Luci e ombre del nuovo stadio della Roma
Presentato il progetto completo per il nuovo stadio della Roma. Per il sindaco Marino è un'opera strategica, ma Legambiente non è della stessa opinione
17 June, 2015
È stato presentato ieri, in pompa magna quasi si fosse davvero allo stadio, il progetto conclusivo del nuovo stadio della Roma che in mattinata era stato consegnato ufficialmente anche al Sindaco Marino.
Un progetto da 1.500.000.000 di euro che dovrebbe ricoprire la grande ansa del Tevere situata tra la via del Mare ed il fiume stesso poco prima del raccordo e che comprenderebbe, oltre allo stadio, un complesso monumentale di uffici e negozi che avranno nel complesso una cubatura da 1.000.000 di metri cubi.
Il progetto è appoggiato ed atteso con ansia dai tanti investitori ma anche dalle istituzioni visto l’entusiasmo mostrato anche ieri dal sindaco di Roma. Per Ignazio Marino infatti "Si tratta di un’opera strategica non solo per il mondo dello sport, ma per l’intera città. Non posso che esprimere dunque piena soddisfazione per il rispetto dei tempi e per la qualità del lavoro prodotto da professionisti di fama internazionale, come l’architetto statunitense Daniel Libeskind. È nostro compito ora effettuare le necessarie verifiche prima della trasmissione del progetto alla conferenza dei servizi regionale"
Ma non è dello stesso avviso Legambiente che sullo Stadio della Roma e sul suo impatto ambientale ha effettuato studi approfonditi. I problemi legati al progetto sono infatti molti e sebbene durante la presentazione sianto stati poi chiariti diversi aspetti, anche energetici e relativi al parco lungo il Fiume, non si sono affrontati i punti decisivi del progetto che ora sono in mano a Comune e Regione. In primo luogo il prolungamento della Linea B della Metro, su cui ancora non c'è alcuna certezza. In secondo luogo, sempre secondo l’associazione, dopo la presentazione delle tavole del progetto, sarebbe chiaro l'impatto in termini anche di consumo di suolo, con cemento e asfalto. L'area coperta dai parcheggi a cielo aperto è addirittura di 23 ettari, pari a 4 volte l'area del Circo Massimo. In termini di impermeabilizzazione del suolo, a pochi passi dal Tevere, secondo Legambiente le conseguenze profondamente negative sarebbero di facile intuizione sia da un punto di vista climatico che idrogeologico.
"La priorità di Roma ai tempi di Mafia Capitale, non è un immenso quartiere di uffici con annesso stadio - dichiarano Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio e Edoardo Zanchini vicepresidente nazionale di Legambiente – oggi Roma ha bisogno di legalità, e su questo il Sindaco Marino merita rispetto, ma anche di scelte vere che guardino a un futuro diverso e più sostenibile della città, anche a partire da una nuova e rinnovata squadra. Con una idea di sviluppo che punti sulla vera rigenerazione urbana nelle periferie e nelle scuole, sul rilancio di un verde pubblico completamente abbandonato, sul potenziamento del trasporto pubblico, sull'agricoltura nel comune agricolo più grande d'europa dove sul tema non si sta facendo nulla, sul decoro, sui rifiuti per i quali ci deve essere una strategia unica e decisa verso il porta a porta che ancora viene fatto in troppi modi diversi a seconda del quartiere e dove siamo all'anno zero sul compostaggio. Questo è ciò che serve a Roma, - concludo Scacchi e Zanchini - non lo Stadio che rischia di diventare l'unico intervento della città, oltretutto con gli evidenti rilevanti problemi ambientali e trasportistici di una scelta localizzativa sbagliata; ci chiediamo poi se, 1 milione di nuovi metri cubi si chiama rigenerazione urbana, come è stato affermato in presentazione, da quanti milioni di metri cubi possiamo considerare un'opera come nuova edificazione".