Rifiuti nelle grandi città, i costi per abitante a confronto (Seconda edizione riveduta)
Roma, Milano, Torino, Genova, Bologna e Bari a confronto: da Roma (276 €) a Bologna (173 €) la differenza è significativa ma i fattori da valutare sono molti
30 July, 2015
Dopo il primo confronto sul costo della gestione dei rifiuti in sei città italiane, siamo in grado -e in dovere- di revisionare l'articolo, alla luce di nuovi elementi, grazie soprattutto alle informazioni che ci ha fatto presente Amiat. Come avevamo già scritto nella prima puntata è un'inchiesta difficile, per i non addetti ai lavori, perché ci sono tanti aspetti diversi da prendere in considerazione che variano da comune a comune e da contratto a contratto.
Determinare
quale città sia la più "virtuosa" è veramente difficile
perché i fattori in campo dipendono dal costo di gestione e dal
lavoro svolto dalle aziende (pubbliche, private o miste
all'italiana), dalle politiche ambientali intraprese dagli Enti
Locali e anche da differenti concezioni del Bilancio delle
municipalità, dalle strategie messe in campo e dai rapporti tra i
Comuni e le Aziende. Ci sono città come Roma e Milano in
cui i servizi di gestione della Tari (i costi amministrativi
dell'accertamento, della riscossione e del contenzioso, i cosi detti
CARC) vengono svolti dall'azienda e quindi sono nel
contratto di servizio, altre come Torino in cui sono uffici
comunali e il loro costo è compreso - insieme ad altri costi comunali - nei costi da coprire con la
Tari, o come Bologna in cui il servizio è del Comune e
se lo paga il Comune con la fiscalità generale e non
con la Tari.
Rifiuti nelle grandi città, i costi
per abitante a confronto. Per il confronto sono stati utilizzati
i dati relativi ai piani finanziari delle aziende approvati dai
Consigli comunali nel 2015, il costo del servizio 2015 per la
gestione e raccolta e pulizia dei rifiuti (che per legge deve essere
coperto interamente dalla TaRi – tassa sui rifiuti), la popolazione
al 1 gennaio 2015, la produzione totale dei rifiuti del 2014, la produzione di
rifiuti differenziati e la percentuale della raccolta differenziata
nel 2014.
La distanza di qualunque città analizzata
dall'obiettivo di legge del 65% dimostra che forse per le
città metropolitane si dovrebbero avere obiettivi di legge più
graduali.
Il servizio di gestione e raccolta rifiuti è
diverso tra le città. Ci sono realtà come quella di Milano dove il
“porta a porta” è spinto e generalizzato e serve un bacino
d'utenza maggiore e le altre che, anche senza grosse modifiche ai
contratti stipulati con le aziende, stanno via via potenziando il
“porta a porta”, ognuna con le proprie tipicità, ma tutte stanno
investendo nell'unica modalità di raccolta che assicura una buona
percentuale di differenziata con una altrettanto buona qualità dei
materiali raccolti, sulla scia del nuovo accordo Anci–Conai.
Tenendo conto che il servizio comprende anche la pulizia e non solo la raccolta, confrontiamo i dati relativi per capirci qualcosa in più. (Rispetto alla prima versione abbiamo aggiornato i dati popolazione al 1 gennaio 2015 e precisato sui costi contabilità, bollettazione, recupero crediti, ovvero decurtando dal calcolo i costi relativi ai CARC)
Roma, con una popolazione di 2.872.021 abitanti produce 1.728.000 tonnellate di rifiuti, delle quali 648.000 tonnellate di rifiuti differenziati pari al 43% di raccolta differenziata. Il costo del servizio è pari a 793.706.464 € (per ora non è possibile scorporare i CARC dal piano finanziario, in quanto dalle delibere comunali sono oscurati alcuni dati), servizio effettuato da AMA Roma S.p.a., quindi nella capitale ogni cittadino spende mediamente 276,36 € all'anno per il servizio. Analizzando i dati romani si evince che ogni tonnellata di rifiuto gestito costa 459 €. Come si può vedere la produzione di rifiuti è abnorme ( 600 e passa chili ad abitante) e sicuramente è dovuta ad altri, oltre agli abitanti.
Milano. Popolazione 1.337.155 abitanti che producono 665.641 tonnellate di rifiuti, di cui 335.726 tonnellate di rifiuti differenziati con una percentuale di raccolta differenziata pari al 50,44%. Il costo del servizio è di 306.317.191 € (CARC pari a 4.664.774 €) svolto da AMSA S.p.a., e ogni milanese spende in media 225 € l'anno. Per la gestione e lo smaltimento di una tonnellata vengono spesi 460 €.
