Giustizia ambientale e cambiamenti climatici: a Roma il meeting internazionale con il Papa e gli esperti del settore
Il 10 e 11 settembre si terrà a Roma il meeting internazionale "Giustizia ambientale e cambiamenti climatici - verso Parigi 2015". Anche Papa Francesco parlerà della crisi climatica
08 September, 2015
Il 10 e 11 settembre, per due giorni, la città di Roma sarà Capitale mondiale del dibattito in corso sul clima. Si svolgerà infatti presso l'Istituto Patristico Augustinianum il meeting internazionale "Giustizia ambientale e cambiamenti climatici - verso Parigi 2015" promosso dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, e in collaborazione con Poste Italiane. All'evento, che è stato presentato nella mattinata di martedì 8 settembre, prenderanno parte alcuni dei più importanti esperti mondiali del settore come Achim Steiner (Direttore Esecutivo UNEP), Nicholas Stern (Presidente Grantham Research Institute), Jeffrey Sachs (Direttore Earth Institute - Columbia University), Ismail A. R. Elgizouli (Acting Chair IPCC) e Gian Luca Galletti (Ministro dell'Ambiente). I lavori si chiuderanno l'11 settembre con l'udienza di Papa Francesco dedicata al tema della crisi climatica, che potrà essere seguita sul sito www.versoparigi2015.it [1].
"La crisi climatica - ha spiegato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile - può ancora essere vinta, a patto che si superi la sindrome del 'passo del gambero', una gara a chi resta più indietro, pensando di poter sfruttare i benefici della riduzione delle emissioni di gas serra, realizzate però da altri. La questione dell'equità nella distribuzione dello sforzo necessario per contrastare i cambiamenti climatici sarà al centro del negoziato di Parigi. Tale equità potrà essere perseguita su un percorso che porti tutti a convergere verso un medesimo livello sostenibile di emissioni pro-capite, compatibile con il non superamento dei 2°C. Servono quindi target coerenti, legalmente vincolanti e periodicamente verificabili. Questo percorso dovrebbe essere supportato con alcune misure chiave: il divieto di costruzione di nuove centrali a carbone, almeno per i paesi a più alte emissioni pro-capite, e di nuove perforazioni petrolifere in zone ecologicamente delicate; l'eliminazione entro il 2020 dei sussidi ai combustibili fossili (510 miliardi di $ nel 2014) e l'introduzione di una carbon tax; il rafforzamento delle politiche e misure di risparmio energetico in tutti i settori; la promozione dello sviluppo delle fonti rinnovabili, spingendo almeno i paesi principali emettitori ad assumere target specifici al 2030; l'intervento sulla mobilità e i trasporti, riducendo la crescita della domanda di mobilità veicolare privata e puntando su modalità di trasporto più sostenibili".