Inquinamento acustico, troppo rumore per una persona su 3
È il quadro tracciato dal Consensus Paper "Coping with noise", promosso da Amplifon e condotto da Gfk Eurisko in 11 paesi del mondo. I troppi decibel hanno gravi conseguenze sanitarie, dovute a disturbi uditivi e problemi cardiovascolari
14 October, 2015
Secondo il Consesus Paper "Coping with Noise" promosso da Amplifon e condotto da Gfk Eurisko su 8.800 persone in 11 Paesi del mondo, quasi un terzo della popolazione mondiale è esposto ad un eccesso di rumore, che causa notevoli disturbi all'udito e all'umore e un conseguente costo sanitario di ingente portata. Dallo studio, presentato a Milano martedì 13 ottobre, emerge che la città più chiassosa è New York, seguita da Los Angeles e Napoli, mentre in Italia il capoluogo partenopeo precede Roma, Milano e Torino.
L'inquinamento acustico dei centri urbani è un problema meno conosciuto e quindi meno temuto di quello atmosferico, ma ogni anno determina un pesante tributo in termine di salute. Nella sola Unione Europea (dati del rapporto Noise 2014) si calcola che l'esposizione ad eccessi di rumore contribuisca ogni anno alla morte di 10mila persone, a oltre 900mila casi di ipertensione e a 43mila ricoveri ospedalieri per ictus e malattie coronariche. I danni si manifestano anche nel disturbo del sonno che riguardano ben di 8 milioni di individui. Secondo lo studio di Amplifon i troppi decibel possono infatti aumentare di circa il 30% la probabilità di avvertire un disturbo uditivo, oltre a contribuire a quasi il raddoppio dei casi di disturbi dell'umore, insonnia, difficoltà di concentrazione e mal di testa. I danni "anatomici e funzionali dipendono dall'intensità del rumore, dalla durata dell'esposizione e dalla suscettibilità che ogni persona ha", spiega Giancarlo Cianfrone, professore ordinario di Audiologia e direttore del Dipartimento organi di senso all'università degli Studi di Roma La Sapienza. Un'esposizione nociva o rischiosa "può compromettere lo stato di salute delle strutture sensoriali e neurali uditive. Da questa situazione di sofferenza possono generarsi le condizioni per una perdita uditiva provocata dal rumore e, a volte, anche due altri fenomeni uditivi: gli acufeni, considerati percezioni fantasma di suoni, e l'iperacusia, un'intolleranza ai suoni esterni, anche lievi o moderati".
Come detto, i rischi legati all'inquinamento acustico sono poco noti e i suoi effetti trascurati. Dal documento di Amplifon emerge che soltanto una persona su due immagina che il troppo rumore possa provocare stress, compromettere il sonno o rendere irritabili, e meno di uno su 10 lo correla a un maggior rischio cardiovascolare. La metà della popolazione ignora persino che un'esposizione frequente e prolungata a rumori intensi possa danneggiare l'udito. Eppure le nome per tenere i decibel sotto controllo ci sarebbero, ma sono ampiamente disattese. Nel febbraio 2013 il Parlamento europeo ha approvato un progetto di legge per abbassare il tetto di decibel per le automobili da 74 a 68 decibel e per i mezzi pesanti da 81 a 79 decibel. E in futuro andrà anche peggio perché i limiti sono destinati a diventare più severi.
(foto www.touristmaker.com)