Venezia72, Alfonso Cuaròn al Green Day Venice per parlare di cinema e sostenibilità
Alla 72a Mostra del Cinema di Venezia spazio alla sostenibilità con il Green Day Venice e il Green Drop Award. Sulle tematiche ambientali è Intervenuto anche il regista Alfonso Cuaròn
07 September, 2015
“Mettere le lampadine ad alta efficienza energetica è un gesto semplice e di buon senso. È una questione di principio ma non qualcosa di cui ci dovremmo congratularci con noi stessi. La questione è molto più ampia: dobbiamo cambiare completamente il modello economico globale". A dirlo è il regista Alfonso Cuaròn, Presidente della giuria della 72a Mostra del Cinema, che proprio al Lido ha dialogato sulle tematiche ambientali insieme al fratello Alfredo, scienziato esperto di cambiamenti climatici in occasione del “Green Day Venice – How is the film industry taking on climate change?”, giornata dedicata alla sostenibilità nell'industria cinematografica organizzata da Connect4Climate e da Green Cross Italia, organizzatore del Green Drop Award, premio collaterale della Mostra del Cinema di Venezia che viene assegnato al film in concorso che meglio interpreta le tematiche di sostenibilità. “Abbiamo bisogno di creare una grande sinergia tra scienza e arte per rompere i muri che impediscono il nostro progresso”, ha aggiunto il biologo Alfredo Cuaròn.
La giornata "green" della mostra veneziana, aperta dall'attrice Claudia Gerini, amica e ambasciatrice di Green Cross Italia, è proseguita con il dibattitosulla sostenibilità cinematografica in Italia con una tavola rotonda che ha fatto il punto sull'abbattimento delle emissioni ottenuto grazie ai film realizzati secondo i disciplinari EcoMuvi, Edison Green Movie e Green Ciak. In Italia il primo film “green” è stato “Sul mare” di Alessandro D’Alatri nel 2010. Nel 2014 le produzioni cinematografiche green sono state 5 e nel 2015, fino a giugno, si contano altri 5 nuovi film prodotti secondo disciplinari di sostenibilità. Tra questi “Il capitale umano” di Paolo Virzì, “Fraulein” di Caterina Carone e “Infernet” di Giuseppe Ferlito. Nell'occasione, si è fatto anche il punto sui "lavori verdi" nel cinema: secondo i dati di Unioncamere, il 19% delle imprese del settore media e comunicazione (cinema, radio e tv) hanno investito tra il 2009 e il 2012 in prodotti e tecnologie green. In questo settore prevale l’attenzione al processo che si sta facendo via via più efficiente, quindi più ecologico. E i lavoratori “verdi” dell’intero settore sono circa 1.400. Anche per questo Marco Gisotti, direttore del Green Drop Award, ha rilanciato l'impegno per la "costituzione di un tavolo di lavoro congiunto con il Ministero dell'ambiente, per la definizione di criteri condivisi per la produzione di film sostenibili, con lo scopo di definire forme di incentivazione fiscale. È un impegno preso a seguito delle nostre sollecitazioni qui dalla Mostra del cinema e sostenuto da un’interrogazione del presidente della Commissione ambiente della Camera, Ermete Realacci. Nel frattempo credo che la strada migliore sia quella di autoconvocare gli Stati generali del cinema verde in occasione della prossima Festa del Cinema di Roma, quindi entro ottobre. Sperando che entro l’anno il Mibact costituisca questo tavolo. Sarebbe un bel segnale per il mondo del cinema e per combattere efficacemente i cambiamenti climatici, di cui si discuterà in alla Conferenza mondiale di Parigi fra novanta giorni”.
