Uber, ultimatum dei tassisti a Fassino
Oggi l’incontro con il sindaco: la categoria vuole subito un’ordinanza che blocchi il servizio ritenuto abusivo Lo spauracchio è lo sciopero di 24 ore fissato per martedì 17. L’assessore Mangone: “Il problema è nazionale” - da La Repubblica del 09.02.2015
09 February, 2015
di Diego Longhin Carlotta Rocci
I taxisti non vanno tanto per il sottile. Vogliono avere risposte reali e vedere sul tavolo del sindaco Piero Fassino un provvedimento concreto per contrastare il servizio Uber Pop a Torino. Questo si aspettano dal faccia a faccia che si terrà oggi pomeriggio. «Vogliamo trovare un’ordinanza che vieti il servizio Uber Pop o una proposta che vada in questa direzione », dicono. E lo sciopero di 24 ore programmato per il 17 febbraio, giorno in cui l’Authority dei Trasporti ha convocato tutte le parti in causa al Lingotto, è una carta che i guidatori delle auto bianche proveranno a giocarsi per convincere Palazzo Civico a fare qualche cosa. «Forse non è nei poteri del sindaco oscurare l’app come in altre città europee, vedi Amburgo, ma di sicuro può firmare un ordinanza che vieti l’attività di questi autisti abusivi» dice Federico Rolando, portavoce delle 13 sigle sindacali dei tassisti sotto la Mole. E un provvedimento simile sarebbe l’unica merce di scambio per ripensare il blocco dei taxi in città tra due settimane. Uno stop che con l’arrivo di delegazioni di tassisti da altre città rischia di paralizzare Torino e di creare problemi di ordine pubblico.
I tassisti lamentano un atteggiamento permissivo da parte del Comune rispetto a Uber Pop e in generale rispetto ai servizi che la società californiana ha portato a Torino attraverso l’app per smartphone. I rappresentanti italiani della società sono stati ascoltati dai consiglieri nelle commissioni di Palazzo Civico e le prese di posizione di alcuni politici locali non sono piaciute ai tassisti. Non sono bastati nemmeno i sequestri di cinque vetture fatti dalla polizia municipale, bloccando di fatto l’attività di altrettanti driver di Uber. «Noi abbiamo ribadito più volte e in tutte le sedi che il servizio Uber Pop non rientra nelle regole — sottolinea l’assessore al Commercio, Domenico Mangone — la polizia municipale è intervenuta ma il problema non è di Torino, è nazionale. Il ministro Lupi ha chiesto un parere all’Authority e credo che si arriverà presto a chiarire la questione. Lo stesso sindaco Fassino, come presidente dell’Anci, interverrà a livello nazionale». L’assessore al Commercio sottolinea però che i tassisti dovrebbero adeguarsi ai tempi: «Lasciando da parte la questione tariffe, il servizio Uber Pop ha elementi di semplicità che vanno incontro ai clienti: calcolo del costo del percorso, possibilità di pagare la corsa attraverso carta di credito, individuare le macchine sulla cartina e prenotazione via telefono. Aspetti che dovrebbero far riflettere la categoria dei tassisti».
La protesta delle auto bianche si è spostata anche sul web. Da qualche settimana circola in rete l’hashtag #iostocoitaxisti. L’idea è quella di tante campagne via internet: un selfie con l’hashtag. Diffusa tra Torino e Milano, ma aperta a tutt’Italia, per ora ha raccolto l’adesione di gente comune, diversi politici e personaggi noti come Loredana Bertè.