Caldo, per contenere i consumi elettrici ci vuole un'ordinanza
"Gli inviti all’autocontenimento dei consumi sono giusti ma rischiano di essere inefficaci. Occorrono disposizioni, regole, incentivi, disincentivi". Paolo Hutter per Repubblica Milano ed Eco dalle Città
13 July, 2015
di Paolo Hutter
I blackout dovuti al
caldo mostrano che “smart cities” e le “smart grids” sono ancora temi
più sventolati che praticati e che siamo ancora indietro nella
gestione intelligente della città nell’epoca dei cambiamenti climatici.
Non si tratta di chiedere ad A2a di “chiedere scusa” come se ci
trovassimo di fronte a qualche distrazione tecnica. La questione è
strategica e andrebbe forse innanzitutto definita a livello politico.
Non ci manca l’energia elettrica, anzi ce n’è tantissima. I blackout
si verificano perché in alcuni giorni molto caldi, nei momenti di picco, i
consumi possono eccedere del 10% (o anche meno) le capacità abituali
della rete.
Prima di pensare a costosissimi potenziamenti della rete sarebbe bene pensare alla cosiddetta “gestione della domanda”. Si può ottenere lo stesso “confort” (è il termine tecnico), lo stesso fresco artificiale, consumando il 10% di elettricità in meno? Direi che si deve, non solo che si può, anche perché - blackout a parte - decine forse centinaia di migliaia di condizionatori tirati al massimo producono aria calda, oltre alle emissioni a monte. C’è un lavoro strategico di isolamento termico degli edifici da portare avanti. In Svizzera per installare un condizionatore devi dimostrare di aver prima fatto il massimo per rendere freschi d’estate i locali.
Ma andiamo all’immediato, alla gestione dell’emergenza che può essere domani e non aspetta i risultati (anche se saranno decisivi) della ristrutturazione isolante degli edifici e delle misure urbanistiche contro l’isola di calore (riforestazioni urbane in primis).
Come esiste la possibilità di disporre (e non solo di consigliare) di non usare lavatrici tra le 12 e 30 e le 15. Mi dicono che ci sono aziende di distribuzione dell’energia che per evitare picchi attivano dei dispositivi limitatori anche all’interno dei singoli appartamenti. L’esperienza aiuterà a individuare quali sono gli orari in cui i consumi rischiano di mandare in tilt il sistema. Esisterebbe anche la possibilità di mettere un sovrapprezzo in quelle ore. Ovviamente dovrebbe essere un sovrapprezzo significativo e molto pubblicizzato, se si vuole che abbia come effetto quello di ridurre i consumi. Almeno qualcuno dal condizionatore passerebbe al ventilatore, che consuma meno di un decimo.
Leggi anche: