Consumi energetici di internet: in arrivo una nuvola verde
Alcuni colossi della rete si stanno impegnando per avere una cloud a basso impatto energetico, una "nuvola verde" in cui archiviare ed elaborare in maniera più sostenibile l'enorme mole di dati di cui dispongono
28 May, 2014
L'importanza del tema degli sprechi energetici e di come evitarli è stato al centro del recente Festival dell’Energia tenutosi a Milano. C'è tuttavia un aspetto di cui si parla poco, quello dei crescenti consumi della rete internet, spesso sottovalutati nella vita di tutti i giorni e su cui sono in arrivo alcuni rimedi da ricerche italiane e dagli sforzi dei colossi del web, con data center interamente alimentati da energie rinnovabili.
Il telelavoro, o lavoro agile, è sempre più una realtà grazie non solo alla rete internet, ma anche alla diffusione di soluzioni cloud all'interno delle aziende, ovvero tecnologie che permettono di memorizzare, archiviare ed elaborare dati (tramite CPU o software) grazie all'utilizzo di risorse hardware/software distribuite e virtualizzate in Rete . Questo ha fatto sì che un crescente numero di attività offline sia adesso realizzabile online e quindi non necessariamente nello stesso ufficio. Se tutto questo riduce la necessità di spostamenti e viaggi di lavoro, dall'altro fa aumentare la domanda di elettricità necessaria a far lavorare i server su cui girano le applicazioni cloud. Secondo l'ultimo report di Greenpeace Clicking Clean: How Companies are Creating the Green Internet, la maggiore richiesta di energia nell'uso di internet arriverà proprio dai data center che ospitano i servizi cloud: mentre nel 2002 rappresentavano il 13% dei consumi energetici di internet, sono arrivati al 17% nel 2011 e la percentuale salirà fino al 23% nel 2020.
Questo perché nel complesso sta aumentando il traffico internet e i data center sono necessari non solo per le soluzioni cloud aziendali, ma anche per l'hosting dei siti più visitati al mondo. Il web 2.0 ha portato con sé YouTube, uno dei siti più frequentati globalmente e che può "vantare" il più grande consumo di banda, oltre che di energia; ma anche Twitter, Facebook, Pinterest ed altri social consumano crescenti quote di energia; ed infine i sempre più frequentati siti di giochi online, scommesse, con la relativa versione mobile (come www.williamhill.it) ed applicazioni per smartphone contribuiscono ad aumentare il traffico dati.
Ebbene, secondo il report di Greenpeace, sono proprio alcuni di questi colossi della rete, che hanno bisogno di grandissimi data center per far girare le loro applicazioni, ad impegnarsi per avere una cloud a basso impatto. A dare il via a questa "nuvola verde" ci ha pensato nel 2011 Facebook, che per prima ha pensato di impegnarsi a far sì che i propri data center siano alimentati al 100% da energie rinnovabili. A questo ambizioso obiettivo hanno poi puntato anche Google, Apple, Box, Salesforce, Box e Rackspace, tutte aziende molto legate a servizi cloud e data center.
Se le aziende possono dare il loro contributo, anche internet potrebbe diventare di per sé una rete più efficiente, meno dispendiosa. A questo aspetto ha pensato la ricerca di uno scienziato italiano, Diego Reforgiato Recupero, che ha pensato ad alcune soluzioni: router che possono passare in stati di smart standby, una sorta di stato a basso consumo alternativo ai due stati acceso/spento; spegnimento temporaneo di alcuni nodi della rete internet, che di fatto restano a lungo inutilizzati. Queste ed altre soluzioni sono state pubblicate in un articolo apparso su Science.
In questo modo, con una cloud più verde ed una rete internet più efficiente, anche il lavoro agile, che già rende più vivibili e meno inquinate le nostre città, può diventare una scelta sempre più "green".