Aldo Caffagnini: "Il porta a porta è una rivoluzione del pensiero" | Una riflessione su Parma
"Richiede un cambio di approccio ai nostri rifiuti, che non sono più scarti puzzolenti da allontanare il prima possibile, ma rimangono quello che erano appena prima di essere gettati: cibo, legno, plastica, vetro. Non erano rifiuti quando erano per casa, non lo diventano nemmeno quando decidiamo di sbarazzarcene"
23 January, 2015
Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, un intervento di Aldo Caffagnini (Sporco Diario e Gestione Corretta dei Rifiuti) sul senso della raccolta differenziata e del porta a porta.
Gestire correttamente i nostri rifiuti consiste nel separarli al meglio. E' tutto qui. Una ricetta così semplice e chiara che anche i bambini la capiscono al volo e in pochissimo tempo sono in grado di applicarla alla perfezione. Chi non riesce nell'impresa di imitare i nostri figlio oppure è ancorato a vecchie abitudini o volutamente si rifiuta di rifiutare bene, e allora non è più una questione di metodo.
Il porta a porta è una rivoluzione di pensiero. Richiede un cambio di approccio ai nostri rifiuti, che non sono più scarti puzzolenti da allontanare il prima possibile, ma rimangono quello che erano appena prima di essere gettati: cibo, legno, plastica, vetro. Non erano rifiuti quando erano per casa, non lo diventano nemmeno quando decidiamo di sbarazzarcene.
La chiave di volta è proprio insita nel modo in cui trattiamo questi materiali, come li prepariamo per il loro smaltimento. Proviamo con un esempio. Se esponessimo insieme sul tavolo della cucina tutti i materiali che abbiamo deciso di scartare ci accorgeremmo immediatamente della loro reale identità. In questa mostra variopinta non ci sono rifiuti. Ci sono frutta, verdura, gusci, olio di frittura, incarti di plastica e di cartone, bottiglie di vetro, giornali, scatolette, barattoli, tetrapack.
Non arrecano alcun danno, sono i materiali che avevamo in casa fino a quel momento e che non erano considerati rifiuti ma cibo, contenitori, condimenti, involucri, bottiglie, detersivi, indumenti. Differenziare è semplice come un gioco. Il metodo da applicare è quello studiato a scuola, quello degli insiemi.
Questo non significa fingere che non ci siano margini di miglioramento, ma sempre all'interno di un percorso che è univoco in tutti gli scenari in cui si pratica una corretta gestione dei rifiuti. Si può e si deve migliorare. Riducendo i tempi di esposizione dei sacchi, semplificando i calendari dei ritiri festivi, valutando l'opportunità di eseguire le operazioni di ritiro nelle ore notturne, eliminando dalle strade anche i cassonetti del vetro e gestire quest'ultimo a livello domiciliare, togliendo infine anche i cassonetti del verde, altro elemento che solletica comportamento scorretti.
Poi occorre perseguire chi sporca. In Italia siamo abituati al paradosso di lamentarci contemporaneamente dell'assenza di controlli e della eccessiva severità degli stessi. Non se ne esce se non con una puntuale, persistente e ordinata ricerca dei punti deboli, dei cittadini che rifiutiamo di rifiutare bene, dei grandi produttori di rifiuti, che devono comprendere come il loro contributo sia fondamentale per una ordinata gestione.
Fanno sorridere gli appelli ad un ritorno al passato, a quando i rifiuti nono erano nostra responsabilità, quindi si poteva gettare tutto, in qualsiasi momento, tutto insieme. Appelli al ritorno ai cassonetti, più o meno “intelligenti”, come se bastasse l'aggettivo per evitare lo sperpero che c'era.
L'ilarità di queste proteste consiste anche nel fatto che i latori sono gli stessi che hanno progettato, coccolato e fatto nascere l'inceneritore, il camino che oggi impedisce alle tariffe di scendere. Sono gli stessi che su un giornale avevano promesso a lettere cubitali che i costi sarebbero scesi ai livelli dei cugini reggiano e piacentini (che avevano i forni), non appena Parma avesse acceso il proprio impianto.
Sono gli stessi che, con lo stesso gestore, praticano lo stesso sistema nei paesi in provincia, pontificando sulla loro efficacia e raccogliendo premi in regione, oltre che andando d'amore e d'accordo con la multiutility, che è sempre la stessa. Chi ama Parma, ama la differenziata porta a porta.
Leggi anche:
Rifiuti, tariffa puntuale nelle aree urbane: ecco dove e come si applica
Lo Sblocca Italia e gli inceneritori diventati "strategici"
Bloccare l'inceneritore di Parma? Gli attivisti ci credono ancora