Verso la Food Policy di Milano: alla Fondazione Cariplo la consultazione di associazioni e start-up
Food Policy di Milano. Il Comune e i ricercatori di Economia e Sostenibilità presentano i primi dati sul sistema alimentare milanese ed incontrano associazioni, progetti e start-up, legati alla lotta contro lo spreco alimentare
30 April, 2015
Una cinquantina di associazioni e start-up legate al mondo dell’agroalimentare e a quello attivo contro lo spreco alimentare, ha partecipato il 23 aprile, in Fondazione Cariplo, alla consultazione per la definizione della Food Policy, la strategia del sistema alimentare urbano di cui Milano si doterà nei prossimi mesi. "Abbiamo invitato una serie di attori che hanno messo in pratica idee innovative in campo sociale ed economico", ha dichiarato l’assessore alle politiche per il lavoro, attività economiche, università e ricerca Cristina Tajani. "L’obiettivo era non soltanto di stimolare un contributo dal basso nella definizione della Food Policy, ma anche di stabilire un percorso affinchè la futura strategia del cibo restituisca qualcosa agli attori coinvolti. Il secondo obiettivo, non meno importante, era quello di offrire alle associazioni e start-up presenti, un’occasione per costruire nuove relazioni e sinergie".
Il percorso verso la scrittura di una strategia del cibo a Milano è partito nel luglio del 2014, con un accordo tra il Comune e Fondazione Cariplo. Durante la prima fase è stata condotta un’analisi dei punti di forza e debolezza del sistema alimentare milanese, i cui primi risultati sono stati presentati il 23 aprile, che ha evidenziato alcuni aspetti interessanti, illustrando tutti gli aspetti - accesso al cibo, spreco, logistica, commercio, educazione - legati al sistema alimentare milanese. Milano è una città che sta invecchiando, con 135 mila persone in difficoltà (ossia il 10% dei residenti) che si rivolgono ai 352 enti caritativi cittadini, soprattutto per far fronte ai propri bisogni alimentari – hanno sintetizzato Andrea Calori e Francesca Federici, ricercatori di Està, l’associazione che ha condotto l’analisi sul sistema alimentare milanese. In sostanza una città piena di bisognosi e nella quale i residenti stranieri hanno raggiunto il 20% della popolazione.
Riguardo lo spreco di cibo, non ci sarebbero al momento dati ufficiali su quello cittadino, ma solo dati nazionali, più volte divulgati dai media ultimamente, come quello delle 6 milioni di tonnellate all'anno di spreco o eccedenze alimentari in Italia, ossia 100 kili a testa, dato del 2012. Grazie alla collaborazione con alcune catene della grande distribuzione, come la COOP, è stato ricordato che si è stimato un dato sulle eccedenze alimentari medie dei supermercati: 7 chili al mq/anno, un dato che se moltiplicato per le enormi superfici di super ed ipermercati, fa molto riflettere.
I primi dati sul sistema alimentare milanese, affrontando anche la logistica e il commercio della città, hanno censito a Milano 25 mercati comunali coperti, 87 rionali scoperti e 15 i mercati contadini, anche se qui i dati sono solo 2008. 4500 invece gli esercizi di somministrazione alimentare presenti a Milano, dato del 2014, che indicherebbe un + 6% sul 2013. Sarebbe però interessante sapere cosa è successo in questi primi mesi del 2015, vista l'esplosione di aperture di nuovi ristoranti, bar, caffetterie, take-away, legati all'imminenza dell'evento EXPO.
Numerosi i soggetti che si sono presentati all'incontro, in qualità di protagonisti ed ideatori di progetti legati al sistema alimentare milanese. "Seminiamo il futuro", ad esempio, è una serie di percorsi di educazione alla sovranità alimentare, ideati da una rete di 15 Ong. SOCIAL FOOD CLUB, un progetto di ricerca che lavora sullo sviluppo - in chiave micro imprenditoriale - di servizi per la ristorazione sociale.
Mum Milo, un'associazione che si occupa di recuperare negli ospedali il latte materno in eccesso; una sorta di banca del latte, che dalle "donatrici" arriva ad alimentare i nati prematuri. Recup, presentato dalla studentessa Rebecca Zaccarini, è un progetto che sta cercando di recuperare lo spreco di cibo dai mercati rionali, partendo da quello di viale Papiniano, rivalutando il mercato come luogo di socialità, dove ad esempio gli sprechi possano essere non solo recuperati, ma anche cucinati insieme.
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