Puglia. Renzi: “TAP si farà”. I motivi spiegati da Giampaolo Russo, AD Tap Italia
Eco dalle Città ha intervistato Giampaolo Russo, Country Manager TAP della TAP, presente alla cerimonia inaugurale della 78° Fiera del Levante di Bari. Per Renzi, il gasdotto Tap si farà, nonostante 40 sindaci del Salento dimostrino la loro ferma contrarierà
14 September, 2014
Matteo Renzi, presidente del Consiglio dal palco di inaugurazione della 78° Fiera del Levante ha annunciato: «Il 20 settembre sarò a Baku per il via libera al Tap, che per il combinato disposto della VIA (Valutazione di Impatto ambientale rilasciata dal Ministero dell’Ambiente) e del conseguente Decreto legge è definitivamente sbloccato». A metà gennaio c'era stato il no del comitato tecnico regionale, che aveva bocciato l'approdo di San Foca e invitato TAP a riconsiderare localizzazioni alternative nell'area. In aprile Tap ha poi integrato con altra documentazione il progetto presentato al ministero.
Tap, farà approdare il gasdotto a 80 chilometri più a sud del comune di Lecce, in particolare nell’unica fascia costiera non interessata da aree protette terrestri (pochi chilometri di terra tra San Foca e Torre Specchia Ruggeri, nel territorio comunale di Melendugno), ma non per questo considerata di scarso pregio. Una Stazione di intercettazione a circa 70 metri dalla spiaggia porterà il gas, regolandone la pressione, lungo una condotta interrata (per circa 5 km) fino al Terminale di Ricezione del Gasdotto (rete SNAM), ubicato sul territorio di Melendugno ma al confine con il comune di Vernole. Un microtunnel attraverserà un tratto sottostante la spiaggia collegando la parte in superficie della condotta a quella sottomarina.
«Sul Gasdotto Tap il presidente del Consiglio è molto determinato ad andare avanti - ha detto il sindaco di Vernole Luca De Carlo in rappresentanza di 40 sindaci del Salento, a conclusione dell'incontro avuto con il premier Renzi nella Fiera del Levante - ma chiede a noi sindaci di trovare una soluzione alternativa all'approdo a San Foca di Melendugno».
Eco dalle Città ha chiesto a Giampaolo Russo, Amministratore delegato della TAP, cosa pensasse delle contrarietà espresse dai 40 sindaci del Salento e della Regione Puglia.
Buongiorno, come sono stati vagliati gli altri approdi? È vero che sono stati non ben valutati come dicono i sindaci salentini? Parliamo in particolare dei tre approdi che erano stati vagliati nel territorio di Brindisi.
«TAP lo ha espresso chiaramente in una relazione di trenta pagine allegata alla VIA, che ha chiesto diversi approfondimenti sulle alternative, e che poi ha concluso dicendo che, dal punto di vista della normativa ambientale, appunto, la provincia di Brindisi ha enormi problemi di approdo dal punto di vista tecnico-ambientale. Lì bisogna ottenere delle deroghe, in particolare, all’attraversamento del sito di interesse comunitario, quindi deroghe di competenza comunitaria, e il primo elemento per ottenere la deroga è dimostrare che non esistono alternative con analogo grado di vincolo, come invece esistono e si chiama appunto litorale di San Foca. Questo, dal punto di vista giuridico, poi possiamo parlare di cultura politica. Dal punto di vista giuridico non ci sono alternative. Chi non vuole questo progetto, dovrebbe andare a affrontare un processo a Bruxelles a dimostrazione che esistono interessi pubblici sovrastanti tali da far modificare la percezione, e garantire dunque l’attraversamento di tutta la zona di Brindisi. L’approdo di Brindisi non va bene, perché da “Brindisi sud” a “Brindisi nord” c’è la posidonia oceanica, e perché, inoltre c’è una batimetrica (profondità, ndr) molto dolce. Mentre da Melendugno fino a Otranto-Leuca la batimetrica è molto veloce: quindi a 800 metri dalla costa arrivi già a 25km d’acqua di profondità. A Brindisi hai 7 km, cioè a centinaia di km dalla costa, ancora, hai solo 21 isometri d’acqua. Questo è un elemento tecnico che non è che lo decide Tap o il comune ma lo decide la mappa. Risulta dalle stime che la regione ha fatto e che ha trasmesso al Governo e approvate a Bruxelles. Non la possiamo cambiare così facilmente!
Nel sito del Ministero dell’ambiente, nella valutazione della commissione nazionale VIA ci son 30 pagine di alternative, quindi il fatto che non siano state analizzate le alternative quanto meno non corrisponde al vero».
Legambiente ha espresso pochi giorni fa in un comunicato stampa una posizione di apertura, nel senso che ha detto si a un gasdotto ma non a due.
«Ma l’altro gasdotto che arriverebbe a Otranto, intanto oggi non ha ancora perfezionato l’autorizzazione quindi oggi non è pronto a partire. Io credo che sia corretto che il Salento possa pretendere di gestire al massimo un approdo non due».
Quindi quello di Otranto non ha ancora avuto l’autorizzazione di impatto ambientale?
«No, ha un’autorizzazione unica, in cui manca la paesaggistica e ha un’azione di prescrizione importante compreso di rivedere il tracciato terra, quindi…»
E’ possibile che sul gasdotto TAP ci sia una speculazione maggiore perché se ne parla di più? Perché sul gasdotto di Otranto, secondo lei, non c’è altrettanto clamore?
«Perché diamo più fastidio. Io penso proprio che IGI Otranto non si fa, mentre TAP si farà. E perché si fa? Perché gli altri progetti sono promossi da operatori già inseriti in un loro mercato: parlo di progetti come GALSI per l’Algeria, come IGI Otranto, promossi da soggetti che dovevano rifornire i loro clienti ma in momento di mercato calante. Per TAP invece è proprio diverso. Si tratta di un produttore interessato a entrare in un mercato nuovo, che quindi non ha problemi di margini di profitto come venditore».