Blocco del traffico in risposta ai picchi di ozono? In Italia non ci siamo abituati, e il provvedimento non è una norma nemmeno nel resto d'Europa. Le limitazioni alla circolazione nelle città italiane scattano - quando scattano - in caso di prolungati sforamenti del Pm10, ma mai in corrispondenza delle ondate d'ozono, che pure, durante i mesi estivi, non mancano di far visita, in particolare nell'area padana, la più martoriata dagli inquinanti a causa della mancanza di venti e dell'alta industrializzazione.

L'ozono viene trattato perlopiù alla stregua del caldo: si consiglia ad anziani, bambini ed asmatici di non uscire di casa durante le ore centrali della giornata, di ventilare gli ambienti nei momenti più freschi, di evitare l'attività sportiva all'aria aperta. (Lista completa degli accorgimenti qui).

Ma non c'è nulla che si possa fare preventivamente, invece di limitarsi a parare le conseguenze? Oltre oceano, qualcuno pensa di sì. A Città del Messico il blocco delle automobili scatta anche in corrispondenza dei picchi di ozono e non solo per il particolato. La ragione è semplice: i veicoli a motore, e i diesel in particolare, emettono ossidi d'azoto, che una volta raggiunti gli idrocarburi in atmosfera, in presenza di luce ultravioletta, danno origine allo smog fotochimico, il cui principale prodotto è proprio l'ozono. (Una buona spiegazione del fenomeno a questo link).

L'ultimo blocco del traffico nella capitale messicana ha toccato i veicoli più inquinanti (categoria 1 e 2) con un sistema di targhe alterne ed è durato tre giorni consecutivi, dalle 5 del mattino alle 10 di sera.

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