#Ungestocheconta, quattro esempi di sostenibilità tra i commercianti di Vanchiglia |Video
Locanda Johar, Negozio Leggero, Oh mio bio, Bar Nello, quattro attività commerciali che portano avanti progetti di sostenibilità. Ne parliamo nell'ambito del progetto "Un gesto che conta" di Eco dalle Città
29 January, 2015
Il progetto “Un gesto che conta” continua e questa volta approda alla Locanda Johar di via Santa Giulia 42, uno dei locali che a Vanchiglia è l'esempio di come un negozio/caffetteria/locanda possa incontrare la sostenibilità ambientale. Nata dalla Cooperativa sociale che porta lo stesso nome, la locanda persegue una precisa filosofia, che si basa sulla qualità, sia del cibo sia degli oggetti venduti, offerta al cliente. Il locale è concepito come uno spazio di aggregazione in cui la cultura indiana incontra le abitudini dei residenti del borgo.
A raccontare l'esperienza di Johar è Sara Ciccardi, membro della Cooperativa, che spiega come alla volontà di cooperare con la sartoria retta da trenta donne di Ranchi, nel nord est dell'India, si unisca il desiderio di creare una caffetteria “diversa” dalle solite. Un bar, una locanda che, invece, nel fare da vetrina ai capi confezionati dalle donne indiane, offra ai clienti anche cibo a Km 0, biologico e prodotto artigianalmente. Un'attività di ristorazione attenta alla destinazione del cibo, attenta ad evitare sprechi e, soprattutto, disponibile a donare il pane, per esempio, che avanza a fine giornata.
Ma non è questo l'unico esempio di attività commerciale e di ristorazione che ha scelto di improntare il suo lavoro sulla sostenibilità e il rispetto per l'ambiente. In via Napione 32 è sorta anche la Locanda Leggera, una caffetteria e ristorante che si basa su tre principi essenziali: i prodotti venduti sono sfusi e non surgelati; gli ingredienti usati sono selezionati dall'ente di ricerca Ecologos e venduti senza imballaggio nel vicino Negozio Leggero; tovagliette, tovaglioli, bottiglie di plastica e bicchieri sono banditi: l'usa e getta, infatti, non è ammesso e la motivazione è ben precisa, ovvero, contribuire in modo sostanziale alla riduzione dei rifiuti.
Nelle vicinanze, in via Cesare Balbo 22/A, un'altra attività commerciale ha messo al centro del suo lavoro l'interesse per il biologico. Si chiama “Oh mio bio!” e nasce come la concretizzazione della filosofia di vita dei gestori, “un incontro tra tre amici impegnati nel campo del consumo consapevole in modi diversi”. È questo il modo in cui viene descritto il negozio che, oltre alla tavola, si impegna a promuovere un preciso stile di vita, fatto di attenzioni e sguardi critici verso i meccanismi che stanno dietro alle multinazionali del cibo, anche attraverso diversi corsi di cucina per tutti.
E se queste descritte fino ad ora sono attività che sono nati già con l'idea di tutelare l'ambiente e salvaguardare il lato pulito ed etico del cibo, nell'antico borgo torinese ci sono tante altre attività che nel loro piccolo possono definirsi “promotori di piccoli gesti sostenibili”. Come per esempio fa il “Bar Nello”, che per i clienti mette da parte le bottiglie di vetro, quelle dell'acqua o del vino, o barattoli, per permettere loro di poterli riutilizzare per le conserve di cibo.
Un gesto semplice, ma che merita di essere elevato ad esempio per i cittadini di uno dei quartieri in cui il rispetto per l'ambiente, che parte da piccoli ristoranti, bar e botteghe, incontra progetti più strutturati in direzione della tutela ambientale.
Intervista a Sara Ciccardi della Locanda Johar:
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