Rifiuti, #Romasonoio, dal tweet alla bufera mediatica. I commenti all'iniziativa
Attori, registi, saggisti e cittadini: ecco come la rete ha reagito all'iniziativa di Alessandro Gassmann #Romasonoio lanciata su Twitter per mobilitare i romani a pulire la città
28 July, 2015
Da domenica il tweet con cui l’attore Alessandro Gassman spronava i romani a prendere scopa e paletta e a scendere in strada a pulire la propria città ha suscitato dibattiti e riflessioni su chi - e come - ha il compito di mantenere decoro e pulizia a Roma.
"Roma è nostra, io da settembre, appena in città, proporrò al mio condominio di dividerci i compiti, e scendo in strada, voglio vederla pulita. Basta insulti, basta lamentarsi, facciamo!”, ha scritto Gassmann sul social.
Plauso all’iniziativa è subito arrivato, oltre che dal sindaco Ignazio Marino e dall’assessore all’Ambiente Estella Marino, dalle associazioni di volontariato che da tempo si muovono sul territorio proprio sui temi del decoro, della pulizia e del senso civico. Il gruppo RetakeRoma, movimento spontaneo di cittadini che promuove il decoro urbano e il volontariato, si è detto “contento del messaggio di Alessandro Gassmann e di ogni personaggio pubblico che sa che #Romasonoio, non vediamo l'ora che personaggi pubblici prendano posizione e con il loro carisma trascinino i cittadini a prendersi cura del bene pubblico”. RetakeRoma ha poi sottolineato come i cittadini debbano essere "parte della soluzione e non del problema. Vogliamo ribellarci ai calcinacci e ai materassi abbandonati accanto ai cassonetti, alle scritte che ci devastano i palazzi, agli adesivi abusivi che coprono perfino i parcheggi per i disabili. Vogliamo dire che il problema di questa città non è il vandalismo dei pochi, ma l'ignavia dei tanti. Ogni giorno decine di volontari Retake o di altre associazioni, ma anche singoli cittadini, sono in strada a prendersi cura dei beni pubblici già da tempo: più siamo più riusciremo a cambiare il volto di questa nostra città”.
Legambiente Lazio invece ha invitato Gassmann a partecipare a settembre all’iniziativa Puliamo il Mondo (25-26-27 settembre), campagna che dal 1993 vede scendere in strada centinaia di volontari con guanti e rastrelli al seguito.
A commentare la campagna #Romasonoio lanciata da Alessandro Gassmann anche i suoi colleghi attori. Tra i tanti, Gianfranco D’Angelo che, intervenendo a Radio Roma Capitale, ha detto: "Gassmann propone di prendere le ramazze e contribuire a pulire Roma? Ok, ci sto. Però credo che dovrebbe prenderla anche il Sindaco Marino, se si tratta di dare il buon esempio”.
Anche Carlo Verdone si unisce all’appello di Gassmann dalle pagine del settimanale “Oggi” ritenendo un bene che i cittadini facciano la loro parte e che l’iniziativa possa essere “un giusto grido d’allarme” che possa “scuotere le istituzioni”. Secondo Verdone “i cittadini di Roma hanno la colpa di essersi adagiati su questa situazione di incuria e spesso non si comportano bene. Detto questo, è ora che il Comune faccia la sua parte. È ora che vengano ripristinate le multe per chi sporca, che venga fatta periodicamente la manutenzione delle strade e del verde, che la corruzione di chi dovrebbe amministrare il bene pubblico venga punita severamente”.
L’iniziativa non è del tutto condivisa invece dall’attore, doppiatore e regista Massimo Wertmuller che, sempre a Radio Roma Capitale, ha commentato: “Credo che sia compito delle Istituzioni tenere cura della città, nel momento in cui noi paghiamo le tasse perché ci siano questi servizi, dobbiamo pretendere che tali servizi ci siano. Non siamo noi cittadini a dover intervenire”. Per Wetmuller il messaggio di Gassman deve essere considerato come una giusta provocazione: "L’idea che sia io a dover curare il giardino pubblico, a portare via l’immondizia dalle strade, trovo che sia una provocazione, utile a rilanciare il tema ma non è giusto dal punto di vista politico. Se si abbattono le tasse che paghiamo, il discorso può essere accettabile, ma con queste tasse non credo sia giusto”. Tuttavia, l’attore si dice pronto a scendere in campo accanto al collega Gassmann e al resto dei romani: “Roma così brutta io non l’ho mai vista, questa è responsabilità al 90% della classe dirigente e al 10% dei romani, perché diciamo la verità noi romani non brilliamo sempre per senso civico. Però non credo si possa risolvere il problema con la proposta fatta dall’amico Alessandro”.
Netto e deciso invece il parere negativo di Alberto Asor Rosa, storico della letteratura e saggista, che in un’intervista al Corriere ha dichiarato: "Ho appreso che il figlio di Vittorio ha scritto il suo tweet dall’Uruguay. Beh, cominci a pulire le strade di Montevideo, se ha tanta voglia di usare la scopa... Io non ci penso proprio! Pago regolarmente ingenti tasse per la nettezza urbana. E pretendo di vedere gli operatori ecologici lavorare con impegno e regolarità”.
A pensarla come il professore anche alcuni cittadini che su Facebook e Twitter hanno commentato la campagna di Gassmann esprimendo perplessità e sostenendo che non è compito dei romani ripulire le strade ma di chi viene pagato per fare questo lavoro, anche attraverso le tasse versate dai cittadini. Non manca inoltre chi fa notare una mancanza di sanzioni per chi imbratta e sporca la città.
Così, accanto all’entusiasmo di alcuni scesi in strada con scopa e paletta, ci sono i commenti di chi ricorda “Pago le tasse perché la città venga pulita, non basta?’”; "Se #Romasonoio allora il sindaco che lo abbiamo a fare?”. E ancora "Ma finché non ci saranno pene certe e severe per chi sporca o imbratta, di che stiamo parlando?” e "Le tasse le paghiamo, il senso civico lo abbiamo, ma dobbiamo comunque convivere con la noncuranza da parte delle istituzioni e il continuo degrado, affidandoci solo alle buone azioni dei volontari".
Tante quindi le campane che hanno suonato per questa iniziativa che, nata con un semplice tweet, ha rapidamente scatenato una bufera mediatica. In definitiva, Roma ha davvero bisogno di impegno e, se è indubbio che le istituzioni dovrebbero impegnarsi perché i soldi dei contribuenti non vadano sprecati, è anche vero che il lavoro dei volontari è a dir poco fondamentale e lo è sia nella pratica, perché arriva dove non possono arrivare i professionisti, sia dal punto di vista sociale: lavorare per rendere migliore la propria città aiuta infatti ad affezionarsi a questa e a rispettarla, nonostante tutti i difetti.
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