Metrò, controllori anche sui treni per contrastare il boom dei “furbetti”
Quattro squadre in azione tutti i giorni. In crescita i trucchi per saltare i tornelli e l’uso improprio di tessere gratuite
25 January, 2015
di Diego Longhin
Controlli a bordo per smascherare i furbetti che non pagano il biglietto, come se la metropolitana fosse un qualsiasi tram o bus. Verifiche quotidiane, due squadre al mattino e due squadre al pomeriggio, che salgono e scendono dai vagoni del Val tra i capolinea Fermi e Lingotto. Scatta il giro di vite di Gtt dopo un periodo di sperimentazione nel 2014: controlli quotidiani anti-elusione sulla linea 1, sabato e domenica compresi. E l’effetto si è già fatto sentire sui dati dell’anno scorso rispetto al 2013, quando i passeggeri controllati sono stati 300mila e i verbali staccati circa 5mila.
Con la sperimentazione degli ultimi mesi, ora diventata prassi, i numeri sono schizzati: 500mila persone passate al setaccio e 9mila multe. Ora in Gtt contano di chiudere il 2015 con cifre ancora più alte. Perché questo giro di vite sulla linea, già una delle più sicure dal punto di vista del controllo, con tornelli all’ingresso e telecamere che “spiano” ogni angolo in stazione?. «Perché non possiamo accettare che ci sia chi non paga il biglietto del metró — risponde Walter Ceresa, presidente e amministratore delegato di Gtt — anche se l’elusione sulla linea 1, dalle nostre verifiche, è ai minimi. Per questo, rafforzando la lotta all’evasione su tutti i mezzi, abbiamo istituito il controllo fisso e giornaliero sul metró». Oggi la metropolitana è utilizzata da circa 150mila persone al giorno, con punte di 170mila. Percentuale di evasione: sotto il 2 per cento, la metà di quella stimata sulla base delle verifiche in superficie.
Oltre alle due squadre per turno che girano sui vagoni, c’è il sistema “muro”, praticato solo nelle stazioni con i flussi d’uscita più consistenti come piazza XVIII Dicembre, Porta Susa e Porta Nuova: una decina di ispettori di Gtt si piazza prima dei tornelli e verifica i passeggeri che stanno lasciando la stazione. Chi viene pizzicato senza biglietto ha due possibilità: prendersi una multa da 90 euro, pagabile in 60 giorni, oppure pagarne subito 25.
Qual è la scusa principe che si sentono raccontare i controllori? «Ho buttato il biglietto». Scusa ormai inutile: il verbale scatta lo stesso. Il ticket va conservato durante il viaggio e lo si può gettare via solo quando si oltrepassano i tornelli d’uscita. Cosa che viene ricordata via altoparlante nelle stazioni; «scusa che spesso viene accampata da chi usa tessere che non dovrebbe usare» spiega Giovanni Rabino, dirigente che guida il settore controlli di Gtt. Chi ha, ad esempio, un bambino sotto gli undici anni, al costo di 5 euro può fare la tessera per viaggiare gratis sui mezzi. Riservata al figlio, però: peccato che in diversi casi sia usata dai familiari. Allo stesso modo gli ispettori hanno verificato utilizzi impropri delle tessere disabili. «I documenti di viaggio usati non correttamente vengono requisiti e si fa una verifica» dice Rabino.
Poi ci sono i sistemi classici: salto dei tornelli stile “pubblicità dell’olio Cuore” oppure il “trenino”, quando l’evasore si accoda a chi paga regolarmente il ticket nel momento in cui si apre la barriera. Sistema che dà fastidio ai passeggeri onesti, tanto che a Gtt sono arrivate lettere di protesta.