Fiera del Levante, riciclo: per gli esperti lo scenario è positivo
‘Riciclo dei rifiuti, da emergenza ambientale ad opportunità di crescita per il mezzogiorno e la Puglia’ questo il titolo del convegno a cui ha partecipato il ministro all’Ambiente Gian Luca Galletti. Interventi di Marangoni (Bocconi), De Santis (Conai), Brandolini (Federambiente) e Vendola (Regione Puglia). Il commento di Cangialosi (Amiu taranto) e Tarantini (Legambiente Puglia)
14 September, 2014
‘Riciclo dei rifiuti, da emergenza ambientale ad opportunità di crescita per il mezzogiorno e la Puglia’ questo il titolo del convegno a cui ha partecipato il ministro all’Ambiente Gian Luca Galletti. A fare gli onori di casa il presidente della Campionaria Ugo Patroni Griffi e il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola che con il ministro hanno visitato il nuovo padiglione (modulo n.1) dedicato alle iniziative “verdi” dell’assessorato alla Qualità dell’Ambiente.
L’apertura dei lavori è stata affidata al prof. Alessandro Marangoni dell’Università Bocconi. Sono intervenuti il presidente CONAI (Consorzio nazionale imballaggi) Roberto De Santis e il presidente Federambiente Filippo Brandolini. Gli argomenti su cui si sono confrontati i relatori hanno riguardato le ricadute economiche complessive del riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti, le relative conseguenze sul volume di affari della filiera e gli investimenti in infrastrutture che si potranno operare; gli effetti occupazionali in Italia e in Puglia, il bilancio costi-benefici per gli imballaggi.
Come si evolverà il settore del riciclo nel futuro? Per il professore - Alessandro Marangoni dell’Università Bocconi che ha presentato uno studio economico commissionato dal CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi) - gli scenari per il futuro sono comunque positivi. Uno più ottimistico l’altro invece più prudente. «Nel settore del riciclo nei prossimi anni ci saranno investimenti in infrastrutture da parte degli addetti ai lavori per un valore pari a circa 5 miliardi, oppure nello scenario più prudente di 1,7 miliardi. Tutto questo dipenderà in parte dalle politiche regionali e nazionali che verranno messe in atto». Lo studio inoltre ha cercato di spiegare le probabili ricadute economiche come si andranno a distribuire nel paese. «Data l’attuale situazione di partenza, le ricadute economiche sarebbero soprattutto nel centro-sud, perché è lì che bisogna rafforzare le infrastrutture più carenti, perchè è lì che ci sono ancora aree dove la raccolta e riciclo sono nettamente inferiori alla media nazionale. Quindi un potenziale di crescita e di generazione di ricchezza e di nuove attività imprenditoriali non indifferente. Di conseguenza, gli addetti aggiuntivi alla filiera del riciclo oscillerebbero nei due scenari tra i 190 mila e i 90 mila addetti».
«Riciclare non è gratis o che piove dal cielo – ha concluso Marangoni - perché comporta lo sforzo dei cittadini, un maggiore tasso di industrializzazione delle aziende e una fatica di organizzazione sul territorio da parte degli addetti ai lavori. Eppure banalmente, d’altra parte si producono dei risparmi notevoli. Lo studio dimostra che dal 1997 a oggi, in quindici anni si sistema CONAI, la raccolta differenziata ha comportato all’Italia 12 miliardi di benefici netti a fronte di 4 miliardi di costi per la raccolta»
Filippo Brandolini, Presidente di Federambiente , già consigliere d’Amministrazione Hera e Presidente di Herambiente ha dichiarato che: “Sono oltre duecento le aziende che rappresentiamo a livello nazionale tra cui l’Amiu Taranto di Federico Cangialosi e Amiu Puglia (ex Amiu bari) del dott. Grandaliano. Occorre un ulteriore sforzo per raggiungere gli obiettivi europei del 2020. Messa al bando della messa in discarica è una di questi obiettivi. Dobbiamo fare in modo che le 10 milioni di tonnellate che finiscono ancora oggi in discarica si riducano quasi a zero grazie alla strategie delle 3 R. Il settore comunque in questi quindici anni è cresciuto del 18% mentre il settore manifatturiero è diminuito del 4%. Servono oggi delle imprese che abbiano capacità organizzativa e finanziaria per mettere in piedi delle valide ed efficace politiche ambientali. Questo si potrà realizzare quando probabilmente ci saranno aziende più grandi, così come sta facendo Amiu Bari, così come ha fatto Hera (Emilia Romagna), in modo da realizzare grandi economie di scala che possano ridurre i costi di gestione».
