La discesa internazionale del Tevere: 7 giorni di navigazione sul fiume dell’antica Roma
Un’occasione di sport ma anche di cultura alla riscoperta di antichi tesori naturali e storici che diventa anche un momento fondamentale per il rilancio del Parco del Tevere. Saranno presenti anche Legambiente Umbria e Legambiente Lazio
25 April, 2014
Una discesa di 7 giorni che oggi, 25 aprile, avrà come punto di partenza Città di Castello in Umbria. Le canoe dei partecipanti scivoleranno poi attraverso Umbertide, Perugia, Deruta, Todi, Civita Castellana e Ponzano Romano per poi giungere a Roma il primo maggio.
Negli ultimi anni il percorso è stato aperto anche alle biciclette ed ai camminatori, ma resta tradizionalmente un’iniziativa per amanti della canoa di tutto il mondo. Molti italiani quindi ma anche sportivi stranieri discenderanno il fiume fermandosi a dormire lungo le sponde.
Il Tevere non è di certo un fiume qualunque: secondo per portata solo al Po e con un bacino fluviale di 17.375 kmq, comprende 6 regioni quali Umbria, Lazio, Toscana, Abruzzo, Marche, Emilia-Romagna. Interessa 12 province, comprese grandi città come Roma, Perugia, Terni e Rieti, per un totale di 335 comuni e oltre 4.700.000 abitanti residenti. Risente quindi in modo molto deciso degli scarichi delle città e delle industrie e le dighe di Montedoglio e Corbara ne hanno alterato le caratteristiche naturali sia dal punto di vista idraulico che idrobiologico in un territorio già a forte rischio idrogeologico.
Le iniziative per la salvaguardia di questo ecosistema sono molte ma non ancora abbastanza incisive. L’intero bacino comprende oltre 230 aree a tutela diversa: statali, regionali, comunali e Siti di Interesse Comunitario (SIC) facenti parte del sistema Natura 2000 ma Legambiente, fin dal 1990, spinge perché attorno al fiume sorga un vero parco naturale interregionale che consenta di salvaguardare la qualità del fiume ma anche di valorizzare il territorio ed ora la Discesa Internazionale sarà un’occasione perfetta per rilanciare questa campagna.
“La creazione del parco – dichiara Roberto Scacchi, direttore di Legambiente Lazio - può essere il volano per facilitare la “rinascita” dei comuni a rischio di estinzione e per lo sviluppo di quelle aree che già si stanno muovendo sulla strada dell’uso sostenibile delle importanti risorse collocate nei loro territori. Un parco che non dovrà avere carattere esclusivamente conservativo e vincolistico, bensì perseguire l’obiettivo di continuare a permettere l’uso “sociale” del territorio e l’uso anche ai fini dello sviluppo locale. Secondo noi infatti il Parco dovrà essere veicolo di promozione e salvaguardia delle risorse locali, dove le componenti naturalistiche, ambientali e del paesaggio dovranno essere necessariamente integrate con le valenze culturali del territorio antropizzato”.