EcoMafie 2015, Legambiente: nel Lazio 6,1 illeciti al giorno
Sono 545 i reati di abusivismo edilizio e 486 illeciti nel ciclo dei rifiuti: nel dossier EcoMafie 2015 di Legambiente il Lazio è al 1° posto nella classifica nazionale per numero di archeoreati
29 June, 2015
Nel corso del 2014 sono state 2.255 le infrazioni ambientali accertate nel Lazio, 6,1 al giorno contribuendo per il 7,7% alle infrazione di tutta Italia (erano il 7,1% nel 2013). Il Lazio è al 5° posto nazionale per reati ambientali accertati, tristemente e per il quarto anno consecutivo subito dopo le “tradizionali regioni a presenza mafiosa”. Nella classifica nazionale della corruzione, il Lazio si piazza invece al quarto posto con 26 inchieste aperte.
Complessivamente male anche Roma e provincia al 4° posto della classifica nazionale con 1053 infrazioni. Sono questi alcuni dei dati che emergono nel dossier 2015 di Legambiente dedicato alle Ecomafie e presentato oggi a Roma alla Sala del Jazz. Principali protagonisti continuano a rimanere il ciclo del cemento e quello deirifiuti che vedono il Lazio rispettivamente al 4° posto con 545 illeciti per abusivismo edilizio e addirittura in aumento per reati sul ciclo dei rifiuti dove dal 7° del 2014 (con 392 infrazioni) si passa al 4° posto con 486 illeciti.
Roma si conferma regina dell’illegalità laziale nel ciclo dei rifiuti dove gli illeciti salgono dai 229 del 2013 ai 255 del 2014; seguono Latina con 140, Frosinone con 37, Viterbo con 28 e Rieti con 26. Non va meglio nel ciclo del cemento, tradizionalmente colpito da infiltrazioni mafiose e dove si conferma al primo posto la capitale con 180 illegalità, seguita a breve distanza da Latina dove gli illeciti accertati sono stati ben 173.
“I dati sulle illegalità nel Lazio continuano ad essere allarmanti e la nostra regione è la quinta in assoluto per tali reati – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – Soprattutto la capitale continua a contribuire in modo impressionante alla media nazionale e, nonostante la chiusura di Malagrotta ed il lieve miglioramento di livello di differenziata nelle provincie, il ciclo dei rifiuti continua ad essere protagonista di quasi 500 reati all’anno. Anche i numeri legati al ciclo del cemento che vedono Roma e Latina fortemente colpite, non lasciano dubbi e ci raccontano un territorio preso d’assalto dall’abusivismo edilizio e da diluvi di cemento e consumo di suolo che bisogna assolutamente fermare. A Roma e nel Lazio si esca dall’era dell’illecito e di Mafia Capitale, da anni denunciamo con i nostri dossier i numeri impressionanti degli ecoreati, adesso le indagini in corso siano l'occasione per creare un nuovo sussulto civile tra cittadini, associazioni e amministratori per aprire un varco indelebile di legalità nel futuro”.
Altrettanto gravi continuano ad essere gli illeciti contro la fauna 561 nel Lazio e gli incendi dolosi 248, dei quali 67 in provincia di Frosinone e addirittura 150 a Latina.
Gravissimo infine il numero di illeciti nel campo delle archeomafie, ovvero tutto l’insieme di illeciti che riguardano crimini a danno delle opere d’arte e della storia del nostro territorio. Sulle Archeomafie il Lazio è 1° in assoluto sul piano nazionale con 148 reati che costituiscono il 17,4% del dato italiano.
“Per il quarto anno consecutivo il Lazio è quinto nella classifica nazionale degli ecoreati e tra i dati che emergono più preoccupanti ci sono, oltre a quelli tristemente tradizionali, gli illeciti a danno delle opere d’arte che mettono la nostra regione al primo posto in assoluto per questi crimini - conclude Scacchi – La regione deve assolutamente mettere in campo specifici impegni per combattere i reati ambientali, a partire dall'istituzione della consulta regionale Ambiente e Legalità, bisogna infatti proteggere il Lazio dalle mire eco-mafiose per valorizzare al meglio lo straordinario patrimonio naturale, storico-culturale e archeologico del nostro territorio; da quest’anno sarà decisiva per la lotta all’eco-criminalità la legge sugli ecoreati approvata lo scorso maggio che può davvero dare una svolta alla lotta alle ecomafie se tutti, cittadini, istituzioni e associazioni, continueranno a tenere alta la guardia”.
“Sono diversi anni che il rapporto ecomafie di Legambiente evidenzia una situazione consolidata e preoccupante nella nostra Regione", ha dichiarato Cristiana Avenali, Consigliera regionale componente delle Commissioni Affari istituzionali e Ambiente. "Ma il rapporto quest’anno ci dice qualcosa in più, e cioè che ecomafie e corruzione vanno a braccetto, i delitti ambientali sono sempre di più rappresentati da delitti d’impresa e dalla corruzione presente nella Pubblica amministrazione, oltre che dalle ecomafie. Dobbiamo, quindi, essere capaci di leggere l’evoluzione di questi fenomeni, perché questo ci consente di mettere in campo i provvedimenti giusti e contrastare l’illegalità e non alimentarla. Per fare questo credo sia fondamentale che la Regione Lazio rilanci il lavoro dell’Osservatorio Ambiente e Legalità, che negli anni scorsi ha visto lavorare insieme associazioni, scuole, istituzioni e forze di polizia su queste tematiche portando un notevole supporto all’azione amministrativa”.