Fiera del Levante, smaltimento Amianto: l’università di Bologna sperimenta il siero di latte
Amianto: dai ricercatori dell’università di Bologna forse la soluzione innovativa per le tecniche di smaltimento utilizzando il siero di latte. Se ne è parlato al focus tematico dedicato al tema del riciclo, gestione utile e sostenibilità applicata organizzato dalla Regione Puglia, presso nuovo padiglione (modulo 1)
17 September, 2014
Il siero di latte nuova frontiera per lo smaltimento dell’amianto? Forse sì. Gli studi sono stati già avviati, la realizzazione di un progetto pilota è partita e adesso manca solo il parere della conferenza di servizi per valutare i rischi dell’idea che si terrà il 20 ottobre. E’ stato questo il punto focale dell’incontro che si è svolto questa mattina nel nuovo padiglione (modulo n.1) organizzato dall’assessorato alla Qualità dell’Ambiente su ‘Riciclo e gestione utile e intelligente dell’amianto’: il professor Norberto Roveri dell’Università di Bologna che è intervenuto sul tema “Progetti di riciclo dell’amianto” ha aperto la strada ad una nuova opportunità per occuparci del problema eternit. La Regione ha già predisposto un piano di bonifica del territorio e l’assessorato alla Qualità dell’Ambiente lo ha già licenziato.
Al focus hanno partecipato il dirigente del settore Ciclo dei Rifiuti e Bonifica Giovanni Campobasso; Giuseppe Armenise, giornalista e autore del libro “Pane e Amianto”; Gianluigi Cesari dell’associazione “Esposti Amianto”, Vito Felice Uricchio del CNR-IRSA sul tema “Piano Amianto, innovazioni tecnologiche sulle attività di riciclo e recupero dell’amianto”; il consigliere barese Maria Maugeri con delega a Lama Balice, Fibronit e grandi bonifiche cittadine su ‘Interventi eseguiti sulla Fibronit’, il sindaco di Melpignano Ivan Stomeo su “Progetto Pilota -Siero da latte esausto”.
«La nostra intuizione per lo smaltimento dell’amianto utilizzando il siero di latte - ha detto Norberto Roveri, chimico dell’Università di Bologna sulla soluzione siero di latte - è arrivata quasi per caso dopo 15 anni di ricerche: in pratica in laboratorio avevamo ricreato fibre di amianto utilizzando magnesio e silicio. La soluzione ce la siamo trovata tra le mani: perché non invertire il processo e ottenere eternit denaturato? Così abbiamo ‘sciolto’ lastre di amianto in ambiente basico eliminando per prima il cemento con la CO2 e poi degradando le fibre rimaste utilizzando il siero. Il metodo è composto di due fasi: la prima avviene a temperatura ambiente in un reattore in vetroresina dove vengono poste una tonnellata di eternit (cemento + amianto) e 10 tonnellate di siero di latte. Dalla loro reazione si libera CO2 e si producono acqua, ioni calcio e fibre di amianto che si depositano sul fondo; la seconda: avviene in quattro ore a una temperatura di 150–180 gradi e produce una soluzione di ioni metallici recuperabili per via elettrochimica e fosfati, silicati e batteri morti utilizzabili come fertilizzanti. In più tutto il processo ha dei ricavi redditizi: tolti i costi di ammortamento, energia e manodopera, l’intero processo rende 1.050 euro lordi per distruggere una tonnellata di cemento armato trattato».
«L’attenzione deve essere posta soprattutto sulle tecniche di trattamento dell’amianto - ha spiegato Vito Felice Uricchio del CNR-IRSA sulle tecniche di trattamento amianto - che prevedono una modificazione chimica con tecniche particolari, tipo la litificazione, vetrificazione, vetroceramizzazione, ceramizzazione che trasformano il materiale ottenuto in filler per uso edilizio nelle malte, conglomerati bituminosi, sottofondi stradali e produzione del cemento prevedendo anche una realizzazione di impianti mobili o fissi. Uno dei processi presi in considerazione per demolire l’amianto, è proprio quello in cui il Lactobacillus casei, presente nel siero di latte, agevola la liberazione delle fibre di asbesto che poi sono denaturate con un processo idrotermale per ottenere prodotti come idropittura, idrossido di calcio, carbonato di calcio, concimi e soprattutto metalli che vengono depositati elettrochimicamente».