Presentata dal Vaticano l’Enciclica “verde”: la “tremenda responsabilità” dell’Uomo e l’ecologia integrale
La lettera enciclica “Laudato si” è stata presentata con gli interventi del cardinale africano Turkson, dell'ambientalista Schellnhuber e della economista cattolica Carolyn Woo
17 June, 2015
di Aglaia Zannetti
“La
nostra casa comune è come una sorella con la quale condividiamo l’esistenza , è
come una madre che ci avvolge nelle sue braccia” . Così il Cardinale
Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio consiglio della giustizia
e della pace, apre l’incontro, che ha il sapore di un evento destinato a
lasciare il segno, dedicato alla presentazione della “Lettera Enciclica sulla
cura della casa comune” interamente scritta da Papa Francesco, il cui titolo
riprende l’incipit dal cantico delle creature di san Francesco d'Assisi:
"Laudato si', mi' Signore".
Il Poverello d’Assisi, come fonte di ispirazione e un obiettivo dichiarato, per questa enciclica verde : ricondurre l’uomo alle sue responsabilità - anche morali- per ridurre l’impatto delle azioni umane sull’ambiente in nome di quella che Papa Francesco ha definito “ecologia integrale”, unico paradigma in grado di articolare le relazioni fondamentali della persona con Dio, il prossimo e il creato tutto.
“Che tipo di mondo desideriamo trasmettere ai bambini, a chi verrà dopo di noi? “
Questo, spiega il cardinale Turkson, è “l’interrogativo di base :non si possono porre le questioni in maniera parziale, la domanda vera è per quale fine, a quale scopo, siamo su questa terra, “questa terra che ha bisogno di noi”. Inutile avere “preoccupazioni ecologiche” senza porsi questi interrogativi. Esiste infatti una “radice umana” della crisi ecologica in atto: la Chiesa intende porsi in un dialogo continuo con la filosofia e le scienze umane con l’obiettivo di elaborare un’ecologia integrale che comprenda il posto specifico che l’essere umano occupa in questo mondo.
“Oggi “ ha proseguito “la terra si lamenta e i suoi gemiti si uniscono a quelli dei poveri e degli “scartati” del mondo, occorre un cammino concreto e non ideologico, superficiale e riduzionista, occorre instaurare il dialogo; la Chiesa non pretende di definire le questioni scientifiche né di sostituirsi alla politica, ma invita ad un dialogo onesto e trasparente perché le ideologie non ledano il bene comune.
La “tremenda responsabilità” dell’essere umano nei confronti dell’ambiente ci chiama a un cambiamento, una “conversione ecologica” affinché ciascuno offra il proprio contributo alla cura della casa comune.
Nel capitolo V Papa Francesco riferisce “alcune linee di orientamento e azione” che passano non solo attraverso un cambiamento radicale nelle politiche nazionali e internazionali ma anche e soprattutto dai singoli uomini i quali devono porre “attenzione al degrado e recupero nei propri territori” . L’invito, dunque, è alle buone pratiche, ai piccoli gesti quotidiani.
Nel suo intervento, il metropolita di Pergamo Joannis Zizioulas, ha riflettuto sulle connessioni tra ecologia e teologia , proponendo un giorno di preghiera comune per la Madre Terra ; è la prima volta nella storia che un’enciclica papale viene presentata da un alto rappresentante di un'altra Chiesa cristiana.
L’enciclica è composta da un’introduzione, sei capitoli e due preghiere finali, “la prima da condividere con tutte le fedi, al seconda con i cristiani” come ha sottolineato il cardinale Turkson.
Alla conferenza sono intervenuti anche due specialisti di fama mondiale: i professori John Schellnhuber, fondatore e direttore del Potsdam Institute for Climate Impact Research, e Carolyn Woo, presidente del Catholic Relief Services e già decana del Mendoza College of Business, University of Notre Dame, Usa.
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