"Cartablanca", marocchini a Torino verso le Cartoniadi
A novembre le prime Cartoniadi del capoluogo piemontese. "Un'iniziativa di questo genere si può fare in un paese in via di sviluppo come il Marocco?". Le testimonianze e le riflessioni di Mohamed El Amrani, studente universitario italiano di origini marocchine
31 October, 2014
Mi chiamo Mohamed El Amrani, sono uno studente universitario italiano di origini marocchine. In occasione delle Cartoniadi, evento organizzato per promuovere la raccolta di carta e cartone, mi sono domandato se un'iniziativa di questo genere si potesse fare in un paese in via di sviluppo come il Marocco. In Marocco la gestione dei rifiuti è affidata per lo più a ditte straniere come Francia e Spagna, si producono all'incirca 4,7 milioni di tonnellate all'anno e si prevede entro al 2020 si arrivi a 6,2 milioni. Questi rifiuti sono composti dal 50-70% di umido, seguito dal 7-10% di carta. Ho chiesto ad alcune persone torinesi, anche loro di origine marocchine, pareri riguardo al funzionamento della raccolta differenziata in Marocco e ho ricevuto queste risposte:
Nadia, dice che la raccolta differenziata è ancora rara in Marocco, addirittura c'è gente che non sa cosa sia. Nella maggior parte delle strade ci sono solo cassonetti dell'indifferenziato e di conseguenza la gente butta tutto lí. Ribadisce dicendo che c'è bisogno di iniziative del governo per far si che si diffonda su tutta la nazione e venga rispettata.
Anche Omar spiega che si butta tutto nell'indifferenziato, ma dice anche che c'è un fenomeno di raccolta differenziata successivo, quando i rifiuti arrivano nelle discariche, dove ci sono persone che separano i diversi materiali per poi rivenderli. 100 Kg di carta e cartone li vendono a 40 Dirham (all'incirca 4 euro) e questo li aiuta a sopravvivere. Hassan spiega che nella sua piccola città di origine non c'è ancora, ma esiste una forma simile. Come la raccolta, da parte dei negozianti, delle bottiglie di vetro usate per le bibite, in cambio di uno sconto pari al costo della bottiglia per il cliente che gliela riporta. O il fatto che sacchetti dell'organico vengano raccolti da
parte dei contadini e riutilizzati nelle fattorie per ottenere il compost (un fertilizzante natura).
Fatima invece sostiene che in città grandi come Casablanca si sta piano piano affermando la raccolta differenziata nelle case, ma spesso non è rispettata dato che si è da poco introdotta ed è una cosa nuova. Bisogna prendere esempio dai paesi sviluppati e fare iniziative che ne facciano capire l'importanza. Il governo marocchino con l'appoggio della Banca mondiale ha deciso di investire 37 miliardi di dinari in 15 anni per raggiungere il 90% di raccolta e pulizia nelle città, raggiungere il 20% della raccolta differenziata in tutta la nazione e chiudere e recuperare tutte le discarica abusive. Questo è un buon inizio, speriamo di raggiungere questi obbiettivi in modo tale da poterne introdurre altri più grandi.
(foto dukhanina.com)