Il presidente CONAI (Consorzio nazionale imballaggi) Roberto De Santis,
«La nostra filiera, quella del riciclo, deve recuperare efficienza in modo da non farsi superare dai paesi in via di sviluppo che realizzano MPS, materie prime secondarie con processi vili realizzando prodotti vili, proprio perché adottano raccolte differenziate di bassissima qualità. L’eccesso di offerta di questi materiali potrebbe provocare una caduta dei prezzi, creando di conseguenza nel migliore delle ipotesi, una filiera industriale assistita dato che senza l’efficienza non avrebbe la forza di reggere il confronto.
Il calcolo del Conai avviene calcolando quanti chili per abitante vengono consegnate dai comuni per essere avviate a riciclo. Ad esempio in Italia la media è di 600 chili per abitante. Ora partendo da questi dati, notiamo che la Puglia fa molto bene la raccolta della carta. Registra rispetto alla media nazionale un +17,6 %, mentre la raccolta della plastica è allineata alla media del sud (un po bassa, ndr), sul vetro invece è ancora in ritardo. Va anche detto che la Puglia come velocità del miglioramento è la migliore regione del sud. Rispetto al 2012, nel 2013 si è registrato un +17% per la raccolta degli imballaggi, e addirittura + 41% la plastica.
Ne 2012, sono stati 17 i milioni di euro consegnati dal Conai ai comuni. Se la Puglia aumentasse dall’11 al 20% l’avvio a riciclo, i contributi CONAI aumenterebbero a 31 milioni. I risparmi sono enormi. Fino a 98 milioni di euro in un anno.
«Proviamo – ha detto Nichi Vendola presidente della Regione Puglia - ad organizzarci secondo le forme più moderne della produzione e riduzione dei rifiuti e della organizzazione di una raccolta differenziata che trasformi il rifiuto da un problema drammatico di smaltimento in una occasione di sviluppo perché il rifiuto può essere ricchezza, risorsa. Come tutte le regioni siamo stati interessati da fenomeni di riciclaggio illecito e chiediamo che la polizia ecologica sia dotata di una strumentazione repressiva adeguata: un reato ambientale è un furto al bene comune e ai diritti delle future generazioni, non può essere punito con una contravvenzione»
Commenti a caldo. Eco dalle Città ha raccolto i commenti di Federico Cangialosi presidente dell’Amiu Taranto e di Francesco Tarantini, Presidente di Legambiente Puglia.
«Davvero interessanti – ha dichiarato Federico Cangialosi presidente dell’Amiu Taranto le risultanze analitiche che sono state presentate dal Conai e dal prof. Marangoni della Bocconi, soprattutto per quelle che sono le connessioni tra le prospettive del sistema del riciclo dei rifiuti e le ricadute economiche e occupazionali del settore. Devo dire la verità: come sud e come Puglia abbiamo tanta strada da fare, ancora per puntare a un ciclo dei rifiuti che possa veramente trovare la sua prospettiva in un miglioramento della qualità ambientale e dei servizi, e puntare su quelli che sono i nuovi settori, sul riciclo, su impianti complessi che sicuramente meritano e possono dare una prospettiva nuova.
Amiu Taranto a cosa sta puntando?
«Noi adesso abbiamo un progetto che è in fase di istruttoria in VIA regionale per realizzare un grosso impianto automatizzato per il riciclaggio della plastica e del rifiuto di raccolta differenziata, che verrà a Taranto, abbiamo già un impianto di questo tipo dove però avviene la selezione manuale in gran parte, quella a meccanizzazione è molto bassa. Ma andando a puntare su nuovi sistemi e nuove tecnologie, sicuramente possiamo avere una prospettiva interessante di crescita e di sviluppo».
Francesco Tarantini, Presidente di Legambiente Puglia. «La Puglia in questo momento ha bisogno di aumentare i suoi livelli di percentuale di raccolta differenziata e quindi si chiede comunque un maggiore impegno, ma un maggiore impegno che non consiste nel’invitare i cittadini a portare nei cassonetti stradali, quindi con il vecchio sistema di raccolta differenziata stradale, più rifiuti differenziati, ma far partire la raccolta differenziata porta a porta e poi, in contemporanea, parallelamente la Puglia ha bisogno urgente di impianti di trattamento dei rifiuti, e quindi biostabilizzazione e soprattutto il compostaggio. Basta con questi rifiuti che girano per la Puglia e devono poi molto spesso finire in impianti privati. Se non si punta su queste due strade: impianti di trattamento dei rifiuti e aumento delle percentuali di raccolta differenziata, io penso che, visto anche quello che sta succedendo a Trani, l’emergenza discarica, e questo fatto che comunque la Puglia continua ad utilizzare la discarica come soluzione per smaltire i rifiuti, prima o poi anche la Puglia rischia di andare in emergenza».