Rifiuti, Ciafani: "Per il futuro di Roma più porta a porta e nuovi impianti"
Stefano Ciafani, vicepresidente Legambiente, fa il punto sull’operato della giunta Marino sulla gestione dei rifiuti della Capitale. Per il futuro dice: "Non è vero che la raccolta porta a porta a Roma non si possa fare per problemi di urbanistica"
22 October, 2015
"In due anni e mezzo di giunta Marino sono cambiate alcune cose, ma secondo noi dovevano cambiarne ancora di più". A dirlo è Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente, intervistato da Eco dalle Città per analizzare l’operato della squadra di Ignazio Marino sulla gestione dei rifiuti della Capitale.
"È stata importante la chiusura della discarica di Malagrotta, ma in questo è stato fondamentale il diktat europeo. Per quanto riguarda l'operazione relativa all'organizzazione e alla pulizia della città, purtroppo non ci sono e non si vedono ancora i risultati sperati", ha detto Ciafani.
Sulla raccolta differenziata "andava messo in discussione il piano approvato dalla precedente amministrazione che prevede 900.000 abitanti serviti dal porta a porta e 1,8 milioni dalla raccolta stradale a 5 frazioni. Si tratta di numeri basati su una concezione del passato della gestione dei rifiuti che poi è stata superata dai fatti: faccio riferimento a Milano, che oggi è la prima metropoli italiana ad aver domiciliarizzato il sistema della raccolta differenziata anche della frazione organica con 1,3 milioni di abitanti. Un'esperienza che ha dimostrato che anche in una metropoli, non solo in una grande città, si può fare una raccolta domiciliarizzata in grado di avvicinare la raccolta all’utenza. Questa amministrazione avrebbe dovuto essere più coraggiosa e spostare quei 900.000 abitanti serviti dal porta a porta su numeri molto più alti. Non è vero - ha sottolineato - che la raccolta porta a porta a Roma non si possa fare per problemi di urbanistica: anche in quartieri con una densità abitativa meno bassa di quanto possa essere ad esempio Cinecittà o Montesacro, uno sforzo in più poteva essere fatto. Addirittura, alcuni municipi avevano chiesto l’espansione della raccolta differenziata porta a porta".
Secondo Stefano Ciafani, "la raccolta stradale purtroppo fa sì che i cassonetti diventino delle micro-discariche e che la qualità della raccolta non sia assolutamente adeguata a permettere un corretto riciclo dei rifiuti. È la modalità a fare il risultato: con il porta a porta - ha ribadito Ciafani - le quantità di rifiuti che vanno a riciclo sono sicuramente più elevate".
A cambiare inoltre "doveva essere la vicenda impiantistica: è impensabile che Roma continui ad esportare ogni giorno 160 autoarticolati pieni che portano i rifiuti nel nord est e tornano indietro vuoti: è una follia economica ed ambientale, perché vanno a gasolio e inquinano mezza Italia, consumano energia e fanno spendere soldi inutili agli abitanti di Roma che pagano la tariffa sui rifiuti. Soldi - ha aggiunto Ciafani - che potevano essere utilizzati per fare impianti anche in questa città. Si può discutere sulla localizzazione, ma sono assolutamente necessari impianti per trattare l’organico e per selezionare i rifiuti della raccolta differenziata, oltre che isole ecologiche che diano la possibilità di attivare dei centri del riuso. A Roma si raccoglie in maniera sempre più importante l'organico che deve essere valorizzato con impianti ubicati entro la provincia di Roma. Da 20 anni si parla dell’allargamento dell'impianto di Maccarese, cosa che ancora non è stata fatta. Il monopolio del privato si combatte invece non solo chiudendo la discarica ma anche costruendo impianti pubblici ben fatti, progettati e localizzati che permettano alle aziende pubbliche di intercettare il flusso di rifiuti che fino ad oggi è andato quasi sempre e solo ad appannaggio del privato".
Ciafani non dimentica inoltre di accennare alla situazione di Ama, la municipalizzata che si occupa della gestione rifiuti a Roma: "in Ama ci sono stati cambiamenti importanti ai vertici, ma è l'intera struttura a doversi orientare all'efficienza, all'efficacia e all'economicità. Bisognerebbe quindi continuare a lavorare: l’Ama di oggi fa meglio dell’Ama di ieri, di mafia capitale, ma non è ancora abbastanza".
Cosa serve dunque a Roma per migliorare la gestione dei rifiuti?
"Raddoppiare, come minimo, il numero di abitanti di Roma servito col porta a porta, arrivando a 1,8 milioni nei prossimi 5 anni, e costruire impianti per trattare l'organico con cui produrre compost e biometano".
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