Frutta Urbana, parte da Roma il progetto di raccolta e distribuzione della frutta cittadina
Roma città pilota del progetto Frutta Urbana che intende mappare, raccogliere e distribuire a mense sociali e banchi alimentari la frutta che cresce sugli alberi dei parchi e dei giardini della città. E che è meno inquinata di quella industriale
29 May, 2014
Quante volte passeggiando per la città avete avuto l'idea di cogliere la frutta che cresce sugli alberi dei parchi e dei giardini della città?
Con questa intuizione l'associazione Linaria ha dato il via nel mese di maggio a “Frutta Urbana” il primo progetto italiano di mappatura e raccolta di questa frutta che viene poi distribuita gratuitamente a banchi alimentari o mense sociali, evitando così che marcisca o rimanga inutilizzata. L'idea dei volontari del Collettivo Frutta Urbana è quella di offrire alla città un servizio innovativo, ecologico e gratuito ma anche un'opportunità di conoscenza e cura del patrimonio botanico italiano.
Città pilota di questo progetto è Roma dove in breve tempo sono già stati mappati 16 alberi di arance, 16 di nespole, 10 di limoni, 9 di fichi. Non mancano il ciliegio, l'albicocco, il melo, il gelso e l'ulivo. Tanti si concentrano proprio nel centro e lungo le sponde del Tevere. La mappatura on-line riporta la posizione esatta di tutti gli alberi che vengono identificati nelle alberature cittadine, nei giardini e nei parchi pubblici, diventando uno strumento pubblico accessibile a tutti, per condividere le informazioni con chi è interessanto alla raccolta della frutta e per coinvolgere i cittadini alla localizzazione e identificazione di nuovi alberi
Il progetto, che ovviamente intende espandersi in altre città italiane, punta inoltre a realizzare nuovi frutteti cittadini per contribuire ad arricchire con nuove proposte e funzioni lo spazio pubblico urbano, insieme ad attività, eventi, corsi e laboratori. Obiettivi dichiarati sono infatti: alimentare per incentivare il consumo giornaliero di frutta e aumentare la consapevolezza su sistemi di vita più sostenibili rispetto a quelli attuali; ambientale per sottolineare anche il valore ecologico e paesaggistico dei frutteti in ambito urbano, per diffondere e salvaguardare la biodiversità del territorio, recuperare frutti antichi, creare di nuove aree verdi a bassa manutenzione, ma con un importante ruolo nell’ecosistema urbano; sociale per vedere frutta e frutteti come una risorsa importante per la comunità, per reintrodurre saperi agronomici, botanici, gastronomici, di educazione alimentare e di condivisione.
Ma la domanda che sorge, quasi spontanea, è: ma la frutta che cresce in città non sarà inquinata? Secondo Frutta Urbana, ma soprattutto secondo esperti e ricercatori, tra cui Johnathan Leake del Dipartimento di Animal & Plant Sciences all’Università di Sheffield, la frutta cresciuta in città è meno inquinata rispetto a quella cresciuta in modo industriale poiché non è trattata chimicamente con fertilizzanti o pesticidi e non subisce tutti quei trattamenti successivi alla raccolta, per la maturazione e la conservazione. Inoltre le particelle inquinanti che si depositano sulle piante possono essere facilmente rimosse con un lavaggio accurato e non si accumulano all’interno dei frutti. Per quanto riguarda la contaminazione dei suoli con metalli pesanti, questa non ha alcun impatto sulla qualità della frutta; contrariamente alle verdure, la frutta non è mai a contatto diretto con il suolo e non rischia di essere contaminata da eventuali sostanze nocive presenti nella terra.
Ovviamente il progetto Frutta Urbana è aperto alla collaborazione di tutti coloro che vogliono partecipare diventando soci, donando oppure con il volontariato!
Ulteriori informazioni sul sito fruttaurbana.org
(Ph. Morguefile by butkovicdub)