Torino. Popolazione di 896,773 abitanti che producono 413.309 tonnellate di rifiuti, dei quali 167.002 tonnellate di rifiuti differenziati con una percentuale di raccolta differenziata pari al 40,41%. Il costo del servizio è pari a quasi 205.789.143 € (CARC pari a ben 23.643.319 €, il quintuplo che a Milano ) e viene effettuato da AMIAT S.p.a., con un costo medio a cittadino di 203 € - al netto dei costi degli uffici comunali - di 497 € per la raccolta e smaltimento di una tonnellata di rifiuti. ( NdR: Amiat fa notare che quando poi le percentuali di Raccolta Differenziata saranno elaborate e ripubblcate da Ispra, il ricalcolo valorizza i risultati di Torino.)
Genova, con una popolazione pari a 592.507 abitanti produce 313.000 tonnellate di rifiuti, dei quali 106.000 tonnellate sono di rifiuti indifferenziati con una percentuale di raccolta differenziata al 33,9%. Il servizio di raccolta e smaltimento costa 126.555.000 € (CARC pari a 1.778.000 €) ed è la AMIU S.p.a. che se ne occupa e il costo medio per ogni cittadino è di 210 €, mentre la gestione di una tonnellata di rifiuto costa 404 €.
Bologna. Popolazione 386.181 abitanti che produce 204.491 tonnellate di rifiuti, delle quali 80.205 di rifiuti differenziati con una percentuale di raccolta differenziata del 41%. Il servizio di gestione dei rifiuti costa alle casse comunali 66.879.115 € (CARC pari 0 €) a ed è effettuato dal Gruppo HERA. Ogni cittadino spende in media 173 € l'anno e il costa della gestione di una tonnellata è pari a 327 €.
Bari, con una popolazione di 327.361 abitanti produce 187.843 tonnellate di rifiuti, di cui 54.128 tonnellate di materiale differenziato con una percentuale di raccolta differenziata pari al 28,82%. Il servizio di gestione rifiuti costa ai baresi 64.870.363,95 € (CARC pari a 1.821.982,27 €) ed è la AMIU Puglia a svolgerlo, dove il costo medio per ogni cittadino è di 198 € all'anno e la spesa per la gestione di una tonnellata è pari a 345 €.
Da questi dati si deduce che il cittadino romano sarebbe quello che paga di più il servizio di gestione e raccolta rifiuti, con un contributo medio annuo di 276 € (CARC compreso), mentre gli abitanti delle altre città pagano decisamente meno, sfatando il mito dei torinesi che, stando alla polemica politica tutta interna al consiglio comunale sabaudo, credono di pagare il servizio più caro d'Italia ma nella realtà pagano 203 €, ovvero un terzo in meno dei romani. A pagare meno sono i bolognesi con un costo medio di 173 € a cittadino, il 43% in meno dei romani.
Se si analizza il costo di gestione di ogni tonnellata, quindi da quando viene raccolta fino a quando non finisce in discarica o termovalorizzata, qualcosa cambia. Questa valutazione è però da prendere solo come suggestione, perché al calo dei rifiuti - come auspicato da Unione Europea - solo parzialmente può corrispondere un calo dei costi . La “monnezza” più cara in quest'ottica sarebbe quella di Torino il cui costo è di 497 €, a seguire Milano (460 €), Roma (459 €), Genova (404€), Bari (345€) e Bologna (327€).
Bologna si conferma la città con i costi più bassi e a seguire Bari, mentre le altre città hanno dei costi più alti non giustificati da una altrettanto alta percentuale di raccolta differenziata, eccezion fatta per la città di Milano che nel 2014 ha superato il 50%.
Capire il perché di questa differenza di costi, rispetto ad un servizio pressoché simile e con risultati in alcuni casi identici, non è semplice. Ad incidere sicuramente, oltre ai costi del personale che si presuppongono uguali – in proporzione – in virtù dei contratti collettivi nazionali, sono i costi dovuti allo smaltimento del rifiuto ad incidere. Se i rifiuti differenziati sono un valore economico aggiunto che dai consorzi di recupero rientra direttamente nelle casse dei comuni, quello indifferenziato è un semplice costo perché il rifiuto deve essere smaltito in discarica o termovalorizzato e i costi variano da discarica a discarica e da inceneritore a inceneritore, anche se per molte delle città prese in esame, sono le stesse aziende che gestiscono il servizio ad essere proprietarie di discariche e termovalorizzatori. Quindi maggiori saranno gli sforzi (e i costi) per aumentare i volumi e le percentuali della raccolta differenziata maggiori saranno i benefici, e non solo per le tasche dei cittadini.
L'indagine non è conclusa, altri dati verranno presi in considerazione nei prossimi approfondimenti.