Studio Isfort sulla mobilità giovanile: il mezzo pubblico aumenta, ma solo tra i “giovanissimi” (14-19 anni)
“Giovanissimi” (14-19) e “giovani” (20-29) sono le fasce d’età studiate da AUDIMOB-ISFORT. +17% (2009-2013) l’utilizzo del mezzo pubblico dei “giovanissimi”, ma l’aumento sembra più legato alla crisi che alla sensibilità ambientale. E tra i giovani in generale si riduce il numero medio degli spostamenti giornalieri
13 January, 2015
L’Isfort – Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti – è un ente costituito nel 1994 su iniziativa dell’Ente Fondazione Banca Nazionale delle Comunicazioni, attuale azionista di maggioranza, e dalle Ferrovie dello Stato, con la finalità di contribuire al rinnovamento del settore della mobilità di persone e merci.
Recentemente, nella sua sezione Audimob, l’Osservatorio su stili e comportamenti di mobilità, l’Isfort ha pubblicato un sondaggio sulle abitudini di trasporto dei giovani italiani, con un occhio particolare all’utilizzo del mezzo pubblico. I “giovanissimi” (14-19 anni) e i “giovani” (20-29) sono le due fasce di popolazione su cui Isfort ha concentrato la ricerca, rilevando come, nonostante siano i più giovani della popolazione ad esprimere di norma una maggiore domanda di mobilità, si possa osservare in Italia una generale caduta degli spostamenti negli ultimi anni, anche per chi ha meno di 30 anni, in gran parte dovuta alla crisi economica. In sostanza, se ci si deve spostare per forza per motivi di lavoro o di studio, facendolo anche per tratte più lunghe rispetto al passato, la crisi (o forse anche Internet?) ha invece ridotto notevolmente le esigenze di trasporto giovanile legate al tempo libero.
Infatti, il numero medio degli spostamenti giornalieri per la classe 14-19 anni (“giovanissimi”) è sceso nel 2013 sotto i 2,5 dai 3 registrati nel 2008 e i 3,25 del 2001. Il segmento di età appena superiore, quello tra 20 e 29 anni (“giovani”), subisce pure una contrazione degli spostamenti, anche se meno marcata (da 3,26 spostamenti nel 2001 a 3,09 nel 2008 a 2,66 nel 2013).
Se è calato il numero medio degli spostamenti giornalieri, si diceva, sono invece aumentate le distanza percorse. In particolare il dato dei “giovani” del 2013, registra una distanza media di 46,9 km, rispetto ai 33,6 del 2001. Secondo Isfort, “l’allungamento medio degli spostamenti si è verificato negli ultimi 10-15 anni, soprattutto a causa delle migrazioni di quote significative della popolazione verso le zone più esterne delle aree urbane, alla ricerca di un costo della vita meno oneroso”.
Il “crollo” degli spostamenti dovuti al tempo libero, sembra registrarsi soprattutto tra i “giovanissimi”. Gli ultimi dati degli “under 20” rivelano spostamenti effettuati al 60% per la macrocategoria “studio/lavoro” (si tratta più di studio, evidentemente, per questa fascia di età), al 30% per tempo libero e solo al 6,6% per "gestione familiare". Ma rispetto al 2001 e al 2008 si è registrato, in questo segmento, una caduta verticale della mobilità per tempo libero (circa 20 punti percentuali).
Sia per i “giovanissimi” che per i “giovani”, l’aumento del mezzo pubblico nelle opzioni di trasporto, rispetto al motoveicolo o autoveicolo di proprietà, sembra più una necessità che una scelta. Sono gli “under 20” quelli che evidenziano il profilo di scelta modale più fortemente sbilanciato sul trasporto pubblico; nel 2013 ben il 43% di tutti i loro spostamenti sono stati effettuati con i mezzi pubblici, un peso di quasi 4 volte superiore alla media della popolazione totale (11,3%). Nella fascia dei “giovani”, invece, la scelta del mezzo pubblico, pur superiore alla media totale, rappresenta solo il 14,3% della torta.
E tra il 2009 e il 2013, la crescita dell'"utilizzo mezzo pubblico" come scelta di trasporto tra i "giovanissimi" ha segnato un incremento addirittura del 17%, contro quello del solo 3% tra i "giovani". Nella fascia 14-19, il dato è naturalmente riconducile innanzitutto al limite dei 18 anni per accedere alla patente automobilistica, ma è comunque significativo, perché accompagnato anche da una diminuzione dell’utilizzo dei motoveicoli.
Quello che invece sorprende nei dati Isfort, è l’apparente diminuzione delle scelte più ecologiche di trasporto, la bicicletta o lo spostamento a piedi. Infatti le percorrenze a piedi o in bicicletta hanno un’incidenza particolarmente bassa tra i “giovanissimi”, solo il 15.1% nella modalità del trasporto. 10,8% quella tra i “giovani”, contro una media complessiva della popolazione che è invece del 16,9%.
Un’apparente contraddizione con altri studi e ricerche che invece dichiarano un aumento generale degli spostamenti a piedi e in bicicletta, che avevamo in passato già rilevato.
In allegato pubblichiamo l’intera ricerca.