L'olio esausto da rifiuto a risorsa con il progetto europeo RicOil
Oltre il 60% di olio alimentare usato non venga smaltito correttamente . Per supportare la raccolta e valorizzazione dell'olio usato da cucina il progetto RecOil ha attivato iniziative per la per la raccolta, la trasformazione e commercializzazione del biodiesel prodotto dall'olio da cucina usato
16 April, 2015
L'olio da cucina usato è un rifiuto non facile da smaltire. Un inadeguato smaltimento può provocare impatti ambientali rilevanti rendendo particolarmente difficoltoso e dispendioso il trattamento delle acque reflue.
In Italia tale rifiuto è classificato con il codice CER 200125 (oli e grassi commestibili usati) ed è considerato come un rifiuto non pericoloso. Nonostante ciò, l'olio da cucina usato, se disperso, risulta altamente dannoso per l'ambiente. L'olio all'interno dell'acqua forma, infatti, un velo sulla superficie che non permette lo scambio dell'ossigeno fra l'acqua e l'aria, provocando gravi danni all'ecosistema e causando moria dei pesci e della flora acquatica. Se poi l'olio penetra nelle falde acquifere profonde può rendere l'acqua non potabile.
Attualmente, si stima che, a livello
europeo, oltre il 60% di olio alimentare usato non venga smaltito
correttamente (fonte Biodienet). Il settore domestico, per il quale
spesso non sono previsti sistemi di raccolta, risulta essere la
principale fonte di produzione di olio da cucina usato per diversi
paesi dell'UE. Simile situazione si riscontra nel nostro paese. In
Italia, infatti, ogni anno vengono consumate 1.400.000 tonnellate di
oli vegetali e di questa quantità si valuta un residuo pari al 20%
che non viene utilizzato e che deve essere smaltito (pari a 280.000
tonnellate). Il 57% di tale quantità è attribuibile alle utenze
domestiche, il 25% al settore della ristorazione e il 18% alle
industrie alimentari.
Per quanto riguarda il recupero e lo smaltimento, nell'anno 2013 il Consorzio Obbligatorio Nazionale di raccolta e trattamento oli e grassi vegetali e animali esausti (Conoe) ha raccolto e riciclato 50.000 tonnellate di olio usato, di conseguenza la dispersione è stata di 230.000 ton (82% di tutto l'olio di scarto da cucina prodotto).
Appare evidente la necessità di supportare, a livello europeo e nazionale, il processo di raccolta e valorizzazione dell'olio usato da utenze domestiche, dato che, il suo recupero, non solo evita i danni ambientali ed economici, ma contribuisce anche alla valorizzazione energetica di questa risorsa. L'olio usato infatti, se recuperato, può essere utilizzato come risorsa energetica in impianti di cogenerazione oppure può essere trasformato in biocombustibile (biodiesel) mediante una trasformazione chimica.
I benefici del biodiesel da olio da
cucina sono molti: è biodegradabile e il suo utilizzo contribuisce
ad una significativa riduzione della CO2 e quindi a raggiungere gli
obiettivi dell'Unione Europea di riduzione dei gas serra del 20%. Il
biodiesel da olio da cucina usato, in particolare, diminuisce
l'impatto della produzione di biocarburanti sull'agricoltura,
limitando la competizione tra le colture energetiche e quelle
alimentari.
Per supportare la raccolta e valorizzazione dell'olio usato da cucina si può partire dai numerosi casi di successo internazionali, identificando le migliori pratiche e soluzioni in base al contesto ambientale, sociale, economico e legislativo di riferimento.
Questo obiettivo è stato perseguito durante il progetto RecOil, co-finanziato dalla Commissione Europea mediante il programma Intelligent Energy Europe e a cui hanno preso parte numerosi partner internazionali quali l'Agenzia per l'Energia e l'Ambiente di Arrábida (capofila del progetto), l'Associazione Europea per la Biomassa, il Dipartimento Ambientale dell'Università tecnica della Grecia, il Comune di Castrolibero, l'Agenzia per l'Energia e lo Sviluppo sostenibile della Provincia di Cosenza (ALESSCO) e piccole medie imprese come ETA Florence Energie Rinnovabili di Firenze.
La valutazione delle migliori pratiche in uso nelle filiere di recupero dell'olio da cucina usato esistenti è stata realizzata attraverso indagini presso le famiglie, esperienze nelle industrie coinvolte ed un'accurata analisi della normativa in materia, al fine di evidenziare eventuali problematiche e barriere per l'introduzione del biodiesel nel mercato.
Con le informazioni raccolte sono state realizzate delle Linee Guida, oggi disponibili on-line al sito www.recoil-project.eu che rappresentano uno strumento di aiuto alle comunità che vorranno sviluppare sul proprio territorio sistemi di raccolta e trasformazione dell'olio da cucina esausto per la produzione di biodiesel.
(Foto da Qualenergia.it)