dal punto di vista dell'inquinamento luminoso?
La migliore lampada dal punto di vista dell'inquinamento luminoso sarebbe il sodio a bassa pressione, oggi in disuso perché arancione e monocromatica. Segue il mercurio, abbandonato anch'esso perché inefficiente e dannoso per l'ambiente, poi il sodio alta pressione, poi i LED ed infine le lampade a ioduri metallici. Nella pratica, al momento, l'unica sorgente davvero efficace nel contrasto dell'inquinamento luminoso è il sodio alta pressione.
A Torino, uno studio dell'assessorato all'Ambiente e alle Smart City sostiene che sostituendo (in 6 anni) tutti i punti luce coi LED si otterrebbe un risparmio di circa 90 milioni in 12 anni. Le sembra una stima plausibile?
Non conosco lo studio nello specifico , ma so per certo che sulla base di oltre 60 piani di riqualificazione energetica di comuni da 1000 a 150.000 abitanti , questi 60 comuni rientrano negli investimenti se hanno un equilibrio di 70-80% lampade al sodio alta pressione e 20-30% di lampade a LED. SE la quota LED aumenta, i costi aumentano e spesso diventano insostenibili, non ripagabili o ripagabili in tempi molto più lunghi.
E quindi? Non conviene installare i LED?
La questione è mal posta. Chiedere se è possibile che uno possa risparmiare un tot in enne anni non è corretto. Il problema è se questo risparmio negli enne anni ripaga gli investimenti. Senza conoscere i dettagli della situazione torinese e senza alcuna pretesa di completezza, faccio un confronto con un comune che 4 anni fa, senza installare LED ma solo lampade al sodio, ha ottenuto un risparmio di circa un milione di euro l'anno attraverso una riprogettazione dei suoi soli 10.000 punti luce. Analogamente, facendo semplicemente una operazione matematica, se Torino avesse più di 75.000 punti luce potrebbe risparmiare più dei 7,5 milioni l'anno indicati dallo studio (90 milioni diviso 12 anni) senza installare i diodi, ma con lampade al sodio. Se quindi il numero di punti luce di Torino è superiore a 75.000, il risultato dello studio di riqualificazione con i LED è decisamente mediocre, mentre è buono se questo numero è al di sotto dei 75.000 (Ndr: a Torino i punti luce complessivi quasi 98.300 tra lampioni, semafori e decorazioni, secondo dati Iren).
Anche Milano sembra intenzionata a puntare sui diodi in previsione dell'Expo: quali accorgimenti si dovrebbero adottare, nell'eventuale piano di sostituzione delle lampade?
Milano è la città più inquinata d'Italia e con l'illuminazione più sovradimensionata e fuori controllo. L'indicazione è molto semplice, a prescindere dalla tecnologia scelta: il rispetto dei 5 criteri, oltretutto obbligatori per legge, già enunciati. Purtroppo a Milano questi criteri sono quasi sempre. Se quindi ancora una volta si faranno sostituzioni quasi alla pari (150W sodio da sostituire con 120-140W LED, oppure 250W di sodio con 190-220 W a LED), senza progetti rispettosi della normativa, si sarà persa ancora una volta l'occasione di illuminare correttamente la città, peggiorando ulteriormente i problemi di uniformità della luce e di abbagliamento.
(Foto © Chinese Light)