Il Green Day Venice si è concluso infine con la presentazione del Green Drop Award che l'11 settembre premierà il film - tra quelli in gara alla Mostra del Cinema- che meglio abbia interpretato le tematiche di sostenibilità. Madrina della quarta edizione del premio verde del cinema è stata Nancy Brilli che, insieme a Marco Gisotti ha mostrato il trofeo Green Drop, il premio che sarà consegnato alla pellicola vincitrice. Il trofeo Green Drop, soffiato dal maestro vetraio Simone Cenedese di Murano, rappresenta una goccia d’acqua al cui interno trova posto un campione di terra che ogni anno proviene da Paesi diversi. Dopo Brasile, Egitto e Antartide, quest'anno è la volta del Senegal, terra di confine ai bordi del deserto. Una terra preziosa e fertile, capace di dare i propri frutti alla popolazione locale. “I contadini del posto però non hanno mezzi per poterla sfruttare, perché il costo dell'energia necessaria all'irrigazione per poter coltivare è un'ostacolo troppo alto per le loro povere condizioni economiche” ha dichiarato Elio Pacilio, presidente di Green Cross Italia. “Nel Nord del Senegal abbiamo individuato due piccoli villaggi di 5000 persone, dove abbiamo individuato 60 ettari di terreno mai coltivato. Con il nostro progetto ora circa 1000 persone possono lavorare e vivere dei benefici della terra. Abbiamo portato e installato circa 800 chilometri di tubi per l'irrigazione dei 600.000 metri quadrati di terreno. E' stato installato un grande impianto di pannelli solari che produce 150 kW di potenza. In questo modo i contadini risparmieranno oltre il 35% dei costi di produzione. Ridurranno anche il consumo dell'acqua. Stiamo dimostrando che è possibile, con poche risorse economiche e molta determinazione, combattere la povertà e il cambiamento climatico, ma soprattutto dare una speranza di vita concreta a migliaia di persone. La terra proviene esattamente da questi terreni ed è la testimonianza di questo nostro impegno”.
Alla giornata ha preso parte anche The GreenWatcher, la più grande piattaforma globale che coinvolge utenti e gestori di attività aperte al pubblico e rappresenta il punto di riferimento per chi cerca e offre ecosostenibilità, consentendo finalmente di selezionare i luoghi green dove comprare, mangiare, divertirsi, passare il tempo secondo il criterio della ecosostenibilità. The GreenWatcher, a 9 mesi dal lancio della sua attività, ha presentato una fotografia inedita della sostenibilità percepita dalle persone e messa in pratica dalle aziende: il portale si basa infatti da una parte sulle EcoOpinioni, ovvero le segnalazioni degli utenti, dall’altra sulle EcoValutazioni, cioè il percorso di valutazione dell’eco-sostenibilità ambientale - basato sui criteri scientifici di misurazione oggettiva, che le aziende in maniera autonoma possono fare direttamente online e che si concretizza nell’ottenimento di un certificato di eco-sostenibilità che sintetizza con un punteggio univoco, da 1 a 10 (EcoScore) i risultati ottenuti dal calcolo. Gli utenti di The GreenWatcher, in particolare, hanno segnalato nel 47% dei casi che i gestori di negozi, ristoranti o aziende prestano attenzione alla raccolta differenziata, dotandosi di opportuni dispositivi, mentre nel 43% dei casi utilizzano materiali ed arredi eco-sostenibili, naturali o riciclati. Segnalano poi nel 41% dei casi la vendita o l'utilizzo di prodotti e materie prime eco-sostenibili (compresi quelli riciclati, biologici e a km0), e hanno fatto attenzione anche agli esercizi commerciali che offrono sistemi di packaging ecologico, ad esempio con sacchetti in materiale biodegradabile o riciclato o in carta ecologica (32%). Ma l’azione ecosostenibile più "premiata" dal pubblico è l'utilizzo di sistemi per la distribuzione dell'acqua che non prevedono bottiglie di plastica, riconosciuta nella categoria della ristorazione nel 64% delle ecoOpinioni. Sempre nella ristorazione, colpisce favorevolmente il 40% degli eco-opinionisti il recupero degli alimenti avanzati.
La cerimonia di premiazione del Green Drop Award avverrà venerdì 11 settembre alle ore 11, presso la Sala Tropicana 1 dell'Hotel Excelsior, quando i giurati e l'award arriveranno a bordo della DeLorean DMC12, il modello di auto che nel film “Ritorno al Futuro” portava Michael J. Fox e Christopher Lloyd nel futuro, cioè nel 2015. A decretare il vincitore sarà una giuria di qualità guidata quest'anno da Remo Girone, insieme a Francesca Inaudi, Sebastiano Somma, Paola Comin e Lucia Grenna.