Essere Formichine, le buone pratiche #formichinesalvacibo
Cosa hanno imparato le nostre Formichine nel loro percorso di azioni e riflessioni contro lo spreco di cibo? E soprattutto, cosa hanno insegnato a noi adulti?
09 June, 2015
di Aglaia Zannetti
A poche settimane dalla conclusione del nostro progetto pilota “Formichine salva cibo”, che ha visto premiati per il loro instancabile lavoro di sentinelle anti spreco i bambini della Galvani, della Tommaso Grossi e della Italo Calvino, è interessante capire, oltre alle riflessioni e dibattiti nati in aula sul tema dello spreco di cibo in generale e su quello all’interno delle mense scolastiche e a casa, quali iniziative concrete per arginare il fenomeno dello spreco sono state pensate e realizzate dalle Formichine partecipanti al concorso.
L’ORTO SCOLASTICO
Osservando il lavoro svolto dai piccoli della Calvino e della Massaua, possiamo affermare che la presenza dell’orto scolastico è stato un prezioso alleato per sviluppare consapevolezza e una diversa relazione con determinati tipologie di alimenti normalmente osteggiati dai bambini, notoriamente poco inclini al consumo di verdura e frutta. “Mettere le mani nella terra”, prendersi cura in prima persona delle piantine e dei semi, infatti, ha permesso ai bambini di capire come e dove nascono pomodori, insalata, mele, pere e tutti quei cibi che di solito troviamo nel piatto già pronti al consumo o, prima ancora, al supermercato , talvolta confezionati.
Ecco che il valore del coinvolgimento, del lavoro a contatto con la terra e le sue risorse, diventa la chiave del successo per un consumo consapevole e carico di significati; ingegnoso e interessante l’escamotage adottato dalle maestre della Calvino (che abbiamo raccontato in un articolo dal titolo “Il trucco del pesto”) ovvero quello di far credere ai bambini che in mensa stessero consumando proprio quelle verdure e quella frutta nata grazie al loro lavoro nell’orto, aggirando così, con la complicità delle scodellatrici che si sono prestate al gioco, le regole imposte da Milano Ristorazione che non consentono il consumo in mensa dei prodotti coltivati nell’orto scolastico (prodotti che vengono quindi prelevati e consumati a casa sia dalle maestre che dalle famiglie dei bambini). L’entusiasmo per la pasta al pesto, prima snobbata dai più, è la prova che i bambini possono superare blocchi alimentari solo e semplicemente attraverso la conoscenza diretta, l’esperienza della coltivazione e, aggiungiamo, la fascinazione di una storia che li vede protagonisti attivi delle loro scelte. Interessante notare come anche i bimbi più refrattari decidessero comunque di assaggiare tutto, come nuova regola legata al rispetto del cibo.
LA TRASFORMAZIONE DEL CIBO
Le arance finivano quasi tutte nel cestino. Come evitare questo spreco? La soluzione adottata dalla Calvino anche in questo caso è semplice ma non scontata: “trasformare” il cibo! Una spremuta e il gioco è fatto, in questo modo l’ostacolo originale - il dover pelare e masticare il frutto spesso un po’ aspro - lascia il posto al gioco e al divertimento della preparazione e della trasformazione delle arance in bevande dissetanti, con l’aggiunta di un po’ di ghiaccio e , perché no, anche dolci, con un pizzico di zucchero.
La frutta è ammaccata e non invita al consumo? Alla Grossi hanno pensato alla preparazione di grosse scodelle di macedonia mentre alla Galvani ne hanno ricavato delle golose marmellate o delle gelatine; il pane avanzato in mensa è tanto? Sarà un ottimo pasto per gli uccellini ma anche dell’ottimo pan grattato da portare a casa o regalare alle cascine fuori Milano dove diventa cibo per i maialini (Galvani).
Le Formichine della Crispi , ad esempio, hanno già in mente un piano d’azione (e un sogno) per il prossimo anno: donare alcuni tipologie di eccedenze anche ai cani ospiti dei canili più in difficoltà.
QUANDO IL CIBO SCADUTO DIVENTA ARTE E ARTIGIANATO
Ancora una volta creatività e fantasia sono la soluzione anti spreco più economica di tutte: i bambini hanno pensato di trasformare in qualcos’altro persino prodotti scaduti che abbiamo in casa,come la pasta che diventa materia prima per la realizzazione di collane e monili (Calvino) o le caramelle dure e gommose che diventano soggetti di opere d’arte ispirate a Magritte (Massaua), alla Grossi la riflessioni si spinge anche sul riciclo-riuso, dopo aver scoperto l’esistenza della”pelle-mela” con la quale si rilegano libri e si foderano divani o carta-mela, materia prima per fazzoletti e carta igienica.
IL SACCHETTO SALVACIBO COME PRASSI QUOTIDIANA
L’iniziativa di Milano Ristorazione, ormai più che attiva, con la distribuzione di più di 15 mila sacchetti all’anno, è stata la nostra fonte di ispirazione per l’avvio del progetto di Formichine: non poche volte durante il nostro percorso abbiamo incontrato il sacchettino, divenuto co-protagonista di molte delle iniziative e riflessioni delle Formichine. Una buona pratica che ha preparato il terreno all’arrivo delle Formichine.
I NONNI A PRANZO, ANTIDOTO AI CAPRICCI ALIMENTARI
Si sa, tutti i nonni hanno questo compito, educare le nuove generazioni al rispetto del cibo, contro ogni spreco. Con l’iniziativa “adotta un nonno” (così efficacemente raccontataci dalle Formichine della Crispi ) abbiamo potuto constatare che i bambini sono stimolati a mangiare di tutto un po’, grazie alla presenza rassicurante e famigliare di persone anziane , che potrebbero essere i loro nonni, le quali “animano” i pranzi instaurando un rapporto di confidenza e intimità con i bambini. I loro racconti , legati a storie di guerra, fame vera e povertà , colpiscono i bimbi che hanno modo di riflettere sul valore del cibo.