Lombardia, anno record per i fulmini: oltre 70mila
Clima e aumento dei fulmini. Il Cesi di Milano monitora i fulmini in Lombardia: nel 2014 sono stati oltre 70mila, il doppio del 2013. Alta temperatura e umidità anche in autunno, le cause. "La sensazione è che l’aumento dei fulmini possa essere la conseguenza inevitabile del surriscaldamento della Terra" - da CORRIERE.IT del 9.12.2014
09 December, 2014
di Isabella Fantigrossi
Persino in autunno. In via Rubattino, al centro del Cesi (il Centro elettrotecnico sperimentale italiano) di Milano, si pensava che, passati i mesi più caldi, il pericolo fosse scampato. E invece no, anche in autunno si sono registrati numeri mai visti prima. Lo sanno bene al Sirf (Sistema italiano di rilevamento fulmini) dove, in una stanza, cinque tecnici e ingegneri si danno il turno per monitorare tutti i giorni, 24 ore su 24, i fulmini che si abbattono sull’intero Paese e che in questi giorni stanno tirando le somme dell’anno più elettrico che si ricordi.
Solo a ottobre il sensore di Varese - uno dei 16 italiani e l’unico lombardo, in grado di captare le scariche elettriche - ha contato in tutta la regione 3.133 fulmini, il doppio dell’anno scorso (1.587). A novembre, un mese così insolito per vedere un fulmine nel Nord Italia, se ne sono scaricati 515 (nel 2013 erano 214). Punte eccezionali in provincia di Bergamo (172 fulmini a novembre; la media dal 2000 al 2013 è stata di 57), di Brescia (618 fulmini a ottobre; la media è di 249) o di Pavia (90 a novembre; la media è di 23). «Da noi i fulmini in autunno e inverno sono un’anomalia», spiega il fisico Marina Bernardi, responsabile scientifico del Sirf, che invia i suoi dati ad aeroporti, Arpa, aziende, Comuni interessati e Province (ma da quest’anno non a quella di Milano, nonostante l’Idroscalo sia zona a rischio). «In genere in ottobre e novembre se ne vedono tanti al Sud ma non in Lombardia», sottolinea il fisico.
E, invece, tra le giornate record per il numero di saette ci sono state il 13 ottobre, il 16 e 17 novembre. «Ed è probabile che registreremo altri fulmini entro la fine dell’anno». Il motivo di questa stagione così insolita? «Le scariche elettriche si scatenano in presenza di due condizioni ideali - risponde Marina Bernardi -: l’alta temperatura e l’elevata umidità. Normalmente, perciò, si formano solo con la bella stagione. Ma quest’anno caldo e temporali quasi estivi si sono protratti per tutto l’autunno». E, con loro, anche le saette. Ecco che, con questi ultimi numeri, il 2014 si è confermato l’anno dei record dal 1996, quando il Sirf ha cominciato ad archiviare i suoi dati. La Lombardia ha sfondato quota 70 mila saette, quasi il doppio dello scorso anno. Solo a luglio se ne sono viste 20 mila, quasi tutte tra le 15 e le 16, l’orario più pericoloso. In provincia di Brescia il numero più alto (16.608), così come a Bergamo (10.125).
«La zona dei laghi e delle Prealpi è una delle cinque più colpite d’Italia, con una densità di oltre sei fulmini per chilometro quadrato all’anno», dice ancora Marina Bernardi. Più difficile spiegare i tanti fulmini che si sono visti quest’anno nel Mantovano (8.097 dall’inizio dell’anno contro una media di 2.561) o nel Pavese (8.114, media di 3.313). Meno esposte, invece, la Valtellina, che non riceve aria umida dal mare ed è protetta dalle Alpi, e le zone di pianura. Ci dovremo abituare (e attrezzare). «Non abbiamo dati sufficienti per dimostrarlo - spiega Bernardi -, ma la sensazione è che l’aumento dei fulmini possa essere la conseguenza inevitabile del surriscaldamento della Terra».