Smat, "boom" dell’acqua minerale pubblica
In ogni chiosco 200 utenti al giorno. Risparmiate 24 milioni di bottiglie di plastica. Il 29 gennaio sarà inaugurato ancora un altro punto acqua di distribuzione da La Stampa del 12.01.2015
12 January, 2015
di Alessandro Mondo
L’avanzata proseguirà anche quest’anno, con una serie di innovazioni tecnologiche: dal sistema di video sorveglianza ad una sonda – già piazzata nel punto-vendita di piazza Nizza - in grado di monitorare costantemente alcuni parametri significativi della qualità dell’acqua, misurandone ogni variazione. L’ultima frontiera sarà la posa dei pannelli solari sulla sommità dei chioschi. Investimenti significativi, che certificano il successo dei «punti acqua» posizionati da Smat sul territorio: a fine 2014 erano 131 in tutto il Torinese; il 20 di questo mese sarà inaugurata la postazione nella decima circoscrizione, completando la copertura del capoluogo.
L’offerta
Un progetto partito in sordina nel 2009, quando venne aperto il primo punto di distribuzione in corso Umbria, a Torino, e decollato nel tempo a seguito del moltiplicarsi delle richieste di acqua gratuita o semi-gratuita: comunque di qualità, assicurano dall’azienda. L’offerta, a tutte le ore, è semplice e chiara: rifornimento di acqua di rete naturale, senza pagare un centesimo, e gassata al modico costo di 5 centesimi per un litro e mezzo. Acqua a temperatura ambiente o refrigerata. Smat assicura la manutenzione e i controlli: il prodotto, precisano dalla sede di corso XI Febbraio, viene garantito e igienizzato con impianti UV; per garantire la potabilità dell’acqua, trattata, gassata e refrigerata, si ricorre all’anidride carbonica liquida ad uso alimentare. Il rifornimento non è necessario, considerato che i «punti acqua», illuminati la sera e muniti di lettori per tessera prepagata (costo iniziale di 5 euro, 4 di cauzione e un euro di credito per l’acquisto), attingono dalla rete idrica.
«Risparmio e ambiente»
Una formula, vantaggi diversi: acqua corrente a portata di ogni portafoglio e comodità dell’approvvigionamento, proporzionale all’aumento degli erogatori. «Non ultimo – spiega Paolo Romano, amministratore delegato di Smat -, il mancato ricorso alla plastica, la possibilità di evitare lo smaltimento di migliaia di tonnellate di PET e quindi l’immissione in atmosfera di monossido di carbonio». La crisi ci ha messo del suo, spingendo un numero crescente di famiglie a caricare sui carrellini per la spesa bottiglie da riempire al self-service più vicino. Per rendere l’idea, ogni chiosco ha una presenza media di 200 utenti al giorno, con un prelievo di circa 2 mila litri (il 60% dei quali è acqua frizzante).
I numeri
Non sono gli unici numeri di un fenomeno ambientale e sociologico, oltre che economico, in grado di mettere d’accordo la propensione al risparmio – stando a Smat nel 2013 le famiglie degli utilizzatori si sono tenute in tasca 5 milioni - con il virtuosismo di quanti scommettono sul vetro: dai 1.900 cittadini serviti nel 2009 agli attuali 25 mila; dai 30 milioni di litri distribuiti nel 2013 ai 36 milioni del 2014; dai 12 milioni di bottiglie di plastica risparmiate del 2013, in termini di minor rifiuto, ai 24 milioni dello scorso anno. Smat, che ha fiutato l’affare, rimedia dal business 600 mila euro l’anno: cifra tutt’altro che trascurabile, peraltro destinata ad aumentare.
Il business
Altro dato: oltre 70 Comuni del Torinese hanno manifestato interesse per il progetto «IoTibevo», ovvero la dotazione di chioschi più o meno «intelligenti». Non a caso, i «punti acqua», con le nuove dotazioni previste, rientrano a pieno titolo tra i fronti sui quali l’azienda fa ricerca industriale e si propone di accedere ai fondi europei. Un «competitor» pubblico che sgomita sempre più vistosamente tra i produttori di acque minerali.