Al Gerbido arriveranno i rifiuti di altre regioni
L'inceneritore del Gerbido, con il decreto Sblocca Italia, potrà rivìcevere i rifiuti dalle altre regioni d'Italia, aumentando la capacità produttiva passando da 421 mila tonnellate di rifiuti a 521 mila da La Stampa del 02.10.2014
02 October, 2014
di Alessandro Mondo
Il finale non è scontato. Perché è già guerra aperta tra alcune Regioni del Nord, Lombardia e Veneto in prima linea, e il governo: con Sergio Chiamparino, presidente della Conferenza delle Regioni, nel ruolo di mediatore.
Ma se a fine mese le nuove regole diventeranno legge, come sembra probabile, assisteremo ad una vera rivoluzione sul fronte dello smaltimento rifiuti. In determinate situazioni l’inceneritore torinese del Gerbido, alla pari di quelli operativi in Italia, non solo potrà/dovrà bruciare il pattume di altre Regioni ma potrà/dovrà aumentare la capacità produttiva: da 421 mila tonnellate l’anno a 521 mila, per la gioia di chi non ha mai potuto soffrirlo.
La svolta, di cui in Piemonte si parla poco o nulla, è contenuta nell’articolo 35 collegato al «decreto Sblocca Italia», in attesa di essere convertito in legge. In sintesi, prevede che gli inceneritori diventino siti di interesse strategico nazionale. E per il governo la possibilità di avvalersene, in situazioni di emergenza, ricorrendo a un decreto della presidenza del Consiglio dei Ministri. La premessa sono le reprimende di Bruxelles, e più ancora il rischio di incorrere in multe salata a seguito delle numerose procedure di infrazione aperte. Ma anche i costi sostenuti da alcune Regioni sprovviste di impianti, e quindi dal sistema-Paese, per trasportare i rifiuti all’estero.
Fine dei battibecchi, dei rimpalli di responsabilità e dei rifiuti ogni volta che una Regione bussa alla porta di un’altra per chiedere di smaltire una quota inevasa dei propri rifiuti: deciderà il governo, sulla base di un sistema di mutuo soccorso tra i territori con dotazioni adeguate e quelli che ne sono privi. Questione di interesse nazionale, insomma, e non solo ambientale.
Non solo. Stando alla norma - fieramente contestata dai governatori di Veneto e Lombardia, pronti a rivolgersi alla Corte Costituzionale per evitare l’esautoramento delle loro funzioni - entro fine anno i termovalorizzatori che hanno ottenuto la valutazione di impatto ambientale (Via) sul massimo carico termico (521 mila tonnellate) dovranno adeguare a questa capacità di smaltimento anche l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) rilasciata ogni cinque anni. È il caso del Gerbido: in base alla Via potrebbe smaltire 521 mila tonnellate di rifiuti l’anno; 421 mila secondo l’Aia.
Come si spiega? Immaginate un’auto prodotta per raggiungere i 200 chilometri orari ma tarata dalla Motorizzazione civile per non sforare i 150, e vi farete un’idea di massima della situazione. Come spiegano da Trm significa che, in situazioni di emergenza, il governo non solo può decretare lo smaltimento al Gerbido di rifiuti eccedenti di altre Regioni ma contare sull’aumento della capacità produttiva dell’impianto. Detto in altri termini, l’intento è ottimizzare tutte le potenzialità disponibili. Una svolta foriera di discussioni, e polemiche, applicabile anche alle volumetrie delle discariche. Ricorsi permettendo.
Il finale non è scontato. Perché è già guerra aperta tra alcune Regioni del Nord, Lombardia e Veneto in prima linea, e il governo: con Sergio Chiamparino, presidente della Conferenza delle Regioni, nel ruolo di mediatore.
Ma se a fine mese le nuove regole diventeranno legge, come sembra probabile, assisteremo ad una vera rivoluzione sul fronte dello smaltimento rifiuti. In determinate situazioni l’inceneritore torinese del Gerbido, alla pari di quelli operativi in Italia, non solo potrà/dovrà bruciare il pattume di altre Regioni ma potrà/dovrà aumentare la capacità produttiva: da 421 mila tonnellate l’anno a 521 mila, per la gioia di chi non ha mai potuto soffrirlo.
La svolta, di cui in Piemonte si parla poco o nulla, è contenuta nell’articolo 35 collegato al «decreto Sblocca Italia», in attesa di essere convertito in legge. In sintesi, prevede che gli inceneritori diventino siti di interesse strategico nazionale. E per il governo la possibilità di avvalersene, in situazioni di emergenza, ricorrendo a un decreto della presidenza del Consiglio dei Ministri. La premessa sono le reprimende di Bruxelles, e più ancora il rischio di incorrere in multe salata a seguito delle numerose procedure di infrazione aperte. Ma anche i costi sostenuti da alcune Regioni sprovviste di impianti, e quindi dal sistema-Paese, per trasportare i rifiuti all’estero.
Fine dei battibecchi, dei rimpalli di responsabilità e dei rifiuti ogni volta che una Regione bussa alla porta di un’altra per chiedere di smaltire una quota inevasa dei propri rifiuti: deciderà il governo, sulla base di un sistema di mutuo soccorso tra i territori con dotazioni adeguate e quelli che ne sono privi. Questione di interesse nazionale, insomma, e non solo ambientale.
Non solo. Stando alla norma - fieramente contestata dai governatori di Veneto e Lombardia, pronti a rivolgersi alla Corte Costituzionale per evitare l’esautoramento delle loro funzioni - entro fine anno i termovalorizzatori che hanno ottenuto la valutazione di impatto ambientale (Via) sul massimo carico termico (521 mila tonnellate) dovranno adeguare a questa capacità di smaltimento anche l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) rilasciata ogni cinque anni. È il caso del Gerbido: in base alla Via potrebbe smaltire 521 mila tonnellate di rifiuti l’anno; 421 mila secondo l’Aia.
Come si spiega? Immaginate un’auto prodotta per raggiungere i 200 chilometri orari ma tarata dalla Motorizzazione civile per non sforare i 150, e vi farete un’idea di massima della situazione. Come spiegano da Trm significa che, in situazioni di emergenza, il governo non solo può decretare lo smaltimento al Gerbido di rifiuti eccedenti di altre Regioni ma contare sull’aumento della capacità produttiva dell’impianto. Detto in altri termini, l’intento è ottimizzare tutte le potenzialità disponibili. Una svolta foriera di discussioni, e polemiche, applicabile anche alle volumetrie delle discariche. Ricorsi permettendo.