Expo 2015, raccolta differenziata e stoviglie compostabili. Le osservazioni del 3 maggio
La raccolta differenziata nei cestini dedicati ai visitatori e la diffusione delle stoviglie delle aree ristoro presentano alcuni problemi. Una migliore informazione potrebbe risolverne alcuni
03 May, 2015
di Angela Conversano
Domenica 3
maggio è stata l'occasione per un'altra visita ad Expo 2015, dopo la prima
del giorno inaugurale. L'attenzione è rivolta sempre alla gestione
dei rifiuti all'interno dell'esposizione universale, con un occhio
particolare a due aspetti: il primo riguarda il conferimento dei rifiuti da parte dei
visitatori, alla luce dell'allestimento per la raccolta differenziata
predisposto da Amsa; il secondo riguarda invece come i ristoratori
abbiano accolto la proposta, contenuta nell'allegato Food
& Beverage guide – Expo 2015, di prediligere stoviglie riutilizzabili oppure, se usa e getta, che
siano biodegrabili e compostabili (secondo la norma europea 13432).
Per ciò che riguarda la raccolta differenziata, l'impressione iniziale, confermata poi nel corso della giornata, è che qualcosa non funzioni come dovrebbe. Già dalle prime ore del mattino molti cestini per la raccolta della carta, dell'organico, della plastica e dei metalli – tra questi manca il vetro - contengono materiali sbagliati: ad esempio nell'organico si trova parecchia plastica, mentre tra la carta normale si trova molta carta compostabile. Percorrendo il decumano e passando in rassegna diversi padiglioni, dall'ingresso fino alla fine, la scena non cambia.
Sicuramente tra i visitatori c'è un po' di confusione e poca conoscenza dei materiali, ma anche scarsa attenzione. Gli imballaggi in carta e plastica compostabili, per quanto simili a quelli “tradizionali”, recano infatti delle scritte ben evidenti circa la loro compostabilità. Il posto giusto dove conferirli è quindi il cestino dell'organico. Va anche detto, però, che i cestini sono collocati secondo ordini differenti a seconda dei padiglioni e delle zone: se in alcuni l'ordine è “Carta-Organico-Plastica”, in altri è “Organico-Carta-Plastica”. Questa cosa può trarre in inganno qualcuno.
Alla luce di tutto questo, è chiaro che una migliore e più diffusa comunicazione sul corretto conferimento dei rifiuti da parte di visitatori è più che auspicabile. Ne va dell'effettiva eco sostenibilità dell'evento: ciò che non viene differenziato dal visitatore di Expo non verrà ovviamente differenziato dagli operatori ecologici nella fase di ritiro, per cui il rischio è quello di non valorizzare gran parte delle 17 mila tonnellate dei rifiuti previste durante i sei mesi dell'Esposizione Universale.
Compostabile sì compostabile no
Anche sul fronte della ristorazione non mancano delle criticità.
Alcune aree di ristorazione hanno accolto le linee tracciate dalla guida: “Riduzione del packaging per prevenire la produzione dei rifiuti, privilegiare materiali lavabili, invece dell'usa e getta. Se sono predisposte stoviglie usa e getta, devono essere biodegrabili e compostabili”. Eataly ad esempio ha scelto il Mater-Bi®, la bioplastica biodegradabile e compostabile prodotta da Novamont. Altri invece non hanno accolto i suggerimenti. Soprattutto gli stand di street food e quelli allestiti per la vendita di dolci o crepes, hanno deciso di utilizzare le tradizionali stoviglie in plastica che, una volta macchiate con creme al cioccolato o altro, non possono essere conferite nel cestino della plastica perché sporchi.
L'ultima
osservazione, per
il momento, riguarda i mozziconi delle sigarette. Se è vero che secondo
le regole dell'Expo è consentito fumare solamente nelle aree
riservate, è anche vero che i visitatori “preferiscono” fumare
passeggiando tra i diversi padiglioni e gettare, come avviene purtroppo nelle in città, il mozzicone per terra o accanto ai
cestini della differenziata.